Esposto al Museo dell’Arte Salvata di Roma il gruppo scultoreo ‘Orfeo e le Sirene’, rientrato in Italia dagli U.S.A. grazie ai Carabinieri TPC.Franceschini: eccezionale operazione di recupero, opera tornerà a Taranto.
Il gruppo in terracotta, a grandezza quasi naturale, del IV secolo a.C, trafugato negli anni ‘70 da un sito archeologico tarantino e acquistato successivamente da The Paul Getty Museum di Malibu (Los Angeles – U.S.A.), sotto l’egida del Ministero della Cultura e grazie al sostegno della Direzione generale Musei viene esposto al Museo dell’Arte Salvata, all’interno del Museo Nazionale Romano dal 18 settembre al 15 ottobre 2022 (inaugurazione del museo vedi notizia DeArtes qui). L’opera, dal valore inestimabile, tornerà dopo l’esposizione romana nella sua terra d’origine ed entrerà a far parte della collezione permanente del Museo Archeologico di Taranto (MArTA).
Contestualmente, sono stati tornati a casa altri 142 oggetti dagli U.S.A. (Vedi ultimo paragrafo di questo articolo. Sulle restituzioni dal Getty Museum vedi notizia DeArtes qui).
Il rimpatrio dell’opera è stato possibile grazie alla complessa attività investigativa condotta in Italia e all’estero dai Carabinieri della Sezione Archeologia del Reparto Operativo del Comando per la Tutela del Patrimonio Culturale (TPC), coordinata dalla Procura della Repubblica di Taranto, in collaborazione con il District Attorney’s Office di Manhattan (New York – U.S.A.) e lo Homeland Security Investigations (H.S.I.).
IL GRUPPO SCULTOREO
Il gruppo scultoreo in terracotta raffigura Orfeo – il mitico cantore che, con la sua voce, poteva domare persino Cerbero, il feroce cane degli Inferi – e due Sirene – spaventosi esseri mitologici dalla voce così incantevole da far impazzire i marinai che passavano accanto a loro. Secondo il mito, Orfeo avrebbe sconfitto le Sirene durante il viaggio di ritorno degli Argonauti, nei pressi di un’isola della Sicilia o dell’Italia del Sud. La vittoria di Orfeo sulle Sirene rappresenta simbolicamente il trionfo dell’armonia musicale, un concetto chiave del pensiero filosofico e politico pitagorico, particolarmente diffuso nelle città della Magna Grecia. L’opera è stata prodotta proprio in questo ambiente greco d’Occidente, più precisamente in un atelier di Taranto, dove in effetti sarebbe stata scoperta. Proveniente forse da un monumento funerario o da un santuario, si data alla fine del IV secolo a.C.
Spiega Massimo Osanna, Direttore generale Musei: «Un recupero straordinario di un capolavoro unico dell’arte greca del IV sec. a.C., scavato clandestinamente nel territorio di Taranto. Il gruppo scultoreo rappresenta un mito antico e, forse, adornava la tomba di un adepto ai misteri orfici, colui che, conducendo una vita in purezza, assicurava all’anima una sopravvivenza ultraterrena. Le sirene, che guardano Orfeo, non sono come le immaginiamo oggi, ovvero donne con il corpo di pesce. Sono rappresentate come figure ibride di donna e di uccello, secondo l’iconografia più antica, che verrà superata da quella a noi più familiare soltanto nel Medioevo. Il gruppo era originariamente dipinto, e possiamo ipotizzare che, grazie alla pittura, vi fosse un intenso gioco di sguardi tra le sculture, che costituiscono davvero un esemplare unico perché raramente una scena mitica come questa veniva rappresentata in terracotta, non abbiamo paralleli nel mondo antico».
LE PAROLE DELLE AUTORITÀ
Dario Franceschini, Ministro della Cultura: «Ancora un importante rientro di uno straordinario capolavoro d’arte che era stato illecitamente sottratto al patrimonio dello Stato italiano. Come ormai abbiamo definito, dopo il passaggio al Museo dell’Arte Salvata, il gruppo scultoreo tornerà nel territorio dal quale è stato strappato, a Taranto, ed entrerà quindi nel patrimonio del Museo Archeologico Nazionale della città. Un ringraziamento al Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, che anche in questa occasione, grazie alla forte collaborazione con le autorità e le forze di polizia americane, ha consentito il rientro in Italia del capolavoro. Un grazie anche alle autorità italiane, in particolare alla Procura di Taranto».
Stéphane Verger, Direttore del Museo Nazionale Romano: «Quando un’opera d’arte di così inestimabile valore torna nel suo territorio di origine è una grande conquista per tutti, non soltanto per il mondo dell’arte e dell’archeologia, ma per l’intero Paese che si riappropria di un tassello fondamentale delle sue origini e quindi della sua cultura».
Gen. B. Roberto Riccardi, Comandante Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale: «Il ritorno di Orfeo e le Sirene è uno dei recuperi più importanti di sempre, nella storia dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale e nella storia d’Italia. Alla bellezza della Legalità, aver ottenuto per via giudiziaria la restituzione del bene, fa da specchio la legalità della Bellezza, un’indagine messa al servizio di un reperto di impareggiabile valore artistico. Sembra impossibile che tanti secoli addietro i nostri antenati fossero in grado di realizzare tanto. Eppure è così, e offrire allo sguardo di tutti questo gruppo scultoreo può ricordarci da dove veniamo e quali traguardi siamo in grado di raggiungere».
OPERAZIONE “ORPHEUS”
L’indagine, mirata a contrastare il traffico illecito di beni archeologici di provenienza italiana in ambito internazionale, è stata sviluppata a più riprese dalla Sezione Archeologia del Reparto Operativo TPC.
Lo spunto si è avuto quando i militari hanno scoperto che un noto indiziato di reati contro il patrimonio culturale aveva messo in atto una serie di traffici di reperti archeologici, provento di scavo clandestino nella provincia di Taranto, avvalendosi di un’organizzazione con propaggini internazionali. Nel corso delle attività investigative si appurava che il noto trafficante aveva avuto un ruolo nelle vicende relative allo scavo clandestino e all’esportazione illecita del gruppo scultoreo denominato Orfeo e le Sirene avvenuto negli anni ‘70.
Dalla documentazione individuata e dagli accertamenti svolti, veniva assodato che i preziosi reperti erano stati scavati e rinvenuti in frammenti presso un sito tarantino da alcuni tombaroli del posto, i quali li avevano ceduti a un noto ricettatore locale, con contatti con la criminalità organizzata, che, a sua volta, li aveva ceduti a un altro ricettatore, con contatti internazionali e titolare di una galleria d’arte in Svizzera. Le sculture, in frammenti, vennero affidate a un altro soggetto specializzato nel trasferire beni culturali all’estero, che effettuò il trasporto in Svizzera, dove vennero affidati ad un restauratore che li ricompose e ridiede forma alle opere. Dopo un periodo di giacenza in Svizzera, in attesa di un compratore, le sculture furono acquistate dal The Paul Getty Museum di Malibu (Los Angeles – U.S.A.) grazie all’intermediazione di un funzionario di una banca svizzera.
Le informazioni condivise con l’Assistant District Attorney Matthew Bogdanos, del District Attorney’s Office di Manhattan (DAO), e la stretta collaborazione instaurata con quell’ufficio e con lo Homeland Security Investigations, hanno consentito il sequestro del gruppo scultoreo dal valore inestimabile e il suo rimpatrio, per la restituzione al patrimonio culturale nazionale.
ALTRI BENI TORNATI DAGLI USA
Con Orfeo e le Sirene sono tornati a casa in questi giorni 142 oggetti recuperati negli Stati Uniti d’America, dei quali si era avuta la restituzione lo scorso luglio (vedi notizia DeArtes qui). Si tratta di beni databili tra il 2500 a.C. e il VI secolo d.C. risalenti alle civiltà romana, etrusca, apula e magnogreca. In occasione del viaggio che ha visto i Carabinieri del Comando Tutela Patrimonio Culturale toccare New York e Los Angeles, il 6 settembre ne sono stati restituiti all’Italia altri 58 che rientreranno nei prossimi mesi (vedi notizia DeArtes qui). Si tratta di un flusso importante di archeologia trafugata. Nello stesso filone, ulteriori 201 reperti erano stati rimpatriati dagli USA a partire dallo scorso dicembre (vedi notizia DeArtes e galleria fotografica qui); una parte di essi costituisce l’esposizione con la quale il 15 giugno è stato aperto il Museo dell’Arte Salvata (vedi notizia DeArtes qui).
C.S.M.
Fonte: Ufficio Stampa Carabinieri TPC, Roma, 17 settembre 2022
Contributi fotografici: Emanuele Antonio Minerva, Agnese Sbaffi © Ministero della Cultura
ORFEO E LE SIRENE
Esposizione: 18 settembre – 15 ottobre 2022
Museo dell’Arte Salvata
Aula Ottagona (Planetario) del Museo Nazionale Romano
Via Giuseppe Romita 8 – 00185 Roma
www.museonazionaleromano.beniculturali.it
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