Al Centro Culturale Candiani esposti capolavori del Novecento internazionale e italiano della ricca collezione di Ca’ Pesaro.

Non sono molti i musei pubblici italiani a poter contare su opere di grandi interpreti del ‘900 internazionale, soprattutto se ci si riferisce a un livello qualitativo e storico assoluto. Cà Pesaro – Galleria Internazionale d’Arte Moderna, gioiello della Fondazione Musei Civici Veneziani, può contare su tali e tanti capolavori da poter organizzare, senza dover ricorrere a prestiti esterni, una mostra dello spessore quale “Kandinsky e le avanguardie. Punto, linea e superfice”, che si può ammirare dal 30 settembre 2022 al 21 febbraio 2023 al Centro Culturale Candiani di Mestre.

[Wassily Kandinsky: Tre triangoli, 1938, disegno a tempera, cm 37 x 47,3 (mm 370 x 473). Ca’ Pesaro- Galleria Internazionale d’Arte Moderna, lascito Lidia De Lisi Usigli, 1961]

In mostra, una raffinata selezione di capolavori del Novecento internazionale e italiano, pervenuti all’istituzione veneziana per volontà di grandi collezionisti, o attraverso acquisizioni da artisti-collezionisti, o derivati da lasciti, oppure acquisiti dal Comune di Venezia in occasioni di Biennali o ancora destinati a Cà Pesaro dal Ministero della Cultura, da altre istituzioni o da aziende.

Spiega Elisabetta Barisoni, Responsabile di Cà Pesaro, che «al Candiani presentiamo un nucleo di ben nove opere di Kandinsky, tra le quali “Zig zag bianchi” del 1922, acquisito alla Biennale del 1950, e “Tre triangoli” del 1938, lascito di Lidia de Lisi Usigli, insieme ad un’emozionante sequenza di “Piccoli mondi” del 1922, donazione di Paul Prast. Si tratta di una raccolta di opere grafiche che il maestro russo realizzò nel 1922, quando insegnava presso l’importante officina creativa rappresentata dalla scuola del Bauhaus». Le tecniche utilizzate sono diverse, dalla litografia, alla xilografia, alla puntasecca.

[Paul Klee: Con il serpente, 1924. Ca’ Pesaro- Galleria Internazionale d’Arte Moderna, acquisto presso il pittore Emanuel Föhn, 1954]

In abbinata con Kandinsky, Paul Klee, anch’egli rappresentato da un nucleo di sette opere, uniche nel panorama museale italiano. Attraverso i capolavori esposti si esprime pienamente la grande rivoluzione del gruppo artistico Der Blaue Reiter, Il Cavaliere Azzurro, che oltre a Kandinsky ha avuto Klee e Feininger tra i protagonisti. Questi autori passarono poi nella scuola del Bauhaus, luogo dove si svilupparono le ricerche delle avanguardie e dove queste furono tradotte alle nuove generazioni che si stavano formando in Europa tra gli anni Venti e il 1933, data di chiusura della scuola tedesca ad opera del nazismo.

La sezione successiva allinea opere di Joan Miró, Antoni Tàpies, Yves Tanguy, Victor Brauner. Ancora una volta Kandinsky è in relazione con numerose correnti artistiche non figurative che nascono durante gli anni Venti, nel momento in cui Parigi è crocevia di gruppi che ripensano la creazione a partire dall’astrazione. Tra gli italiani è presente il futurista Enrico Prampolini, che alle forme geometriche affianca nuovi motivi, organismi embrionali e cromie che ricreano liriche assonanze musicali. Luigi Veronesi era a Parigi nello stesso periodo e nel 1934 aderì ad AsbtractionCréation, gruppo di cui fecero parte anche Ben Nicholson e Jean Arp, rappresentati in mostra con due opere eccezionali.

[Enrico Prampolini: Anologie cosmiche, 1931 ca. Ca’ Pesaro- Galleria Internazionale d’Arte Moderna, dono della Confederazione nazionale dei sindacati fascisti professionisti e artisti, 1932]

La terza sezione della mostra apre con Nicholson e abbraccia poi movimenti artistici lontani nel tempo e nello spazio, con uno sguardo trasversale e parallelo nel secondo dopoguerra. Le forme espressive dell’Informale e dell’Espressionismo astratto intendono l’atto artistico come azione individuale, singolare, diretta, che superi qualunque mediazione, codificazione, formalizzazione del linguaggio. L’arte viene vissuta come un processo esistenziale oltre che creativo, come espressione più libera possibile di passioni, tensioni, sensazioni, trasformate in segno, gesto, colore, materia. Da Afro e Santomaso a Emilio Vedova, da Mario Deluigi a Tancredi, da Karel Appel a Mark Tobey, le forme dell’astrazione nella seconda parte del ‘900 si collocano tra informale, suggestione lirica e carica gestuale.

Non manca uno sguardo alla scultura, e qui troviamo ancora il dialogo tra astrazione e biomorfismo: negli archetipi, vicini a Paul Klee, di Mirko Basaldella, nelle concrezioni plastiche, tra pieni e vuoti, dello spagnolo Eduardo Chillida e, in ambito spazialista, nella lezione di Arp ripresa dalle costruzioni di Bruno De Toffoli o nelle intime e sofferte “Luci nel bosco” di Luciano Minguzzi.

[Wassily Kandinsky: Kleine Welten I (Piccoli mondi), 1922 Ca’ Pesaro- Galleria Internazionale d’Arte Moderna, donazione Paul Prast, 2020]

La linea dell’astrazione rimase e diventò radicale, quasi ascetica, nelle epoche successive, quando presero vita i movimenti dalle concezioni minimali, ben espresse nel lavoro di Richard Nonas e di Julia Mangold. Queste prove plastiche, pur lontane nel tempo e nello spazio, instaurano un dialogo vivace con i capolavori delle avanguardie di inizio secolo e testimoniano la vitalità della lezione di Kandinsky e il suo credo nel potere della produzione artistica.

M.C.S.
Fonti: Uffici Stampa, settembre 2022
Immagine di copertina:
Wassily Kandinsky Zig zag bianchi, 1922
Ca’ Pesaro- Galleria Internazionale d’Arte Moderna,

acquisto alla Biennale, 1950



KANDINSKY E LE AVANGUARDIE. PUNTO, LINEA E SUPERFICIE
30 settembre 2022 – 21 febbraio 2023
Ingresso gratuito

Centro Culturale Candiani
Piazzale Candiani, 7 – 30174 Venezia Mestre
https://muvemestre.visitmuve.it/it/mostre/mostre-in-corso/kandinsky-e-le-avanguardie-punto-linea-e-superficie/2022/08/22011/info/