Al Teatro della Pergola la prima assoluta in italiano della commedia del ‘700, un testo utopistico sulla condizione femminile. Presentazione tre volumi sul teatro di Marivaux.
MARIVAUX LE UTOPIE
SPETTACOLO TEATRALE “LA COLONIA”
Le tematiche espresse in questo testo scritto da Marivaux nel 1750, che risuonano straordinariamente contemporanee alle nostre orecchie, erano uno dei più controversi argomenti nel dibattito filosofico e sociale dell’Illuminismo francese.
In prima assoluta italiana arriva al Teatro della Pergola di Firenze (dopo l’anteprima nazionale al Teatro Era di Pontedera il 16 novembre) La Colonia, testo utopistico che narra di una rivolta di donne, dopo un naufragio su un’isola deserta, contro i mariti che vogliono legiferare senza coinvolgerle, per costruire un nuovo mondo in quella colonia sperduta in mezzo all’oceano.
Un’opera di straordinaria attualità sulla condizione femminile scelta dal regista Beppe Navello, che l’ha anche tradotta in lingua italiana, in scena dal 30 novembre al 3 dicembre 2022. Con le scene e costumi di Luigi Perego, le musiche di Germano Mazzocchetti e le luci di Orso Casprini, la commedia è pensata per numerosi personaggi – più della metà sono donne, rarità nella tradizione teatrale – ai quali Marivaux offre la possibilità di misurarsi con molteplici registri interpretativi.
Gli interpreti, che fanno parte della “Compagnia di Sala Prove”, sono Daria Pascal Attolini, Marcella Favilla, Luigi Tabita, Stefano Moretti, Maria Alberta Navello, Fabrizio Martorelli, Giuseppe Nitti, Cecilia Casini, Giulia Lanzilotto, Claudia Ludovica Marino, Erica Trinchera e Alessandro Panatteri.
La Produzione è realizzata dall’Associazione Teatro Europeo in collaborazione con il Teatro della Toscana e con il sostegno di MIC Direzione Generale Spettacolo, nell’ambito del progetto internazionale “Marivaux: le utopie” (vedi notizia DeArtes qui).
LA GENESI DELLA COMMEDIA SPIEGATA DAL REGISTA E TRADUTTORE BEPPE NAVELLO
«Nel 1750 Marivaux decise di riadattare una sua vecchia commedia in tre atti che non aveva avuto successo, ricompattandola in un atto unico. Ventuno anni prima, il 18 giugno 1729 quella commedia, sotto il titolo La nouvelle colonie, era stata rappresentata al Théâtre des Italiens e, nonostante il cast annoverasse alcune star dell’epoca come Silvia Balletti e Pierre François Biancolelli, era stata ritirata dopo una sola rappresentazione. Colpa del testo ispirato a una delle questioni filosofiche più scottanti sollevate dagli illuministi? Colpa di un eccesso di verbosità in un teatro come quello italiano che i parigini continuavano a considerare erede della Commedia dell’Arte? Una scarna cronaca del “Mercure de France” è tutto quel che ci rimane della recita del 1729 e non consente valutazioni storico critiche convincenti.»
«Ma è un fatto significativo che Marivaux, autore ormai affermato e consacrato alla fama, decida di rimettere mano a quell’opera dopo tanti anni: il problema dell’uguaglianza dei sessi poteva, sì, essere impopolare nella Francia ancien régime, ma non doveva essere rimosso per sempre nella storia contemporanea, proiettando la sua forza ineluttabile in un futuro prossimo nel quale le donne sarebbero state protagoniste. La colonia, quel secondo tentativo, Marivaux lo destinò soltanto alla lettura “in una Società”: come a ribadire che i tempi non erano maturi per declamare tanta sovversiva originalità sulle tavole del palcoscenico; come era successo d’altronde a un altro testo ispirato alle idee dei philosophes, L’Isola della Ragione, che l’autore si rammaricava di aver portato all’insuccesso teatrale dopo il buon esito riscontrato invece attraverso le letture ad amici e intellettuali.»
«Si dirà che mettere in scena una commedia sulla rivolta delle donne non solo non comporta rischi, ma è così politicamente corretto da rischiare quasi il conformismo. Eppure, non è conformista ascoltare le parole di un classico (cioè di un autore che non finisce mai di essere contemporaneo, per ricordare una delle più felici definizioni della parola) a proposito della questione femminile, tema sociale e filosofico ben lontano dall’essere definitivamente risolto duecentosettantatré anni dopo. Proprio perché tiene conto con autoironia delle timidezze, delle resistenze, delle paure ancestrali che accompagnano da sempre l’accettazione di una parità completa tra le due metà del cielo. E poi perché è una commedia, forma teatrale che non si prende sul serio neanche quando fa finta di predicare, ma gioca con gli strumenti del buon teatro, con i caratteri, con le battutacce, con l’invenzione del naufragio in un’isola deserta, mitologica risorsa in teatro per rappresentare utopie palingenetiche. E se nel testo di Marivaux il finale resta prudentemente senza esito rispetto alle speranze che ha generato durante tutto il tempo dell’azione, è inevitabile sentire che quella conclusione è provvisoria e prefigura un futuro diverso affidato alle generazioni che verranno. È quanto cerca di esprimere questa messa in scena, la prima in italiano e nel nostro Paese, per quanto io sappia, della storia plurisecolare di questo testo».
SCENE EUROPEE MARIVAUX
TRE VOLUMI: MARIVAUX, TEATRO
Nell’ambito del progetto culturale “Scene Europee Marivaux” (vedi notizia DeArtes qui) vengono presentati i primi tre volumi del teatro di Marivaux, mercoledì 30 novembre alle ore 18:00, presso il Teatro alla Pergola, con ingresso libero fino a esaurimento posti. La pubblicazione, edita da CuePress, costituisce parte di un’impresa editoriale di ben sette volumi nei quali, con note critiche, sarà possibile leggere per la prima volta in traduzione italiana l’opera omnia dell’autore.
Alla base del progetto, curato e coordinato dalla prof.ssa Paola Ranzini dell’Institut Universitaire de France-Avignon Université, è la constatazione di una lacuna nel panorama editoriale: rare sono infatti le traduzioni delle opere marivaudiane e quasi tutte irreperibili. Sono poche pure le pièces di Marivaux giunte finora nei teatri italiani e attraverso questa operazione filologica, si intende allargare il panorama di diffusione culturale anche a nuove esplorazioni e messe in scena.
Alla presentazione dei volumi interverranno la curatrice del progetto Paola Ranzini insieme al regista e traduttore di alcuni dei testi contenuti, Beppe Navello, Stéphane Kerber dell’Institut français di Tel Aviv e Monica Pavesio, docente di scienze della mediazione linguistica all’Università di Torino.
Il primo volume del Teatro di Marivaux, uscito nel 2021,comprende: La sorpresa dell’amore (1722), La seconda sorpresa dell’amore (1727) e I giuramenti imprudenti (1732), tre commedie incentrate su quella che la critica per molto tempo ha considerato quale l’essenza stessa del teatro marivaudiano, e cioè la vicenda di personaggi che giungono a riconoscere e a esprimere un sentimento cui pure, per volontà e ragione, tentano di sottrarsi.
Il secondo volume comprende le traduzioni della Doppia incostanza (1723), della Finta serva (1724) e del Trionfo dell’amore (1732), tre fra le commedie più celebri di Marivaux, conosciute anche in Italia grazie a regie storiche rispettivamente di Andrée Ruth Shammah, Patrice Chéreau e Antoine Vitez. Il volume pubblica la traduzione, fin qui inedita, apprestata da Enrico D’Amato ed Ena Marchi proprio per la messa in scena di Vitez per il Piccolo Teatro (1985-1986), riveduta da Ena Marchi per l’edizione di oggi.
Il terzo volumecomprende due sezioni di tre commedie ciascuna. Lo stratagemma riuscito (1733), Il qui pro quo (1734)e La gioia imprevista (1738)sono tre commedie composte per il Théâtre Italien di Parigi, il cui intreccio è fondato su equivoci e scambi, dissimulazioni e finzioni, mascheramenti e travestimenti: altrettante prove organizzate o subite perché trionfi la parola sincera, accompagnata da atti e atteggiamenti finalmente in accordo con essa. Di tali commedie, del tutto ignote in Italia, si propone qui per la prima volta una traduzione italiana.
La seconda sezione, Le Utopie, è invece dedicata a tre commedie (L’isola degli schiavi, L’isola della ragione, La colonia) che costituiscono un insieme, la cui composizione iniziale si estende fra il 1725 e il 1729, ma con una riscrittura tarda (1750) per una di esse. Rappresentate rispettivamente alla Comédie-Italienne, alla Comédie-Française e in un teatro di società, nell’opera di Marivaux esse costituiscono senza dubbio, per coerenza e unità tematica, il ciclo più omogeneo. L’isola degli schiavi, resa celebre in Italia grazie alla regia di Giorgio Strehler nel 1994, è qui pubblicata nella traduzione che ne apprestò Carlo Repetti per la messa in scena di Irina Brook (2017). La traduzione della Colonia, a cura di Beppe Navello, è destinata alla messa in scena per la regia del medesimo.
C.S.M.
Ufficio Stampa, 23 e 24 novembre 2022
Contributi fotografici: © Filippo Manzini
Spettacolo: LA COLONIA di Marivaux
30 novembre – 3 dicembre 2022
Tre volumi: SCENE EUROPEE MARIVAUX – MARIVAUX: LE UTOPIE
Mercoledì 30 novembre 2022 – Ore 18:00 Ingresso libero
Teatro della Pergola
Via della Pergola, 30 – Firenze
biglietteria@teatrodellapergola.com
Biglietti nei punti vendita Vivaticket, online teatrodellatoscana.vivaticket.it e telefonicamente al numero 055.0763333
www.teatrodellapergola.com
Informazioni sul progetto Marivaux:
Associazione Culturale Teatro Europeo
Via Santa Chiara 1, Torino
teatroeuropeo01@gmail.com
teatroeuropeo.it