Si moltiplicano le iniziative dedicate al genio di Antonio Canova nel duecentesimo anniversario dalla morte, alcune in corso e altre di prossima apertura.
Spicca la grande mostra a Bassano del Grappa dove, tra 140 opere (tra cui l’autoritratto di copertina) viene esposta per la prima volta la “Maddalena giacente” ritrovata in Inghilterra dopo quasi due secoli. C’è ancora tempo per visitare la mostra che pone a confronto Canova e Fidia, a Villa Carlotta vicino Como. Sta per aprire un’esposizione fotografica al Museo Correr a Venezia e, sempre a Venezia, è stato restaurato il cenotafio a Canova nella basilica di Santa Maria Gloriosa dei Frari. In mostra alla biblioteca di Bassano alcuni volumi della raccolta personale di Canova.
Il grande scultore neoclassico Antonio Canova nacque a Possagno, dove riposa nel Tempio che fece costruire come meraviglioso dono alla sua comunità di origine. Qui si conserva la più ampia collezione di opere dello scultore, donate dal fratello Giovanni Battista Sartori-Canova e distribuite nel Museo Gypsotheca Antonio Canova: bozzetti in terracotta, dipinti a olio e a tempera, incisioni, disegni e, soprattutto, i modelli in gesso da cui Canova traeva i marmi che sono oggi nei più importanti musei del mondo. In occasione delle celebrazioni è nato un Comitato Nazionale, istituito congiuntamente dai Comuni di Possagno e Bassano del Grappa.
IO, CANOVA. GENIO EUROPEO
Museo Civico Bassano del Grappa (VI)
15 ottobre 2022 – 26 febbraio 2023 (prorogata al 12 marzo)
Canova oltre l’artista; oltre il geniale scultore acclamato dai contemporanei come il nuovo Fidia; oltre il Maestro che, senza rinunciare ad essere moderno, fece risorgere l’antico in scultura e, oggi come ieri, incanta con la bellezza eterna e senza tempo delle sue opere, magicamente percorse da un palpito di vita.
Bassano del Grappa, tra i luoghi più significativi per la conoscenza del grande artista e da sempre motore nello studio e nella valorizzazione della sua opera, segna un momento fondamentale nelle celebrazioni ufficiali per i 200 anni dalla sua morte, con un’ampia e originale mostra che va “oltre” l’universo estetico canoviano.
Una rassegna che restituisce un’immagine inedita del grande scultore, affascinante e attualissima, svelando l’uomo, il collezionista, il diplomatico, il protettore delle arti: una tra le personalità più significative del mondo culturale e politico a cavallo tra XVIII e XIX secolo.
Protagonista di un periodo di grandi stravolgimenti storici e politici, tra guerre e rivoluzioni che cambiarono il volto dell’Europa, Antonio Canova (1757 – 1822) regalò al mondo la speranza nel futuro attraverso la creazione di un’arte in perfetto equilibrio tra reale e ideale, avvicinando l’uomo al mito e ispirando azioni e sentimenti di armonia e di pace.
Curata da Giuseppe Pavanello e Mario Guderzo con la direzione scientifica di Barbara Guidi, organizzata dai Musei Civici di Bassano del Grappa in collaborazione con Villaggio Globale International “IO, CANOVA. Genio europeo”, dal 15 ottobre 2022 al 26 febbraio 2023, indaga alcuni aspetti mai affrontati prima in una mostra, tra cui la formazione, le passioni di collezionista, la partecipazione alla storia europea di questo straordinario artista che fu capace di orientare il gusto di un’intera epoca.
Un racconto per immagini che, al ricco patrimonio artistico e documentario di Canova presente a Bassano, affianca prestiti nazionali e internazionali: dai capolavori del Maestro – come il marmo della “Principessa Leopoldina Esterhazy Liechtenstein”, il grande gesso della “Religione” dei Musei Vaticani, l’imponente “Marte e Venere” dalla Gipsoteca di Possagno, realizzato per Giorgio IV d’Inghilterra, l’“Endimione dormiente” dall’Accademia di Belle Arti di Ravenna o la “Danzatrice col dito al mento” della Pinacoteca Agnelli, per citarne alcuni.
Si affiancano molte opere che permettono di ricostruire il contesto in cui Canova visse e operò. Tra queste, lo splendido “Ritratto del Senatore Abbondio Rezzonico” di Batoni, il “Ritratto di Clemente XIII” di Mengs e quello dell’“Imperatore Napoleone I” di Gérard, i preziosi dipinti di Tiepolo e Moretto da Brescia appartenuti a Canova, fino ai capolavori di Paolo Veronese, Ludovico Carracci e Guido Reni che egli stesso ricondusse in Italia nel 1815 grazie a una coraggiosa missione diplomatica.
Nel complesso, oltre 140 opere tra sculture, dipinti, disegni e documenti preziosi, provenienti da importanti collezioni pubbliche e private italiane ed europee, tra cui le Gallerie degli Uffizi di Firenze, la Pinacoteca Nazionale di Bologna, il Museo di Castelvecchio di Verona, il Museo Correr di Venezia, la Protomoteca Capitolina, i Musei Vaticani, la Malmaison di Parigi, l’Albertina e il Kunsthistorisches Museum di Vienna, lo Schloss Esterhazy, l’Alte Pinakothek di Monaco, il Musée National du Château de Fontainebleau o la Daniel Katz Gallery di Londra.
La mostra rievoca anche le vicende di alcune importanti commissioni, come il “Damosseno” e “Creugante”, l’“Ercole e Lica”, il Monumento funerario per Orazio Nelson e quello per Papa Clemente XIII, il monumento equestre a Ferdinando IV di Borbone e quello per Napoleone; racconta i rapporti con i mecenati, pontefici, principi e nobili, dai Falier ai Rezzonico, da re Giorgio IV ad Alexander Baring, da Papa Pio VII a Francesco I d’Austria, da Josephine de Beauharnais a Paolina Bonaparte, fino a Napoleone. Evoca infine le relazioni che Canova ebbe con artisti, e letterati coevi, come Angelika Kauffmann, Anton Raphael Mengs, Carlo Albacini.
Un evento eccezionale è rappresentato dall’arrivo a Bassano del Grappa, dall’Inghilterra, del grande marmo riscoperto solo di recente – dopo quasi due secoli in cui se ne erano perse le tracce – e mai esposto prima in una mostra: la “Maddalena giacente”, l’ultimo capolavoro di Canova. Realizzata poco prima di morire per Robert Jenckins, secondo conte di Liverpool e primo ministro inglese, la splendida figura distesa è stata riconosciuta dopo molti anni di oblio e può essere oggi mostrata in tutta la sua struggente bellezza.
Alla mostra erano stati ufficialmente concessi in prestito dal Museo Statale Ermitage di San Pietroburgo alcuni dei famosi marmi di Canova lì conservati. Analogamente, dal Museo Nazionale di Kiev doveva giungere la “Pace”, splendida allegoria in marmo, mai tanto attuale. Allo scoppio del conflitto russo-ucraino, la rinuncia a tali prestiti è stata inevitabile e convinta. La speranza e l’augurio di tutti è che le opere Canova dalla Russia e dall’Ucraina possano essere esposte nuovamente assieme, a testimonianza di nuovi tempi di serenità, di pace e di dialogo.
MUSEO CIVICO
Piazza Garibaldi 34 – 36061 Bassano del Grappa (VI)
T. +39 0424 519901 info@museibassano.it
museibassano.it
CANOVA LETTORE. La biblioteca di un grande artista
Biblioteca civica di Bassano del Grappa
15 ottobre 2022 – 26 febbraio 2023
L’istituzione culturale cittadina conserva un patrimonio straordinario di testimonianze canoviane: 6.865 documenti che comprendono l’epistolario e gli scritti, circa 500 volumi appartenuti alla sua biblioteca personale. La Biblioteca propone ora la mostra “Canova lettore. La biblioteca di un grande artista”, visitabile dal 15 ottobre 2022 al 26 febbraio 2023 a ingresso libero.
Il percorso espositivo mette in luce un particolare aspetto della personalità dell’artista, ossia quello di erudito, studioso, grande lettore e appassionato collezionista di rarità bibliografiche. Grazie alla sua continua sete di conoscenza, Canova, infatti, mise insieme una biblioteca personale con più di 2.500 volumi sugli argomenti più disparati: dai trattati sul disegno, pittura e scultura, a quelli di anatomia, dalle raccolte di incisioni e illustrazioni di opere d’arte antiche e moderne alle guide artistiche delle città visitate.
È emozionante ammirare alcuni dei preziosi volumi che facevano parte della sua collezione, arrivati alla Biblioteca di Bassano grazie alla donazione voluta dal fratellastro di Canova, Giambattista Sartori Canova, che nel 1852 ne dispose il trasferimento all’istituto bassanese, assieme ai manoscritti, alle lettere e a tutto il grande patrimonio canoviano posseduto dal museo cittadino.
Biblioteca civica
Galleria ragazzi del ’99 – 36061 Bassano del Grappa (VI)
T: +39 0424 519920 biblioteca@comune.bassano.vi.it
museibassano.it
CANOVA E VENEZIA 1822- 2022. Fotografie di Fabio Zonta
Venezia, Museo Correr
29 ottobre 2022 – 5 febbraio 2023
Venezia ha visto sorgere genio e fortuna del sommo scultore Antonio Canova, che la città accolse quando aveva 9 anni. Il destino ha voluto che fosse anche il luogo dove egli morì il 13 ottobre 1822, esattamente duecento anni fa.
A Venezia il luogo canoviano per eccellenza è il Museo Correr, dove sono confluite tante sue opere intimamente legate alla città, frutto della stima e della riconoscenza intercorse reciprocamente tra lo scultore e gli intelligenti patrizi che lo avevano avviato alla grandezza dell’arte. Al Correr, Canova è celebrato anche per il ritorno in laguna di tante opere d’arte sottratte dai napoleonici, essenziale patrimonio identitario della indimenticata Serenissima (i Cavalli di San Marco, il Leone alato della colonna)
Il recente riordino espositivo delle sculture in un nuovo luminoso allestimento rende onore al genio del “moderno Fidia”; una complessa operazione realizzata nel 2015 dalla Fondazione Musei Civici Di Venezia con l’essenziale supporto dell’associazione VENICE International Foundation e del suo progetto “Sublime Canova”. Dal 28 ottobre 2022 lo scultore è celebrato al Correr con una mostra realizzata dalla Fondazione Musei Civici Di Venezia, nuovamente con il sostegno di Venice International Foundation, curata da Andrea Bellieni e Camilla Grimaldi: la scultura di Canova riletta e interpretata da un artista della fotografia: Fabio Zonta (1958 Bassano del Grappa).
Al Museo Correr è allestita anche l’esposizione “Le medaglie canoviane”, con un’ampia scelta di pregevoli medaglie legate alla figura, all’opera e al ricordo del grande scultore.
Museo Correr
San Marco 52 – 30124 Venezia
T +39 041 2405211
correr.visitmuve.it
CANOVA, NOVELLO FIDIA
Villa Carlotta Loc. Tremezzo, Como
24 settembre – 11 dicembre 2022
Villa Carlotta celebra l’eredità di uno dei più grandi maestri della scultura di tutti i tempi, con con la mostra intitolata “Canova, novello Fidia” a cura di Gianfranco Adornato, Professore Associato di Archeologia classica alla Scuola Normale Superiore di Pisa, in collaborazione con Maria Angela Previtera, direttrice di Villa Carlotta, e con Elena Lissoni, storica dell’arte e conservatore di Villa Carlotta
L’esposizione pone a confronto le opere originali di Antonio Canova presenti nel museo con repliche di età romana di sculture greche attribuite a Fidia. Una sezione è dedicata al tema dell’Amazzone, con la figura femminile interpretata da Fidia per il famoso concorso per la miglior statua da collocare nell’Artemision di Efeso. È un pezzo eccezionale il torso delle collezioni dei Musei Reali di Torino: si tratta dell’Amazzone ferita realizzata in basanite verde, materiale assai difficile da lavorare, raro e molto prezioso estratto nella regione dello Wadi Hamammat in Egitto. Completa la sala l’erma di Amazzone del Museo Archeologico Nazionale di Napoli, ritrovata durante lo scavo della Villa dei Papiri di Ercolano.
È la bellezza maschile divinizzata a essere protagonista nella sala dove sono posti a confronto il canone neoclassico del Palamede di Canova con la Testa di Apollo tipo “Kassel” proveniente dalla collezione Farnese, che Canova ebbe modo di conoscere fin dal suo arrivo a Roma, quando studiò la famosa figura dell’Ercole Farnese.
La mostra prosegue al piano terra con il confronto tra il calco in gesso di una metopa del Partenone proveniente dall’Accademia di Brera e il grande fregio con l’Ingresso di Alessandro Magno in Babilonia di Bertel Thorvaldsen, il Fidia del Nord grande rivale di Canova. Questo capolavoro dell’arte neoclassica europea rivela l’attualità dell’ispirazione che l’Artista danese trasse dall’opera di Fidia.
Al secondo piano una serie di disegni e incisioni introducono al mito di Fidia. Oltre che dalle copie di età romana in marmo, le invenzioni dei grandi scultori dell’antichità greca ci sono state tramandate attraverso gemme, monete e riproduzioni in miniatura di bronzo. È presente in mostra una delle due sole monete antiche sopravvissute fino a oggi che rappresenta lo Zeus in trono, celebre statua fidiaca in oro e avorio un tempo collocata nel tempio di Olimpia, considerata la quarta meraviglia del mondo antico. A Fidia è stato attribuito anche l’originale perduto del Giove in maestà che stringe il fulmine nella mano, riprodotto in un superbo bronzetto proveniente dalla collezione Ludovisi, poi passata ai Medici e ora al Museo Archeologico Nazionale di Firenze. Sempre da questa prestigiosa istituzione è stato concesso in prestito il bronzetto con l’Amazzone ferita, tratta da Policleto.
La complessità dell’opera di Fidia era ben nota a Canova attraverso i Colossi di Montecavallo sulla Piazza del Quirinale a Roma, oltre che da incisioni, calchi e frammenti antichi. Il potere di fascinazione dell’antico rivive nell’interpretazione del Maestro del neoclassicismo in una visione nuova, moderna e universale, che la mostra ha l’obiettivo di mettere in luce. Documentano questo interesse una serie di tavole raccolta in un album della Biblioteca Storica “Giuseppe Bossi” dell’Accademia di Brera che riproduce con sorprendente esattezza e ricchezza di dettagli l’architettura e l’apparato scultoreo dell’Acropoli di Atene e del Partenone, fonte di ispirazione universale per studiosi, allievi e giovani artisti.
Quell’immagine dell’antichità classica basata sul rigore quasi geometrico delle copie romane venne stravolta dall’irrompere sulla scena delle sculture fidiache del Partenone, la cui straordinaria morbidezza sembrava – secondo Canova – trasformare illusionisticamente il marmo in “vera carne”.
Villa Carlotta
Via Regina, 2 – 22016 Tremezzina. Loc. Tremezzo, Como
t +39 0344 40405 biglietto online.
Dal 7 novembre all’11 dicembre visite solo su prenotazione: segreteria@villacarlotta.it
www.villacarlotta.it
RESTAURATO IL CENOTAFIO A CANOVA
Venezia, basilica di Santa Maria Gloriosa dei Frari
È stato ufficialmente presentato a metà ottobre il restauro del Cenotafio a Canova, conservato presso la basilica di Santa Maria Gloriosa dei Frari. L’intervento di restauro, interamente finanziato dal Comitato Britannico per la salvaguardia di Venezia, Venice in Peril Fund, per un importo complessivo di 450.000 €, è stato condotto con la Direzione del personale tecnico della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Venezia e le province di Belluno Padova e Treviso, nelle persone dei funzionari arch. Francesca Vendittelli e dott.ssa e Monica Pregnolato, sotto l’alta sorveglianza della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per il Comune di Venezia e Laguna, territorialmente competente. Costante è stato il dialogo con la committenza, la Parrocchia di Santa Maria Gloriosa dei Frari, che ha svolto il ruolo di stazione appaltante, tramite il RUP arch. Roberta Martel.
I lavori erano stati avviati nel giugno 2021 e si sono conclusi il 6 ottobre 2022. L’insieme delle operazioni, dalla diagnostica al restauro vero e proprio, ha consentito di restituire al monumento una accettabile condizione di equilibrio conservativo, pur nella consapevolezza che alcuni dei danni subiti dai marmi siano ormai irreversibili. L’opera pertanto sarà monitorata.
Il Cenotafio a Canova venne innalzato nel 1827 – trascorsi cinque anni dalla morte dell’Artista – prendendo a ispirazione il modello, mai realizzato, che Canova stesso aveva nel 1794 destinato a Tiziano e che aveva trovato parziale esecuzione nel monumento funebre a Maria Cristina d’Austria, conservato presso la Augustinerkirche di Vienna.
Costruita interamente con blocchi in marmo di Carrara, tranne il basamento in lumachella, l’intera opera è composta da una grande piramide che poggia su una larga scalinata a tre gradini su cui sono collocate le statue costituenti l’intera rappresentazione funebre, a propria volta eretta sull’alto basamento rivestito da lastre di lumachella. Sul fronte della piramide una porta in bronzo semiaperta immette alla piccola stanza sepolcrale dove è custodito il cuore di Canova, sin dal 1822 conservato presso l’Accademia di Belle Arti e trasferito ai Frari proprio nel 1827.
Il monumento, finanziato con una sottoscrizione internazionale testimonianza della profonda eco che la morte dell’artista aveva provocato in tutta Europa, rappresenta il contributo che allievi e discepoli tributarono all’arte del Maestro, alcuni dimoranti a Roma, altri in Veneto.
Il bassorilievo al di sopra della camera sepolcrale è opera di Antonio Bosa, Il Genio sulla sinistra di Giuseppe De Fabris, il Leone alato fu realizzato da Rinaldo Rinaldi; sulla destra, l’allegoria della Scultura è opera di Bartolomeo Ferrari, seguita dal suo Genio tutelare (opera di Rinaldo Rinaldi) e dal gruppo scultoreo delle arti della Pittura e dell’Architettura, opera di Luigi Zandomeneghi, seguite dai rispettivi Genietti tutelari, lavoro di Giacomo de Martini.
Parrocchia S. Maria Gloriosa dei Frari
San Polo 3072 – 30125 Venezia
T. 041.27.28.611 basilica@basilicadeifrari.it
www.basilicadeifrari.it
GUERRA E PACE (Sarah Revoltella in dialogo con Canova)
Museo Gypsotheca Antonio Canova di Possagno (TV)
22 ottobre 2022 – 8 gennaio 2023
La mostra Guerra e Pace presenta l’opera scultorea La difesa di Sarah Revoltella – un’armatura di grandezza naturale realizzata in vetro nell’isola di Murano – posta in diretto dialogo con il gesso raffigurante La pace di Antonio Canova. La scultura, che segna l’ultima tappa del ciclo di tre opere Io combatto, inerenti al tema del disarmo, propone una riflessione sull’ ambiguità del concetto di difesa, come salvaguardia e tutela dell’individuo. L’artista affronta, con diversi linguaggi, tematiche molto attuali nel nostro tempo. Nella sua concezione, la difesa non può consistere nello sviluppo di ulteriori conflitti, ma nella forza del pensiero e dell’arte.
Il capolavoro La pace di Antonio Canova è simbolo di fratellanza e solidarietà tra i popoli. La pace raffigurata mentre schiaccia la testa di un serpente, a rappresentare la vittoria sul male, viene considerata un’opera particolarmente notevole di Antonio Canova, non solo per il valore artistico ma anche per il significato simbolico che ebbe all’epoca e che ancora oggi conserva.
Museo Gypsotheca Antonio Canova
Via A. Canova 74, Possagno (TV)
T. 0423 544323 posta@museocanova.it
www.museocanova.it