Il dipinto cinquecentesco di Giovanni Maria Butteri nella sacrestia della basilica di Santo Spirito restaurato grazie al dono di Friends of Florence.
Si è da poco concluso il restauro de L’Incoronazione della Vergine, la pala d’altare realizzata tra il 1581 e il 1583 da Giovanni Maria Butteri (1540 ca. – 1606) e collocata nella sacrestia della basilica di Santo Spirito a Firenze. L’intervento, realizzato sotto l’Alta Sorveglianza della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Firenze e per le Province di Pistoia e Prato, ed eseguito dalla ditta L’Officina di Restauro, è stato reso possibile grazie al sostegno di Friends of Florence, attraverso il dono di William & Jeanne Bice e famiglia.
Simonetta Brandolini d’Adda, Presidente di Friends of Florence, fondazione che da anni si impegna a sostegno della conservazione e della valorizzazione del patrimonio artistico della basilica, spiega che «il progetto di restauro di questa meravigliosa pala d’altare ne riporta alla luce tutta la sua bellezza artistica e cromatica e consente di migliorare ulteriormente la leggibilità e la visione di insieme dell’intera Sacrestia».
Il prof. Antonio Natali lo scorso 15 novembre ha tenuto una conferenza sulle Pale d’altare della Sacrestia di Santo Spirito, nell’ambito delle celebrazioni per i 60 anni dalla riscoperta del Crocifisso ligneo di Michelangelo. Ha spiegato che «con il restauro dell’Incoronazione della Vergine di Giovanni Maria Butteri e col suo ritorno nella cappella Barbadori della sagrestia di Santo Spirito si chiude un cerchio virtuoso: d’ora in poi la cólta, elegante e austera sagrestia ottagona progettata da Giuliano da Sangallo si offrirà ai visitatori con un corredo d’opere che ne completano la veste e la propongono alla stregua d’uno scrigno prezioso, come fosse un contraltare sacro della medicea Tribuna degli Uffizi; che – di pianta parimenti ottagonale – sarebbe stata costruita un’ottantina d’anni dopo da Bernardo Buontalenti».
LO STATO DI CONSERVAZIONE DELL’OPERA E IL RESTAURO
Il dipinto su tavola ha un supporto ligneo costituito da sei tavole verticali di pioppo. Si sono evidenziati alcuni fori di insetti xilofagi, per fortuna ancora di poca entità. La pellicola pittorica era coperta da uno strato di depositi di fumi che insieme a colle animali rendevano grigia e scura la cromia.
Dopo le necessarie indagini diagnostiche, si è proceduto al restauro a cura di Andrea e Lucia Dori, L’Officina di restauro. Con la pulitura si è rivelata l’ottima conservazione della pellicola pittorica che vanta molte varietà di blu, dall’oltremare del manto della Vergine, all’azzurrite del paesaggio e allo smaltino del cielo, da lacche rosse e bellissime mescolanze, fino a tonalità cangianti che formano particolari accordi cromatici.
C.S.M.
Ufficio Stampa 15 novembre 2022
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