Al Museo intitolato a Bardini viene illustrato il metodo di lavoro, al contempo artigianale e imprenditoriale, del celebre mercante internazionale di opere d’arte.
Il 12 settembre 1922 moriva Stefano Bardini, il ‘principe degli antiquari’. Nel centenario dalla scomparsa, Firenze lo ricorda con molte iniziative che invitano a conoscere la sua attività di collezionista e mecenate. Il Comune di Firenze – Ufficio Firenze Patrimonio Mondiale con MUS.E, la Direzione Regionale Musei della Toscana – Museo e Galleria Mozzi Bardini, l’Università degli Studi di Firenze in collaborazione con la Biennale Internazionale dell’Antiquariato di Firenze presentano la mostra Officina Bardini, allestita dal 30 settembre al 20 novembre 2022 al Museo Stefano Bardini di Firenze.
La mostra, sottolineano i curatori Marco Mozzo e Giulia Coco, espone oltre 100 esemplari appartenenti alla cosiddetta Eredità Bardini, custodita nei depositi di Palazzo Mozzi, che per la prima volta entrano in dialogo con le collezioni permanenti del Museo Stefano Bardini permettendo ai visitatori di conoscere questo straordinario patrimonio da un punto di vista finora inedito, cioè quello delle maestranze e degli artigiani che lavoravano per Stefano Bardini e per il figlio Ugo.
L’intento è illustrare la metodologia di lavoro e il complesso sistema artigianale e al contempo imprenditoriale messo in atto dai Bardini, attraverso un significativo nucleo di documenti, fotografie, manufatti e strumenti di lavoro conservati nel vicinissimo Palazzo Mozzi Bardini, di proprietà statale dal 1996 e in consegna alla Direzione regionale musei della Toscana (Ministero della Cultura). Il cui direttore Stefano Casciu specifica che questa iniziativa apre un percorso che proseguirà negli anni, in vista della completa restituzione e valorizzazione dell’immenso patrimonio Bardini.
Il Palazzo Mozzi Bardini, che Stefano acquistò nel 1911, era il cuore pulsante del complesso sistema imprenditoriale da lui ideato e diretto, una vera e propria “fabbrica dell’arte” dove artigiani, operai, artisti-restauratori iscritti nel suo registro paga producevano, restauravano e concretizzavano, il sogno del “Rinascimento italiano”. Oltre ai laboratori, l’edificio, situato alle spalle dello showroom (oggi sede del Museo Bardini), ospitava anche gli uffici amministrativi e contabili e le sale di rappresentanza dove Stefano e Ugo portavano avanti i commerci e ricevano la clientela internazionale.
La mostra illustra il “dietro le quinte”, ovvero i saperi e i processi pratici e artigiani che sono alla base della creazione di opere in stile e dei celebri pastiches e delle rielaborazioni che costituiscono alcuni dei capolavori del museo, attività che si affiancava a quella per cui Bardini era universalmente conosciuto: il mercante internazionale di opere d’arte.
Per la prima volta dai ricchi depositi di Palazzo Mozzi Bardini è stata tratta una selezione inedita di opere e manufatti, campioni e modelli, strumenti e materiali, ma anche di cataloghi, fotografie, repertori, lettere, colori e carte. Oltre al suo incredibile apparecchio fotografico con obiettivi, il percorso si snoda fra tessuti, corami, elementi lignei e decorazioni d’interni, dove spicca l’abilità di attingere a repertori antichi per interpretarli e riproporli secondo il gusto del tempo.
Alla mostra si accompagna una ricca proposta di iniziative, che si inseriscono nel nutrito programma culturale in corso per il centenario Bardini.
M.C.S.
Fonte: Ufficio Stampa, 28 settembre 2022
OFFICINA BARDINI
30 settembre – 20 novembre 2022
Museo Stefano Bardini
via dei Renai, 37 – Firenze
https://musefirenze.it/musei/museo-stefano-bardini/