Al Teatro Sociale di Mantova, la pianista cinese e il direttore spagnolo hanno inaugurato ‘Tempo d’Orchestra’. Concerto improntato alla giovinezza, interpretativa e compositiva.
Due interpreti delle nuove generazioni, pluripremiati e già affermati, con una carriera costellata da successi. È partita nel segno dei giovani, e della freschezza interpretativa, la trentesima stagione “Tempo d’Orchestra”, l’appuntamento concertistico invernale di Oficina OCM. Sul podio dell’Orchestra da Camera di Mantova è salito Julio García Vico, mentre era solista al pianoforte, nella parte centrale della serata riservata a Schumann, la talentuosa pianista Ying Li.
Il programma prevedeva, in apertura e chiusura, due brani di Mendelssohn-Bartholdy: Calma di mare e viaggio felice, e la Sinfonia n.3 detta Scozzese. La prima è una ‘ouverture da concerto’ del musicista allora diciannovenne ispirato da due brevi scritti poetici di Goethe. Molto forte la matrice descrittiva, l’esplosione di spunti svolti con cura formale. La seconda, la Scozzese, conduce temporalmente poco oltre, a quando Mendelssohn-Bartholdy aveva vent’anni ed ebbe il primo stimolo ideativo, portato a compimento però solo molto dopo, trentaduenne, quando aveva raggiunto la maturità artistica (quella catalogata con il numero 3 è in realtà l’ultima delle sue cinque sinfonie). Una composizione maestosa che unisce due caratteristiche principali: lo slancio emotivo e la solidità strutturale. Ossia quel senso di scoperta che mosse agli inizi il compositore e l’ormai raggiunta dimestichezza nell’uso degli elementi tematici.
Proprio questi contrasti, o per meglio dire il bilanciamento tra questi due aspetti fino a trovare un ammirevole equilibrio, è emerso nella direzione del trentenne Maestro spagnolo Julio García Vico (fresco di un incarico internazionale altamente prestigioso), il quale ha eseguito i due brani di Mendelssohn senza l’ausilio dello spartito, con il leggio collocato solo in occasione di Schumann. Onestamente, non si può dire che il gesto direttoriale fosse elegante, ma, ciò che conta, la sua estetica è emersa cristallina nell’eleganza del risultato. García Vico ha saputo valorizzare le doti migliori possedute dall’Orchestra da Camera di Mantova conducendola, nel brano d’apertura, verso lidi di bucolica quiete.
Invece nella Scozzese ha guidato la formazione attraverso gli spunti romantici di matrice tipicamente tedesca, seguiti all’esordio elegiaco espressione, per il compositore, dell’arcana bellezza di quella terra; attraverso l’inquietudine liedersitica; attraverso le ombre di tristezza ravvivate da aperture alla gioia. E ancora attraverso le reminiscenze di matrice popolare e le riflessioni cosmopolite fino al finale epico che, nell’esecuzione, ha conquistato per la sua grandiosa cantabilità.
Nel mezzo, era il Concerto per pianoforte op.54 composto da Schumann poco più che trentenne ma completato in un quinquennio, e che lui stesso definì, scrivendone alla moglie Clara, «un che di mezzo tra sinfonia, concerto e grande sonata». Solista al gran coda, Ying Li. La venticinquenne pianista cinese è stata per l’intera durata del concerto fisicamente protesa verso l’orchestra e con lo sguardo volto al direttore, con le dita che correvano sui tasti sicure, senza bisogno di una guida visiva. Il linguaggio del corpo ha parlato: era un segno tangibile del dialogo fittamente tessuto tra strumento solista e formazione orchestrale; della ricercata, e raggiunta, condivisione dei respiri, fino all’omogeneità stilistica d’assieme.
Il tocco era delicato, caratterizzato dalla limpidezza e soprattutto dalla naturalezza nell’eseguire le decorazioni schumaniane. E motivato da un approccio giovane e fresco sfociato, anche nel suo caso, in melodiosa cantabilità.
Ying Li ha concluso il suo intervento tornando su una diversa pagina di Schumann e magnetizzando le ovazioni del pubblico con un omaggio alla terra mantovana: un excursus operistico verdiano, a tema Rigoletto, nell’impegnativa “Parafrasi” di Liszt.
Recensione Maria Luisa Abate
Visto al Teatro Sociale di Mantova per “Tempo d’Orchestra” il 25 ottobre 2022
Contributi fotografici: MiLùMediA for DeArtes