MAPS 1:610 nasce dall’incontro tra Jorge R. Pombo, pittore, e Saul Daniele Ardillo, coreografo. Le connessioni tra tecnologia, danza e pittura diventano il cuore della ricerca dei due artisti: a Pombo è lasciato il compito di reinterpretare a carboncino – in un incontro tra digitale ed analogico – le piante di alcune grandi città prese da Google maps; mentre i ballerini, su coreografia di Ardillo, completano l’opera danzando sulle tele del pittore. Il tutto viene realizzato durante una performance, riprodotta poi in mostra da schermi e proiettori, così da raccontare il processo creativo.
“Finché l’arte sarà il salone di bellezza di una civiltà né l’arte né la civiltà saranno al sicuro”. Nelle parole del grande filosofo-pedagogista statunitense John Dewey risulta esplicita una visione dell’arte che sarà fondamento della carica innovativa promossa dagli artisti d’oltreoceano, a partire dal dopoguerra. Già Picasso, con la sua geniale ironia, aveva anticipato, estremizzandoli, concetti simili affermando come “il buon gusto sia spesso nemico della creatività“, ossia come l’arte non debba soltanto compiacere il comune senso estetico della società in cui è inserita , bensì creare frizioni, scomodità, fratture nelle quali possano germogliare i semi di una evoluzione per se e per il contesto in cui si trova ad esistere. Questa è una delle tracce seguita da MAPS 1:610, dove la cifra indica la scala approssimativa in cui sono rappresentate le mappe sulle tele, e 610 è inoltre un numero della serie di Fibonacci.
Il progetto che ha luogo a Reggio Emilia nasce dall’incontro tra due artisti con storie e personalità molto differenti – Jorge R. Pombo, catalano di nascita ma apolide per vocazione, con una vita trascorsa fra diversi Paesi, e Saul Daniele Ardillo, pugliese, da undici anni talentuoso danzatore e coreografo di Aterballetto – accomunati dall’esigenza di sondare i limiti espressivi della loro ricerca, mettendola in stretto contatto con una disciplina artistica per molti aspetti opposta alla propria. Pombo, ispirato dai concetti del leggendario Black Mountain College (al quale Dewey fornì le basi pedagogiche) e interessato a indagare l’intervento del caso e la perdita di controllo sul processo pittorico, trova nella danza un prezioso alter ego al quale consegnare parte della creazione, lasciandole il compito di completare in modo del tutto autonomo l’opera. Dal canto suo Ardillo coglie l’occasione di sviluppare un codice coreografico in cui il movimento non è più esclusivamente “fine” ma anche “mezzo” creativo.
Si giunge così al punto in cui la danza viene espressivamente potenziata dalla pittura mentre l’opera figurativa non potrebbe nemmeno esistere senza danza, convogliandosi in un unicum che non è giustapposizione ma vera e propria fusione di due processi. Il lavoro si sviluppa sulla continua tensione fra opposti: l’immagine e la sua negazione, il movimento contrapposto alla staticità del dipinto, l’effimero in rapporto dialettico col durevole e non ultimo il contrasto individuo-molteplicità.
All’uso della tecnologia più moderna – le immagini sulle tele sono riproduzioni fedeli tratte da foto satellitari – si contrappone l’utilizzo del carboncino, media pittorico ancestrale, e della danza, forse la più antica forma di espressione artistica. Da tali contrasti, la performance e la mostra risultante sembrano interrogarsi su dove sia quel punto in cui libertà individuale e civiltà possano reciprocamente coesistere e su come l’arte possa essere scintilla di evoluzione sociale.
MAPS 1:610 è un progetto realizzato nell’ambito di After Futuri Digitali, una manifestazione di respiro nazionale dedicata alla diffusione della cultura digitale che porta in scena la trasformazione digitale della società contemporanea. È l’occasione in cui si racconta ciò che viene dopo’, i futuri che ci attendono,usando le città emiliano-romagnole come laboratorio temporaneo diffuso, attraverso conferenze, lezioni magistrali, workshop, demo e circuiti off.
C.S.
MAPS 1:610
19 Ottobre – 11 Novembre 2018
Reggio Emilia – Palazzo da Mosto
Ingresso gratuito
Sabato e domenica ore 10 – 20
Fondazione Palazzo Magnani Reggio Emilia
Corso Garibaldi 31
Tel. + 39 0522 44 44 46
info@palazzomagnani.it
Palazzo da Mosto
via Mari 7 – Reggio Emilia
Domenica 21 ottobre ore 19
Performance a cura di Jorge R. Pombo e Fondazione Nazionale della Danza / Aterballetto