Al Museo di Roma a Palazzo Braschi, il palinsesto espositivo sull’arte italiana contemporanea presenta una mostra di Biggio e Fiorentino, e un’opera di Di Liberto.
Nell’ambito di Quotidiana, dal 19 novembre 2022 al 12 gennaio 2023, per la sezione Paesaggio apre al pubblico la mostra “Appunti per un’archeologia del futuro” di Alessandro Biggio (Cagliari, 1974)e Antonio Fiorentino (Barletta, 1987), mentre per la sezionePortfolio, dal 19 novembre all’11 dicembre 2022,è esposta un’opera del giovane artista Giuseppe Di Liberto (Palermo, 1996).
Quotidiana è il programma espositivo promosso dalla Quadriennale di Roma e da Roma Culture, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, che, a partire da settembre 2022, coinvolge le due sale al piano terra del Museo di Roma a Palazzo Braschi con un palinsesto di mostre, ideate e prodotte dalla Quadriennale (vedi notizia DeArtes qui). Quotidiana rientra nel Programma dei 95 anni della Quadriennale.
APPROFONDIMENTI
APPUNTI PER UN’ARCHEOLOGIA DEL FUTURO
Trae origine da una riflessione della curatrice Alessandra Troncone su una tendenza particolare della scultura italiana del XXI secolo: alcune opere assumono forme assimilabili a quelle di reperti archeologici i cui connotati, invece che riferirsi ad un passato noto, sembrano proiettare verso un possibile futuro incerto.
La ricerca artistica di Alessandro Biggio e Antonio Fiorentino considerata dal saggio critico della curatrice, si concentra sui processi di trasformazione della materia e dei significati culturali attraverso il tempo.
Alessandro Biggio (1974, vive e lavora tra Cagliari e Calasetta) presenta Cámua (2021), una scultura originata dal calco dell’interno di un tronco marcito, attorno al quale è intrecciato un cordino lavato in un impasto di acqua e cenere, qui utilizzato come materiale simbolico legato allo sgretolarsi del corpo. L’opera diviene un luogo in cui la conoscenza dei tempi e dei ritmi della natura si incrocia con quella delle tradizioni culturali, come la tecnica di intreccio della cordula, utilizzata per realizzare la scultura.
Nell’opera Hermetica Hesperimenta (2019) di Antonio Fiorentino (Barletta, 1987 vive e lavora a Milano) una scaffalatura da deposito archeologico espone una serie di opere non finite dell’artista, quasi fossero anch’esse dei reperti, mentre i cumuli di detriti sul pavimento rimandano ad oggetti ormai distrutti e di cui si è ormai persa la memoria.
CORTEI DI GIUSEPPE DI LIBERTO
Cortei (2022) è un’opera scultorea in argilla che si trasforma lungo la durata della mostra. Due gruppi scultorei rappresentano dei cortei funebri, ognuno con un diverso destino: il primo viene bagnato regolarmente dal gocciolare dell’acqua, mentre il secondo viene lasciato a seccarsi. L’abbondanza del nutrimento, come la sua assenza, porta al dissolvimento e alla scomparsa della forma, come una metafora della fragilità dell’esistenza incarnata dal materiale scultoreo utilizzato.
L’opera di Giuseppe Di Liberto (1996 Palermo, vive e lavora tra Venezia e Palermo) si connota come un’indagine artistica di carattere antropologico e rituale che pone al centro del suo obiettivo i processi di culto ed esorcismo della morte. Il suo interesse relativo a questi temi universali è volto alla ricerca di un antidoto al senso di vuoto e ai processi di dispersione accelerati dalla società contemporanea.
C.S.M.
Uffici Stampa, 18 novembre 2022
Immagine di copertina:
Antonio Fiorentino, Hermetica Hesperimenta, 2018, particolare
foto di Carlo Romano, courtesy Fondazione La Quadriennale di Roma
ALESSANDRO BIGGIO E ANTONIO FIORENTINO
APPUNTI PER UN’ARCHEOLOGIA DEL FUTURO
19 novembre 2022 – 12 gennaio 2023
Ingresso gratuito
GIUSEPPE DI LIBERTO. CORTEI
19 novembre 2022 – 11 dicembre 2023
Ingresso gratuito
Museo di Roma a Palazzo Braschi
Roma, piazza San Pantaleo, 10 (Piazza Navona 2)
www.museodiroma.it | www.museiincomuneroma.it