Al Museo Civico d’Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini, la mostra in collaborazione con Museo di Palazzo Poggi | Alma Mater Studiorum – Università di Bologna.
La mostra gioca sull’antitesi tra verità e illusione; sull’apparente contrasto fra gli effetti di conturbante iperrealtà da un lato, e l’inganno dei sensi dall’altro, che il virtuosismo mimetico dell’arte della ceroplastica era in grado di procurare allo spettatore come commistione tra immagine e vita. E lo è tuttora, come immutato è il rapporto dell’uomo con la morte e con il divino.
La mostra Verità e illusione. Figure in cera del Settecento bolognese si configura come primo evento espositivo organicamente incentrato sulla ritrattistica in cera realizzata in ambito bolognese durante il ‘700, secolo che conobbe il maggiore rilancio dell’arte antica e intrigante della ceroplastica già praticata nelle epoche classiche e medievali.
Allestita al Museo Civico d’Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini dal 19 novembre 2022 al 12 marzo 2023 (prorogata fino al 10 aprile), la mostra è a cura di Massimo Medica, Mark Gregory D’Apuzzo, Ilaria Bianchi e Irene Graziani. L’ingresso è gratuito; con il titolo di ingresso al Museo Civico d’Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini si accede a tariffa ridotta alla sede espositiva del Museo di Palazzo Poggi.
Dopo due importanti progetti espositivi che in anni recenti, a Venezia nel 2012 e a Francoforte sul Meno nel 2014, hanno segnato la riscoperta di una produzione ingiustamente dimenticata offrendone nuove chiavi di lettura, la storia di queste effigi artificiose a grandezza naturale dalle possibilità illusionistiche ambiguamente più reali del reale appare ancora oggi in grande parte da scrivere.
Forma artistica scarsamente indagata dal circuito accademico per via dell’antico pregiudizio verso una materia metamorfica considerata priva di valore estetico e una tecnica in bilico tra arte e artigianato, proprio nel capoluogo emiliano, durante il XVIII secolo, la ritrattistica scultorea in cera ebbe un ruolo di primaria importanza godendo di fortuna e apprezzamento come rappresentazione congeniale ad una triplice funzione: la trattazione delle discipline scientifiche avviata nella rinomata scuola di anatomia umana dell’Università, la raffigurazione del potere e la devozione religiosa.
Promossa dai Musei Civici d’Arte Antica di Bologna in collaborazione con il Museo di Palazzo Poggi afferente al Sistema Museale di Ateneo | Alma Mater Studiorum – Università di Bologna, l’esposizione intende far conoscere al pubblico e rivalutare in una giusta prospettiva l’indubbia qualità di quanto ancora sopravvive di una produzione che, secondo le fonti documentarie, fu assai ricca e vide impegnati abilissimi scultori.
A ricondurre con piena dignità questo patrimonio nel clima della gloriosa civiltà figurativa del Settecento bolognese fu lo storico dell’arte Andrea Emiliani, alla cui memoria l’iniziativa è significativamente dedicata, autore nel 1960 di un fondamentale saggio, ora ripubblicato nel catalogo che accompagna la mostra, in cui vi riconobbe una “realizzata unità fra imitazione, anzi super-imitazione del vero, e fantasia ricreante” in grado di evocare “un’allusione sconcertante all’umano”.
A partire dal nucleo di opere conservato al Museo Civico d’Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini, l’esposizione riunisce per la prima volta 18 opere, di cui 16 figure in cera e 2 terrecotte, di notevole fattura presenti in raccolte museali ed edifici di culto cittadini, potendo inoltre godere del prestito straordinario di pezzi appartenenti a collezioni private e dunque raramente visibili.
Catalogo Silvana editoriale. Sono previste visite guidate per il pubblico adulto, attività laboratoriali per bambini e conferenze.
APPROFONDIMENTO
LE CERE IN MOSTRA
Accanto al Ritratto del conte senatore Paolo Patrizio Zambeccari (1670-1756) di Nicola Toselli esposto unicamente in una mostra nel 1935, sono 3 i manufatti inediti visibili per la prima volta: la testa di Cristo in cera policroma, attualmente conservata presso il Museo provinciale dei Cappuccini di Bologna e attribuita a ceroplasta emiliano, e i due busti di San Carlo Borromeo e San Filippo Neri riferibili a Luigi Dardani, provenienti dal coretto della chiesa di Santa Maria di Galliera.
Il percorso espositivo si estende nella seconda sede del Museo di Palazzo Poggi dove si trova la “Camera della Notomia” dell’Istituto delle Scienze con la serie di otto statue in cera – di cui due nudi raffiguranti Adamo ed Eva, quattro Spellati e due scheletri – progettate ed eseguite tra il 1742 e il 1751 dal pittore, scultore e architetto Ercole Lelli su commissione del Cardinale Prospero Lorenzo Lambertini, asceso al soglio pontificio nel 1740 con il nome di Benedetto XIV.
In una temperie di rinnovato fervore della vita culturale cittadina per impulso dell’ecclesiastico bolognese, la presenza di una fiorente scuola di studi anatomici favorì l’affermazione di Bologna come capitale della ceroplastica scientifica, con la formazione della prima vera scuola di modellatori in cera. Le prerogative di questa tecnica, tali da imitare la consistenza e il colorito anche delle membrane più sottili e quasi invisibili, ne fecero uno strumento assai efficace per scopi didattici.
L’impegno strettamente connesso al mondo della scienza medica del capostipite della scuola bolognese Ercole Lelli venne in seguito assunto dai celebri coniugi Giovanni Manzolini e Anna Morandi, creatori di decine di preparazioni anatomiche in cera, anch’esse conservate nelle collezioni storiche dell’ateneo bolognese, che diedero un fondamentale contributo all’avanzamento delle conoscenze di anatomia e di fisiologia grazie alla rappresentazione di parti del corpo umano di raffinatezza e minuzia tecnica del tutto straordinari per l’epoca e ammirati in tutta Europa.
Nella Bologna di Papa Benedetto XIV la ceroplastica si ritagliò uno spazio di affermazione più ampio, ponendosi quasi a concorrenza con le altre arti tradizionali (la pittura, la scultura in terracotta), riuscendo a soddisfare le richieste di una committenza sedotta dall’alto potenziale di verosomiglianza garantito dalla modellazione in cera associata ad altri materiali.
Costituite da più parti i cui componenti erano ottenuti tramite modelli e calchi, le figure in cera venivano montate su strutture portanti, forme in legno imbottite o addirittura veri scheletri. La cera, miscelata ai diversi colori, veniva colata in sottili strati, rifinita con la stecca e con velature dipinte, quindi verniciata. L’applicazione di capelli, occhi in vetro, accessori metallici e vestiti di stoffe preziose e l’animazione del volto assicuravano risultati di impressionante realismo.
Un busto raffigura Anna Maria Calegari Zucchini (1643-1741), tessitrice di modeste origini e analfabeta che ebbe fama di donna devota e in odore di santità, commissionato allo scultore Angelo Gabriello Piò ma eseguito dall’allievo Filippo Scandellari.
Si diffuse anche una produzione di soggetti religiosi (Santa Famiglia, Ecce Homo, Maria Addolorata, santi), e soprattutto di busti a grandezza naturale raffiguranti personaggi dalla condotta di vita esemplare di cui si voleva promuovere il culto, come nel caso del busto di Padre Ercole Maria Giuseppe Isolani di cui è artefice lo stesso Scandellari.
Le figure in cera conquistarono anche la dimensione mondana come nel caso dei magnifici ritratti degli aristocratici Francesco e Paolo Patrizio Zambeccari, appartenenti a una delle famiglie più importanti a Bologna per attività collezionistica, modellati, rispettivamente, da Luigi Dardani e Niccolò Toselli. Nella rassegna non mancano i borghesi (il ritratto commemorativo dell’architetto Carlo Francesco Dotti attribuito ad Angelo Gabriello Piò) e i “villani” (purtroppo perduti Il Fattore e La Fattoressa di Casa Ghisilieri).
Alcune cere non bolognesi, dalla Germania e dalla Francia, consentono di estendere lo sguardo sulla ceroplastica europea coeva all’epoca qui considerata.
M.C.S.
Ufficio Stampa, 17 novembre 2022
Immagine di copertina:
Nicola Toselli (Bologna 1705-1792)
Ritratto del conte senatore Paolo Patrizio Zambeccari (1670-1756), post 1756
cera policroma, vetro, capelli, tessuto, h 85 cm
teca in legno con cornice intagliata e dorata
Collezione privata
Credito fotografico: Roberto Serra
Courtesy Settore Musei Civici Bologna
VERITÀ E ILLUSIONE. FIGURE IN CERA DEL SETTECENTO BOLOGNESE
19 novembre 2022 – 12 marzo 2023 (prorogata fino al 10 aprile)
Museo Civico d’Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini
Strada Maggiore 44 | 40125 Bologna
Tel. +39 051 236708
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