Una porta sulla città antica: è tornato visitabile complesso degli Edifici del Foro di Praeneste. Il Museo Prenestino e le aree archeologiche saranno riunite in un unico sito. 

Alla presenza del Direttore Generale Musei Massimo Osanna, del Direttore Regionale Musei Lazio Stefano Petrocchi è stato riaperto al pubblico, da giovedì 1 dicembre 2022, l’imponente Complesso degli Edifici del Foro di Praeneste.

Nei prossimi mesi, quando il percorso diverrà unico, finalmente si potrà vivere un irresistibile viaggio ideale nella città antica, ripercorrendo le tappe degli antichi verso il Santuario.

Il Museo e le aree archeologiche di Palestrina, riunite in un unico sito, daranno vita a un eccezionale percorso archeologico all’interno della città antica. Da Piazza Regina Margherita, situata al centro di Palestrina, corrispondente al foro dell’antica Praeneste, si potrà accedere agli edifici del Foro, con il famoso Ninfeo dei Pesci, al cui interno si può ammirare un raffinatissimo mosaico policromo a tema marino, e visitare l’Aula absidata, originariamente decorata con lo splendido mosaico del Nilo attualmente collocato all’interno del Museo Archeologico Nazionale.

Da questa area si potrà poi salire alle terrazze del Tempio della Fortuna Primigenia, per poi arrivare al Museo Archeologico Nazionale Prenestino, dove sono esposti i reperti provenienti da Praeneste e dal suo territorio.

APPROFONDIMENTI:

COMPLESSO DEGLI EDIFICI DEL FORO
Il complesso monumentale, realizzato negli ultimi decenni del II sec. a.C., è costituito da importanti edifici che si affacciavano sul foro della città antica, oggi corrispondente alla piazza principale di Palestrina. Attualmente del Complesso è possibile ancora ammirare, in parte anche inglobati e visibili nella facciata dell’ex Seminario Vescovile, la Basilica, il Portico, l’Aula Absidata e il Ninfeo dei Pesci.

La Basilica civile era un grande edificio colonnato dove si amministrava la giustizia e si trattavano gli affari; sul suo lato occidentale si trova il Ninfeo dei Pesci (cd. Antro delle Sorti), decorato da un raffinato mosaico policromo raffigurante un paesaggio marino animato da pesci e crostacei, purtroppo lacunoso nella parte centrale, poiché nel secolo scorso l’ambiente fu utilizzato per la cottura della calce.

L’Aula Absidata, una grande sala rettangolare di incerta funzione, era originariamente pavimentata nell’abside di fondo con il famoso mosaico nilotico, oggi visibile al Museo.

Su piazza Regina Margherita si apre l’Erario pubblico, cioè la cassa della città, dove si conservavano i proventi delle tasse; a fianco è inoltre visibile un tratto della pavimentazione originaria del Foro e parte delle strutture di un tempio, dedicato a Giove, risalente alla fine del IV sec. a.C. inglobato nella Cattedrale di S. Agapito.

LA CITTÀ
Le origini di Praeneste risalgono almeno al VIII secolo a.C. La città, molto fiorente in epoca orientalizzante e arcaica, visse una fase di eccezionale ricchezza e benessere nella tarda età repubblicana (II – I sec. a.C.) grazie ai contatti commerciali e agli scambi con l’oriente mediterraneo.

In questo periodo Praeneste vide la realizzazione di grandiosi interventi edilizi, che determinarono una profonda ristrutturazione della città, con la costruzione del Santuario della Fortuna Primigenia nelle sue forme attuali e del Complesso degli Edifici del Foro.

Saccheggiata da Silla nell’80 a.C. a seguito della prima guerra civile romana, Praeneste risorse lentamente fino a diventare in età imperiale meta di svago delle aristocrazie senatorie e sede della villa dell’imperatore Adriano.

Nel XII secolo divenne feudo della famiglia Colonna che lo tenne fino al 1630, quando fu venduto alla famiglia Barberini.

[Museo Archeologico Nazionale Prenestino]

MUSEO ARCHEOLOGICO NAZIONALE PRENESTINO
Il Museo è ospitato nel Palazzo Barberini, edificato sui resti del Santuario della Fortuna Primigenia. Nelle sale, articolate su tre piani, sono esposti i più significativi reperti che illustrano la storia, la cultura e le produzioni artistiche della città di Praeneste, una delle più importanti e fiorenti del Lazio antico. All’ingresso del Museo è ospitato il plastico ricostruttivo del Santuario della Fortuna Primigenia in scala 1:50.

Le sale del primo piano ospitano opere relative al culto di Fortuna, tra le quali la colossale statua di Iside-Fortuna, sculture ellenistiche e copie di età romana di capolavori greci. Una delle opere più significative è il celebre rilievo Grimani, risalente all’età augustea, forse opera degli stessi scultori che decorarono l’Ara Pacis a Roma.

[Mosaico del Nilo]

Al secondo piano sono esposti materiali rinvenuti nelle necropoli e nei santuari del territorio prenestino. Da corredi funebri provengono specchi e ciste in bronzo, ornati da raffinate decorazioni incise e arricchiti da manici e piedi figurati a tutto tondo. Da uno dei più importanti santuari della città, quello di Ercole, provengono numerose terrecotte votive, che attestano un’intensa devozione popolare.

La sala al terzo piano ospita il grandioso mosaico nilotico policromo, raffigurante una veduta prospettica del paesaggio egiziano durante una inondazione del Nilo, realizzato da artisti alessandrini alla fine del II sec. a.C. Si tratta di uno dei più grandi e importanti mosaici ellenistici conservati, un capolavoro assoluto per composizione, gusto cromatico e ricchezza di dettagli.

Il percorso museale è completato al piano terra dal Criptoportico, la galleria voltata che corre sotto le gradinate della cavea del Santuario. L’ambiente, realizzato in opera incerta e originariamente rivestito di stucchi, ospita sculture e documenti epigrafici provenienti dalla città e dal territorio.

SANTUARIO DELLA FORTUNA PRIMIGENIA
Nell’area archeologica antistante il Museo si possono ammirare gli imponenti resti del Santuario della Fortuna Primigenia, strutturato in una serie di terrazze artificiali collegate da rampe e scalinate, costruito alla fine del II sec. a.C. sul pendio del Monte Ginestro.

Il Santuario, fra i maggiori esempi dell’architettura ellenistica in Italia e ispirato ai complessi monumentali scenografici dell’Egeo orientale, era dedicato a Fortuna Primigenia, divinità oracolare venerata anche come dea madre. Qui giungevano pellegrini che chiedevano responsi alla dea attraverso l’estrazione delle sortes (tavolette di legno incise) e madri che invocavano fecondità. Le cerimonie connesse dovevano svolgersi probabilmente intorno all’altare e al pozzo che si trovano nella Terrazza degli Emicicli, una delle più scenografiche di tutto il complesso sacro.

Dall’ampia Terrazza della Cortina, posta al livello superiore, in antico circondata su tre lati da portici corinzi, si ammira il prospetto della cavea teatrale, dove i fedeli assistevano a rappresentazioni sacre. Alla sommità del Santuario svettava il tempio circolare che doveva ospitare la statua di culto di Fortuna in bronzo dorato.

C.S.
Ufficio Stampa, 28 novembre 2022
Immagini tratte dal sito del Polo Museale del Lazio – Mic

Museo Archeologico Nazionale Prenestino
Piazza della Cortina, Palestrina (Rm)

Complesso degli Edifici del Foro di Praeneste
Piazza Regina Margherita, 1 – 00036 Palestrina (Rm)
tel. +39 06 9538100
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