Presso Labs Contemporary Art la mostra nata a seguito di una battaglia notturna a cuscinate tra nove artisti del Collettivo SenzaBagno.  

Manifestando affinità e divergenze ma soprattutto mettendo in scena le dinamiche che “regolano” la costruzione di una mostra collettiva, tra accordi e conflitti, per la prima volta sono riunite in un unico ambiente espositivo le opere dei componenti del Collettivo SenzaBagno, fondato nel 2018 a Pescara: Francesco Alberico, Simone Camerlengo, Lucia Cantò, Matteo Fato, Lorenzo Kamerlengo, Gioele Pomante, Gianluca Ragni, Letizia Scarpello, Eliano Serafini. Labs Contemporary Art presenta Fino a tardi, mostra visibile dal 3 dicembre 2022 al 14 gennaio 2022 a cura di Saverio Verini.

Il titolo Fino a tardi chiama in causa lo spirito a partire dal quale la mostra ha preso forma: gli artisti hanno pernottato nello spazio espositivo mettendo in atto una battaglia di cuscini, di cui sono visibili gli esiti; un rituale attraverso cui regolare le tensioni che questo percorso condiviso inevitabilmente ha portato con sé, un modo eccentrico per confrontarsi reciprocamente, non senza risvolti ludici.

La mostra offre un saggio delle ricerche individuali dei membri di SenzaBagno. Le opere dei nove artisti invitati presentano punti di contatto, analogie, interessi comuni, così come distanze e approcci formali differenti.

[Matteo Fato. Dettaglio dell’opera. Immagine fornita da ufficio stampa Irene Guzman]

Il confronto tra natura e artificio è un tratto distintivo del lavoro di Eliano Serafini. Il quale espone una mandibola di cervo che, enfatizzando la sua forma allungata, diviene uno strumento per la scrittura, come una specie di penna primordiale. L’opera mette in luce l’ambivalenza e il potere simbolico di tracce che appartengono al contesto naturale e le potenzialità che possono derivare dagli innesti con elementi industriali.

Le ricerche di Simone Camerlengo e Gianluca Ragni si focalizzano sulla pittura. Nel dipinto di Camerlengo il cruciverba diventa pretesto per un’esplorazione della grammatica pittorica, tra accenni di astrazione geometrica, suggerita dalla griglia del cruciverba, e una figurazione abbozzata. L’approccio di Ragni è orientato invece a una pittura quasi allo stato gassoso, da cui scaturisce una forma evanescente eppure incisiva, una specie di “idolo” che prende corpo anche grazie all’altezza inconsueta alla quale il dipinto è allestito.

Anche il lavoro di Matteo Fato presenta punti di contatto con la pittura: una mazza da baseball tornita a mano viene esposta macchiata da accumuli di colore ad olio. La mazza ritorna come soggetto/oggetto dell’incisione calcografica allestita al suo fianco, in una composizione indivisibile.

Lucia Cantò propone tre fotografie, dei dettagli ravvicinati di mani – tutte appartenenti a persone a lei care – sulle quali sono scritte brevi frasi tratte dalla raccolta di poesia d’amore di Anne Sexton.

Il lavoro di Lorenzo Kamerlengo può essere considerato come una specie di monumento al disegno automatico, allo schizzo realizzato in modo rapido, quasi sovrappensiero. Parti di questi “disegnini” sono riportati su moduli di cemento, acquistando così un corpo e una tridimensionalità che non appartiene loro.

Letizia Scarpello è interessata alla compenetrazione tra media diversi. Alcuni cilindri in gommapiuma, materiale di origine industriale, sono modellati dall’artista, assumendo connotati quasi antropomorfi. I pezzi di gommapiuma “messi in posa” sono successivamente fotografati e poi stampati su tele emulsionate, che – grazie al colore e al formato – contribuiscono a rendere queste immagini ambigue.

Gioele Pomante si interroga sul rapporto tra l’essere umano e le coordinate spazio-temporali, creando un cortocircuito tra scale e formati agli antipodi. In mostra sono presentate cinque cartoline: un tentativo paradossale di “abbracciare” l’intero pianeta terra e proiettarsi verso un altrove. 

La parola scritta torna nelle opere di Francesco Alberico, unico artista che ha lavorato a distanza, delegando agli altri di SenzaBagno la realizzazione dell’intervento. Il suo lavoro appare in più punti della galleria: la scritta “decision”, barrata, appare come un commento alla mostra, sottolineando alcuni dei temi che hanno caratterizzato la genesi e lo sviluppo di Fino a tardi: il conflitto, interiore e collettivo, la precarietà, la contraddizione.

M.C.S.
Ufficio Stampa, 28 novembre 2022
Immagine di copertina fornita da ufficio stampa Irene Guzman

FINO A TARDI
3 dicembre 2022 – 14 gennaio 2022

Labs Contemporary Art
Via Santo Stefano 38, Bologna
Tel. +39 051 3512448 | Mob. +39 348 9325473 
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