Al Museo Novecento: un’opera ritrovata nei depositi, che fu donata dopo l’alluvione del 66, e una monografica dedicata al maestro dell’astrattismo.
JEAN ARP LARME DE GALAXIE
11 novembre 2022 – 15 febbraio 2023
Un’opera di Jean Arp, uno dei grandi maestri del Novecento, riaffiora dai depositi dei Musei Civici Fiorentini. Larme de galaxie (1962), piccolo capolavoro donato dall’artista alsaziano alla città di Firenze, torna alla luce dopo circa tre anni di studio e ricerche condotti da Emanuele Greco su documenti sparsi tra l’Italia, la Germania, la Francia e la Svizzera. L’opera, un unicum nella produzione scultorea di Arp, fu donata nel 1967 alla città grazie alla generosità della moglie dell’artista, Marguerite Arp-Hagenbach, che all’indomani della drammatica alluvione del 1966, rispose con questo significativo omaggio all’appello lanciato agli artisti contemporanei da Carlo Ludovico Ragghianti.
Il ritrovamento dell’opera, spiega lo studioso e curatore Emanuele Greco, permette di gettare nuova luce sulla storia del lungimirante progetto del Museo Internazionale d’Arte Moderna (MIAC), avviato dallo storico e critico d’arte Carlo Ludovico Ragghianti con un appello agli artisti, e pensato come una sorta di grandioso risarcimento alla città dopo i danni provocati dalla catastrofe del 4 novembre 1966, e che di fatto costituisce il nucleo fondante dell’attuale Museo Novecento (inaugurato nel 2014)
Protagonista assoluta della mostra è quindi Larme de galaxie, scultura in duralluminio realizzata da Arp nel 1962, che, a distanza di quasi sessant’anni dalla sua unica apparizione presso la Galleria Schwarz di Milano (1965), torna finalmente visibile in un’esposizione pubblica.
La scultura è posta in un dialogo serrato con il dipinto Forma in elevazione del 1963 di Leone Minassian (1905-1978) e idealmente si ricollega al grande marmo Il pastore dell’essere del 1963 di Alberto Viani (1906-1989), attualmente collocato nel cortile della Biblioteca delle Oblate di Firenze. I due artisti, oltre ad essere stati ammiratori e amici del grande maestro alsaziano, ne furono sensibilmente influenzati, come rivelano le loro ricerche artistiche di matrice organica. Inoltre, la ricostruzione documentaria dell’intera vicenda rivela che fu proprio Minassian, appoggiato da Viani, a convincere la moglie dell’artista, da poco scomparso, a donare un’opera del marito alla città di Firenze.
L’opera, appartenente a una fase tarda, rappresenta pienamente la poetica e lo stile di Arp in scultura, che prese avvio agli inizi degli anni Trenta, dopo la conclusione delle fasi dada e surrealista, con la ricerca di una plastica astratta, di matrice organica, intesa cioè non come imitazione delle forme della natura, ma come natura essa stessa: ovvero una materia, in cui restavano forti le assonanze alle forme di organismi animali e vegetali, costituita però della stessa forza germinante, spontanea e immediata, della natura, che fu sempre per Arp la principale fonte di ispirazione.
Le forme arrotondate, rese sinuose da un delicato gioco di variazioni tra rigonfiamenti e avvallamenti sulla levigatissima superficie, oltre che da un armonioso profilo ondeggiante, sembrano indicare Larme de galaxie come una di quelle fresche riprese condotte da Arp nella fase tarda delle sperimentazioni organiche compiute negli anni Trenta.
ALBERTO MAGNELLI ARMOCROMIE
11 novembre 2022 – 15 febbraio 2023
La monografica dedicata al maestro dell’astrattismo internazionale si inserisce nell’ambito del progetto di valorizzazione delle opere e degli artisti presenti nelle collezioni civiche fiorentine.
Toscano di nascita e francese d’adozione, Alberto Magnelli (Firenze 1888 – Meudon 1971) ha contribuito in maniera determinante alla diffusione di nuovi codici visivi nell’Europa del secondo dopoguerra. Artefice di una lunga e incessante ricerca sul mezzo pittorico, a cavallo tra gli anni Dieci e gli anni Sessanta sviluppò un repertorio del tutto originale di forme e colori. Alla formazione da autodidatta seguì, negli anni della prima giovinezza, il confronto con le esperienze più innovative dell’arte internazionale, coltivato anche attraverso l’amicizia con i principali protagonisti della scena artistica e culturale parigina. Un posto speciale sarà, in tal senso, ricoperto da Jean Arp e dalla moglie Sophie, con i quali Magnelli condividerà importanti esperienze d’arte e di vita negli anni della Seconda guerra mondiale.
La mostra, a cura di Eva Francioli, consente di riscoprire la complessa parabola creativa dell’artista, a partire dall’esposizione dell’intero lascito destinato dallo stesso Magnelli, in punto di morte, alla propria città natale, Firenze. Esposto per la prima volta nel 1973 alla Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti, il Legato Alberto Magnelli si compone di una serie di opere, tra dipinti, disegni e collage, realizzate tra il 1914 e il 1968.
Il nucleo è esemplificativo della grande varietà di stili e tecniche sperimentati dal pittore nel corso degli anni: dalle esperienze giovanili – in cui l’influsso della grande arte italiana del Tre e Quattrocento si combina alle suggestioni dell’avanguardia francese e alla passione per le linee primordiali dell’arte tribale – alle composizioni più mature, in cui Magnelli declina, con crescente consapevolezza, un personale linguaggio di tipo astratto.
Rimane costante, nella sua produzione, l’interesse per la componente cromatica e le sue infinite declinazioni. Proprio la complessa orchestrazione del colore costituisce la chiave di accesso alla conoscenza di questo grande maestro: un’armonizzazione sofisticata e mai scontata, in grado di veicolare le diverse fasi artistiche ed esistenziali attraversate da Alberto Magnelli nel corso della sua lunga carriera.
M.C.S.
Fonte: Ufficio Stampa, 10 novembre 2022
EAN ARP LARME DE GALAXIE
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ALBERTO MAGNELLI ARMOCROMIE
11 novembre 2022 – 15 febbraio 2023
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