Alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo le mostre di Lawrence Abu Hamdan, di Victor Man, di Diana Policarpo e Backwards Ahead con opere della Collezione.

BACKWARDS AHEAD
3 novembre 2022 – 26 febbraio 2023

La mostra presenta un nucleo di lavori parte della Collezione Sandretto Re Rebaudengo che si relazionano con i concetti di tempo, di storia e di prova. Attraverso i linguaggi della scultura, dell’installazione e della fotografia, lə artistə in mostra mettono in discussione la nozione di tempo lineare, su cui poggia la concezione occidentale di storia.

All’interno di Backwards Ahead le prospettive artistiche abbracciano una temporalità plurale, composta di anacronismi, ciclicità e dimensioni multiple. In questa realtà alternativa, alcuni lavori affrontano la storia alla luce dello statuto effimero del documento, altri producono remake e contraffazioni, altri ancora istituiscono contro-processi.

Il titolo della mostra è preso in prestito dall’opera di Kiran Subbaiah, un’installazione a circuito chiuso che coinvolge lə visitatorə in un sistema di controllo in differita, che ribalta le coordinate spazio-temporali di chi la attraversa. I lavori di Simon Starling e di Slavs and Tatars declinano il tempo come ciclo economico-produttivo e come corso destinato a ripetersi in un eterno loop. Liz Glynn, Goshka Macuga, Yinka Shonibare si confrontano con la cultura materiale, le politiche istituzionali e la costruzione dell’identità culturale, attraverso la copia, la falsificazione e il re-enactment del passato. Paul Graham, June Crespo, Josh Kline, Andra Ursuţa adottano un registro forense, inseguono indizi e prove, infine espongono o performano le paradossali funzioni degli organi di controllo e di disciplina.

LAWRENCE ABU HAMDAN. AIR PRESSURE (A DIARY OF THE SKY)
3 novembre 2022 – 26 febbraio 2023

Lawrence Abu Hamdan è il terzo assegnatario della Future Fields Commission in Time-Based Media, un’iniziativa congiunta di Fondazione Sandretto Re Rebaudengo e del Philadelphia Museum of Art a sostegno della creazione di opere innovative nei campi di videoarte, cinema, performance, sound e arte digitale.

Air Pressure (A Diary of the sky) è una installazione audio e video che prosegue la ricerca di Abu Hamdan sulla dimensione politica del suono. L’indagine alla base dell’opera riguarda lo spazio aereo libanese, e in particolare l’inquinamento acustico che subisce il popolo libanese e che l’artista chiama “violenza atmosferica”. Il cielo del Libano è quotidianamente invaso da voli militari stranieri, aerei e droni non autorizzati delle forze di difesa israeliane, con frequenze acustiche aggressive. I voli avvengono in contrasto con la Risoluzione ONU 1701 del 2006 che pose fine al conflitto militare tra Israele e Libano noto come la Guerra di Luglio. Partendo dai documenti depositati all’ONU, l’artista ha documentato la “guerra sonora” di oltre 22.111 voli non autorizzati di jet, caccia, droni e altri velivoli senza pilota, negli ultimi 15 anni. I dati sono accessibile pubblicamente sul sito Airpressure.info, incluso in mostra. Il video si concentra nell’arco di un anno, da maggio 2020 a maggio 2021.

VICTOR MAN. EYELIDS, TOWARDS EVENING (Le palpebre, verso sera)
3 novembre 2022 – 26 febbraio 2023

La personale raccoglie venti opere realizzate da Victor Man nel corso degli ultimi dieci anni e offre, per la prima volta, un focus esclusivo sui generi del ritratto e dell’autoritratto, che hanno assunto una rilevanza profonda, nel tempo, all’interno della sua pratica pittorica.

Come si evince dal testo critico di Alessandro Rabottini, insieme con immagini dell’artista stesso, questi dipinti contemplano ritratti di persone che sono entrate nella sua vita, tanto affetti a lui vicini quanto incontri del passato: si compone, così, una narrazione interiore e autobiografica che manifesta un tratto essenziale del lavoro di Man, ovvero la nozione che la materia più intima dell’arte sia l’esistenza individuale insieme con la sua trasfigurazione poetica.

Immerse in una luce il più delle volte crepuscolare, queste figure sono colte in atteggiamenti assorti e contemplativi, o ritratte in attimi di abbandono e di affettuosa prossimità: esse paiono abitare un tempo e uno spazio profondamente umani ma, nel mentre, ritirarsi dal mondo attuale.

Eyelids, Towards Evening (Le palpebre, vero sera) evoca non soltanto una fase della giornata percepibile come una soglia, come uno spazio di metamorfosi – quella in cui la luce lascia il posto al buio – ma anche il passaggio tra il sonno e la veglia, la condizione in cui le forme dell’esistenza quotidiana tramutano, progressivamente, in sembianze simboliche ed oniriche.

L’arco dell’esistenza umana e il repertorio degli affetti è contemplato nella sua interezza, dall’esperienza della nascita e della genitorialità (come troviamo in R with Turtle e in Rózsa Victoria) fino all’avvento del distacco e della morte (Father), passando per la sopravvivenza della memoria dei defunti nell’animo di chi resta (Self-Portrait at Father’s Death).

DIANA POLICARPO. LIQUID TRANSFERS
3 novembre 2022 – 8 gennaio 2023

In occasione di Artissima 2022 (vedi notizia DeArtes qui) Fondazione Sandretto Re Rebaudengo presenta la mostra personale di Diana Policarpo, artista vincitrice del Premio illy Present Future 2021, iniziativa promossa da illycaffè e Artissima.

Liquid Transfers è un’installazione audio video multicanale che segue il formato del video essay. L’opera costituisce il nuovo episodio di una più ampia ricerca dell’artista dedicata all’universo dei funghi e alle implicazioni economiche, sociali e politiche del loro impiego nel corso della storia moderna e contemporanea.

Al centro del progetto si trova la Claviceps purpurea, meglio nota come ergot, parassita della segale riconosciuto fin dal medioevo come causa dell’ergotismo, un’intossicazione alimentare. Il fungo è storicamente associato a epidemie ed episodi di isteria di massa, ma anche all’area dei saperi medici tradizionali. Piccole dosi di ergot erano infatti impiegate da guaritici e ostetriche per praticare aborti e per effettuare trattamenti pre e post parto. Il lavoro si focalizza sull’uso dell’ergot nei programmi militari sperimentali del secondo dopoguerra e sui processi di capitalizzazione (scientifica, medica e infine bellica) che hanno coinvolto il parassita. Intrecciando ecologia, politiche di genere e salute, l’opera propone un’analisi speculativa della relazione tra sfruttamento delle risorse naturali e i sistemi di costruzione e controllo del comportamento sociale.

Testi e immagini tratti dal sito

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