All’Orto botanico universitario, sito UNESCO, un libro diventa una mostra. Le immagini di Vincenzo Castella: mondo vegetale, pittura, architettura e Università.
È una sperimentazione quella che l’Orto botanico propone nella sua sede: trasferire una sequenza di immagini fotografiche dal formato libro a quello espositivo. Le immagini sono quelle che Vincenzo Castella ha realizzato tra il 2020 e il 2021, raccolte ne Il libro di Padova, volume edito da Silvana Editoriale su commissione di Hermès Italie.
La mostra – compresa nel biglietto d’ingresso e visitabile negli orari di apertura dell’Orto botanico – è realizzata nell’ambito delle celebrazioni per gli 800 anni dell’Università di Padova. L’esposizione presenta, dall’11 novembre 2022 all’8 gennaio 2023, una selezione di quaranta immagini. Nulla a che vedere con un itinerario nella città, né con la presunzione di un’indagine sociale e territoriale.
Nel volume – e, in modo originale, nell’esposizione – Padova è mostrata attraverso quattro temi: l’ “Orto botanico”, o più in generale il mondo vegetale; la “pittura”, principalmente gli affreschi, conservati nelle chiese, nelle cappelle, negli oratori, nei battisteri, nei palazzi, ma anche cori, altari, fregi, sculture; l’ “architettura”, che l’artista non descrive, non legge, ma che lascia emergere come spazio interno (tranne poche eccezioni), come possibilità del movimento, definizione di un ambiente e di un luogo; l’ “Università”, con la sua storia che è un nodo cruciale della cultura europea.
Non si tratta di sezioni isolate ma, al contrario, di una trama visiva e concettuale, con andate e ritorni, salti improvvisi e spostamenti quasi impercettibili, che nasce dalla ripetizione e dall’accostamento di realtà separate, secondo il principio che solo le cose incomparabili sono davvero comparabili.
Se nel libro le fotografie si adattano alle dimensioni del formato, nella mostra ridefiniscono lo spazio che le accoglie e soprattutto creano percezioni differenti. Un quadrittico del Martirio e trasporto di San Cristoforo di Mantegna e un trittico degli affreschi del Battistero di Menabuoi, per esempio, sono stampati in carta leggera di grandi dimensioni e appesi liberamente alle pareti come fossero striscioni. Altre immagini in medio formato sono invece incorniciate in modo più tradizionale. E ancora i video, che sono dei movimenti all’interno delle immagini, presentano un’ulteriore possibilità della visione.
Le immagini di Castella producono un proliferare di storie, solo alcune delle quali raccontate in questo libro e in questa mostra. Ogni visitatore può ricostruire i suoi seguendo il sasso gettato nello stagno nel Libro di Padova, spiega il curatore Salvatore Lacagnina.
APPROFONDIMENTI
IL CONCORSO “ALBERO DELL’ANNO”
ll Platanus orientalis ritratto da Vincenzo Castella con alcune foto presenti in mostra è stato scelto per rappresentare l’Orto botanico di Padova nell’ambito del concorso Albero italiano 2022, nato con lo scopo di celebrare gli alberi come patrimonio naturale e culturale da amare e proteggere.
Organizzato dall’EPA (Environmental Partnership Association) a partire dal 2011 per valorizzare la storia degli alberi, la loro connessione con la popolazione, il territorio e l’ambiente, Tree of the Year conta attualmente la partecipazione di 16 Paesi europei. L’Italia è presente dal 2019 grazie all’impegno di Giant Trees Foundation.
L’ORTO BOTANICO FONDATO NEL CINQUECENTO E OGGI SITO UNESCO
L’Orto botanico dell’Università di Padova è il più antico orto botanico universitario al mondo ad aver mantenuto la sua collocazione e la sua architettura originarie. Fu fondato nel 1545 nel cuore di Padova, con lo scopo di consentire agli studenti universitari di imparare a riconoscere le piante medicinali e ad usarle per scopi terapeutici. Nel 1997 è stato inserito nella lista dei siti Patrimonio Mondiale dell’Umanità UNESCO. Oggi ospita più di 6.000 esemplari e 3.500 specie all’interno di una superficie di 3,5 ettari.
L’Orto antico è caratterizzato da un’affascinante struttura a forma di cerchio con inscritto un quadrato, suddivisa in quattro quadrati più piccoli (i “quarti”) da due viali perpendicolari, e racchiusa da mura perimetrali. Ogni quarto deve il suo nome alla sua pianta più rappresentativa: magnolia (sud-ovest), ginkgo (nord-ovest), tamerice (nord-est) e albizzia (sud-est). Gli esemplari delle piante sono disposti per categoria all’interno di aiuole di forma geometrica, specifica per ogni quarto, andando a rappresentare un catalogo ideale del regno vegetale.
L’Orto antico ospita collezioni tematiche (piante medicinali, velenose, piante rare del Triveneto, flora dei Colli Euganei), ricostruzioni di ambienti naturali (come la roccera alpina e la macchia mediterranea), piante insettivore, succulente, acquatiche e ornamentali, senza dimenticare le piante storiche.
Nel 2014 l’Orto botanico di Padova è stato ampliato con la costruzione del Giardino della biodiversità, costituito da cinque grandi serre a basso impatto ambientale nelle quali è possibile compiere un affascinante viaggio attraverso i biomi naturali del pianeta – dalle aree tropicali a quelle sub-umide, dalle zone temperate ai deserti – esplorando al contempo il millenario rapporto tra le piante e gli esseri umani
LA PALMA DI GOETHE (1585)
La palma nana fu messa a dimora presso l’Orto botanico nel 1585, e attualmente rappresenta la pianta più antica. È nota come “Palma di Goethe” da quando il poeta, dopo averla osservata nel 1786, ne trasse ispirazione per formulare l’intuizione evoluzionistica del Saggio sulla Metamorfosi delle piante, pubblicato nel 1790. Goethe rimase particolarmente colpito dalla struttura delle foglie: quelle basali sono infatti intere, mentre quelle intermedie iniziano a dividersi lungo le nervature, fino a sfrangiarsi in un ventaglio di lacinie lineari nelle foglie superiori.
La palma è ospitata all’interno di un’apposita serra ottagonale presso la Porta nord, nel quarto delle piante medicinali, che fino al 1935 aveva una struttura lignea. Questa protezione le ha permesso di sviluppare vari fusti che raggiungono un’altezza di circa 10 metri, per cui venne a lungo indicata come Chamaerops humilis L. var. arborescens (Pers.) Steud., varietà non più riconosciuta dalle moderne flore. La serra è stata restaurata nel settembre 2015, usando materiali e soluzioni tecniche moderne ma preservando le caratteristiche originarie
M.C.S.
Ufficio Stampa, novembre 2022
Immagine di copertina: Orto botanico.
Fra aloe, sansevierie ed euforbie della serra arida africana.
Copyright Vincenzo Castella
VINCENZO CASTELLA. IL LIBRO DI PADOVA. LA MOSTRA
11 novembre 2022 – 8 gennaio 2023
Orto Botanico dell’Università di Padova
via Orto Botanico, 15 35123 Padova
www.ortobotanicopd.it
www.ortobotanicopd.it/it/il-libro-di-padova-la-mostra