All’Auditorium Parco della Musica ‘Casa Schumann’ e poi ‘Il carnevale degli animali’.

La pianista Beatrice Rana inaugura il suo anno di residenza all’Accademia di Santa Cecilia diretta da Sir Antonio Pappano, con un programma dedicato a “Casa Schumann” e con una prima esecuzione ceciliana, il Concerto per pianoforte di Clara Wieck Schumann. All’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone, Sala Santa Cecilia, giovedì 3 novembre 2022 alle ore 19.30 (repliche venerdì 4 novembre ore 20.30 e sabato 5 novembre ore 18).

Clara Wieck Schumann fu tra le figure femminili più importanti dell’Ottocento tedesco, nonché una affermata virtuosa del pianoforte. Nata nel 1819 a Lipsia, figlia di Friedrich Wieck, proprietario di una fabbrica di pianoforti e insegnante di pianoforte, iniziò a comporre giovanissima (le Quattro polacche op. 1 furono pubblicate quando aveva dieci anni), mentre i primi abbozzi del Concerto per pianoforte risalgono al 1832, quando Clara ne aveva soltanto tredici; la prima del Concerto (in tre movimenti) ebbe luogo a Lipsia il 9 novembre del 1835 sotto la direzione di Felix Mendelssohn con Clara alla tastiera.  

La “prima” ceciliana è dunque affidata a Beatrice Rana, che a Santa Cecilia ha debuttato nel gennaio del 2015, e nel 2016 ha dato avvio alla sua collaborazione con Sir Antonio Pappano, con il quale si è esibita sia sul palcoscenico ceciliano sia in tournée. «Antonio Pappano – ha detto Beatrice Rana – è stata una persona importantissima per il mio percorso artistico, con il quale ho inciso per la prima volta un cd con l’orchestra, ed eseguito tanta musica in giro per il mondo. È un musicista che ammiro moltissimo».

[Roma, Auditorium Parco della Musica 05 11 2020 Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia Antonio Pappano direttore Beatrice Rana pianoforte ©Fondazione Accademia Nazionale di Santa Cecilia / foto Musacchio, Ianniello & Pasqualini]

E a proposito del progetto “Casa Schumann”, la pianista salentina ha aggiunto: «Santa Cecilia per me è una famiglia musicale. Ed è proprio a una famiglia musicale che ho deciso di dedicare il tema della mia residenza artistica, innanzitutto dedicandola alla famiglia musicale per eccellenza, ovvero a quella di Robert e Clara Schumann. Sin da quando ero una teenager mi sono letteralmente drogata dei ‛Diari di casa Schumann’ […] scritti durante il loro matrimonio. […] Clara Schumann è una figura che ho sempre amato moltissimo, probabilmente perché è stata la pioniera di quello che è il mio lavoro, cioè la concertista […] Una virtuosa e una delle figure più importanti del Romanticismo. Ed è stato per questo che ho deciso di suonare il suo Concerto […] È importante usare il palcoscenico per far conoscere opere meno conosciute».

La serata viene aperta dalla Sinfonia n. 8 “Incompiuta” (in due movimenti) di Franz Schubert, il cui autografo porta la data del 1822, ma che fu eseguita soltanto quaranta anni dopo (17 dicembre 1865) a Vienna dal direttore Johann Herbeck, diventando ben presto la composizione più popolare e matura del compositore viennese. 

Dopo l’intervallo Antonio Pappano sale sul podio per la Seconda Sinfonia di Robert Schumann, caratterizzata da un pathos autunnale e malinconico. La Sinfonia fu ultimata nel 1846, anno in cui il compositore fu violentemente afflitto dalla sua malattia nervosa – depressioni, insonnia, rumori ossessivi nell’orecchio – come scrisse lo stesso autore: “[La sinfonia] riflette la resistenza dello spirito contro le mie condizioni fisiche. Il primo movimento è pieno di questa lotta e del suo carattere capriccioso e ostinato”.

[Roma, Auditorium Parco della Musica 14 02 2018 Stagione di Musica Sinfonica. Antonio Pappano Direttore Beatrice Rana pianoforte ©Musacchio & Ianniello]

PAPPANO&RANA “IL CARNEVALE DEGLI ANIMALI”
Beatrice Rana, in questa stagione artist in residence a Santa Cecilia – titolo assegnato in 100 anni solo un’altra volta, alla violinista Lisa Batiashvili nel 2017 – continua la sua collaborazione con Sir Tony Pappano, che per questo concerto scende dal podio e si cala nelle vesti di pianista. All’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone, Sala Sinopoli, il 7 novembre 2022 alle ore 20.30. «Non suono tanto – ha affermato tempo fa il Maestro anglo-italiano – ma cerco di mantenere il rapporto con uno strumento, con il ‛come’ si produce il suono. Vengo da lì, è la mia natura e la mia sostanza».

Il programma della serata si apre con il Quintetto per pianoforte e archi op. 81 del compositore cèco Antonín Dvořák, composto tra l’agosto e l’ottobre del 1887, con un malinconico secondo movimento costituito da una Dumka (Andante con moto), un genere di canto popolare slavo di origine ucraina dall’andamento lento e ricco di improvvisi mutamenti d’umore.

[Roma, Auditorium Parco della Musica 05 11 2020 Beatrice Rana pianoforte ©Fondazione Accademia Nazionale di Santa Cecilia / foto Musacchio, Ianniello & Pasqualini]

Il secondo brano della serata è invece affidato esclusivamente alle mani di Pappano e di Beatrice Rana che suonano la celebre suite per pianoforte Ma mère l’Oye (Mamma oca). Attirato dal mondo delle fiabe, nel 1908 Ravel diede il suo contributo alla letteratura pianistica per l’infanzia con i cinque brevi brani per pianoforte a quattro mani ispirati ad alcune fiabe tratte da Charles Perrault (La bella addormentata nel bosco e Pollicino), Marie Catherine d’Aulnoy (Il serpente verde) e Marie Leprince de Beaumont (La bella e la bestia). La suite fu dedicata ai piccoli Jean e Mimie Godebsky, figli di una coppia di amici di Ravel, e la destinazione a due esecutori così giovani rivela la limitata difficoltà tecnica dei brani. Eppure, il compositore francese fece il miracolo di ottenere il massimo dell’effetto con le minime risorse.

In chiusura di serata, Antonio Pappano e Beatrice Rana vengono nuovamente affiancati dai Solisti di Santa Cecilia per la “fantasia zoologica” Il Carnevale degli animali, composta da Saint-Saëns nel 1886 ed eseguita privatamente nello stesso anno e che, nonostante la pubblicazione postuma avvenuta nel 1922, è certamente la sua composizione più celebre. I quattrodici pezzi che la compongono costituiscono una serie di ritratti e di caricature, illustrati con straordinaria abilità descrittiva, per i quali Saint-Saëns fece ricorso a tutti i trucchi del mestiere. Sfruttò un organico ridotto (flauto, ottavino, clarinetto, due pianoforti, archi, xilofono, celesta e due pianoforti), trattando virtuosisticamente gli strumenti e utilizzando citazioni di celebri brani: per esempio, nel quinto brano (L'Elefante), la Danse des sylphes dalla Damnation de Faust di Berlioz oppure lo Scherzo dal Sogno di una notte di mezza estate di Mendelssohn o, ancora, nel brano I fossili la sua Danse macabre, alcune canzoni popolari e l'Aria di Rosina dal Barbiere di Siviglia di Rossini.

C.S.M.
Fonte: Ufficio Stampa, 28 ottobre 2022

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