Il violoncellista di Ludovico Einaudi al suo secondo album da solista reinventa le canzoni dei Nirvana con grande efficacia e sensibilità.

Quando la città di Tirana sentì i Nirvana, il Paese delle Aquile era martoriato dai postumi della guerra civile. Il potentissimo magnete di “Nevermind” estrasse il ferro ancora buono dalle macerie di un regime che per mezzo secolo aveva proibito tutta la musica occidentale, dai Beatles ai Milli Vanilli. La musica proibita circolava comunque in clandestinità, captata da antenne, centuplicata in cassette, incisa nella memoria come samizdat sonori. Nulla sapevano, i giovani musicisti albanesi, dei paraphernalia del grunge, dei maglioncini d’angora, delle camicie a quadrettoni.

Non sapevano che il Teen Spirit, lo spirito adolescenziale che li muoveva a vivere rischiosamente, altro non era che il deodorante di cui invece sapeva Kurt. No, a loro bastava che dentro quelle pagnotte da ergastolano ci fosse nascosta una lima da usare per la loro liberazione.

Tra quei musicisti c’era Redi Hasa. Di giorno studiava al Conservatorio sul diligente violoncello che gli aveva dato lo Stato. Di notte suonava l’unico basso elettrico della città, uno strumento che gli aveva inviato suo fratello maggiore dall’Italia. E proprio in quelle session notturne, tra i bunker fumanti e i reticolati divelti, i pezzi dei Nirvana misuravano la loro verità, gli ottani del propellente, i decibel della ribellione.

Da allora sono passati molti anni, il volo di Redi ha preso quota nei cieli della grande musica, gira i teatri del mondo con Ludovico Einaudi, incide con le star del rock e dell’elettronica. Eppure, quando si trova a tu per tu con il suo violoncello, come nel caso del suo primo album solista “The Stolen Cello”, rifioriscono le storie che lo strumento custodisce come gioielli di famiglia.

Maestro e mago dello stile cantabile, Redi torna ora a suonare i “suoi” Nirvana, a reinventare quelle melodie di filo spinato, a trasformare l’eresia e il pericolo in inni di dolcezza e struggimento, in un suono maestosamente umano

BIOGRAFIA
Violoncellista e compositore, Redi Hasa nasce a Tirana nel 1977 da una famiglia di musicisti. All’età di sette anni inizia lo studio del violoncello, si forma presso la Virtuos School of Music di Tirana e in seguito presso l’Academy of Arts di Tirana, dove consegue il diploma nel 1998. Nello stesso anno vince una borsa di studio al Conservatorio “Tito Schipa” di Lecce, dove consegue un ulteriore diploma di violoncello nel 2007.

Il talento di Redi Hasa è subito evidente nell’ambiente musicale pugliese, all’interno del quale riesce straordinariamente a inserirsi costruendo col suo violoncello “polifonie monostrumentali”, dalle sfumature folk e da quelle più ardite della reinvenzione della tradizione.

LA CARRIERA
Redi si esprime spaziando tra i generi e collaborando con diverse formazioni musicali già esistenti, come per esempio la Compagnia Delle Arti “Xanti Yaca”, tra i principali precursori del Rinascimento della musica tradizionale del Sud Italia e per due anni gruppo spalla degli Intillimani, o con l’Associazione Culturale Manigold, con la quale nel 2006 vince l’“Arezzo Wave Love Festival” ed è finalista nazionale al concorso “PrimoMaggiotuttol’anno”. Collabora inoltre con Enza Pagliara, voce storica della riproposta musicale salentina.

Insieme all’organettista Claudio Prima fonda il progetto “Adria” nel 2005 e “Bandadriatica” nel 2006, partecipando a importanti festival e rassegne musicali in tutta Europa. Dal 2008 entra a far parte dell’organico della “Notte Della Taranta”, con direttori artistici Mauro Pagani, Ludovico Einaudi, Goran Bregovic e Giovanni Sollima.

Dalla collaborazione con la cantante salentina Maria Mazzotta nasce nel 2010 il duo “Hasa-Mazzotta”, progetto che permette al musicista di esprimersi totalmente sia come compositore che come arrangiatore. Nel 2014 i due pubblicano “Ura”, disco che porta alla luce i legami possibili tra i repertori che navigano attraverso l’Adriatico unendo i Balcani e i Carpazi con le regioni del Sud dell’Italia.

Dal 2012 il pianista e compositore Ludovico Einaudi lo invita a suonare negli album “In a time lapse” (2013) ed “Elements” (2015). Il tour di “Elements”, a cui Redi Hasa prenderà parte come violoncellista, lo porterà a esibirsi nei più prestigiosi teatri di tutto il mondo, quali il Barbican di Londra, l’Olympia di Parigi, il Teatro Degli Arcimboldi di Milano.

Nel 2017 partecipa a “Carry Fire”, l’undicesimo album in studio della voce dei Led Zeppelin Robert Plant, in uscita il 13 ottobre. L’album, registrato insieme ai Sensational Space Shifters, ospita Redi Hasa al violoncello in 3 brani.

Tra gli altri, Redi Hasa ha inoltre collaborato con Kocani Orkestra, Boban Markovic, Eva Quartet, Bobby McFerrin, Fanfara Tirana, Luciano Biondini, Roberto Ottaviano, Rita Marcotulli, Paolo Fresu, Antonella Ruggiero, Roy Paci, Raiz.

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