Al Museo Civico ‘Luigi Bailo’ in mostra 60 opere scultoree di colui che è soprattutto noto per essere stato un pioniere nella tutela del patrimonio artistico. 

Antonio Carlini (Treviso, 28 marzo 1859 – 27 luglio 1945) potrebbe essere l’emblema di quegli artisti che, pur notevolissimi, debbono fama più alle loro azioni che non alle loro creazioni. Nonostante sia stato uno scultore finissimo e prolifico, Carlini è noto e celebrato soprattutto per il suo pioneristico impegno nella tutela del patrimonio artistico.

[Antonio Carlini, Casa in via Bianchetti, 1907, acquerello]

Poco più che ventenne partecipò, nel 1883, assieme a Luigi Bailo, Augusto Serena e a Girolamo Botter, al salvataggio del ciclo ad affresco con le Storie di sant’Orsola di Tomaso da Modena – oggi esposto nel Museo Santa Caterina – che rischiava di andare perduto per sempre con la demolizione della chiesa di Santa Margherita. Ad Antonio Carlini si deve poi l’ampia documentazione dell’urbs picta: i suoi fogli, conservati presso la Biblioteca “Giovanni Comisso” di Treviso, realizzati su commissione del Bailo, ci consentono di conoscere la consistenza, i temi, i colori di molte facciate dipinte della città medioevale e rinascimentale, oggi perduti. Decisivo fu il suo intervento per la protezione della Loggia dei Cavalieri, un merito talmente grande da aver fatto quasi dimenticare l’originale vocazione d’artista.

[Antonio Carlini, Busto di Antonio Scarpa, 1932, marmo]

Senza sottovalutare questo ruolo di Carlini, la mostra “Antonio Carlini. Il maestro di Arturo Martini” che gli riserva il Museo Bailo dal 17 dicembre 2022 al 5 marzo 2023, a cura di Fabrizio Malachin e di Eleonora Drago, si propone di concentrare l’attenzione sullo scultore: un artista completo collocato su posizioni neocanoviane, tuttavia capace di una assoluta originalità creativa. La mostra di Carlini è un viatico verso la grande mostra del 2023 dedicata ad Arturo Martini (30.03 – 31.07.2023), di cui Carlini fu maestro.

A essere riunite al Bailo per la prima volta sono più di 60 opere tra busti, altorilievi, medaglie, disegni. Esempi di un’attività artistica davvero frenetica, che dalla sola scultura si irradiava in campi diversi. Suo, ad esempio, è il progetto del Santuario della Madonna del Monte a San Zenone degli Ezzelini.

[Antonio Carlini, Ritratto di don Quirico Turazza, 1895]

Suoi molti interventi a tema patriottico, dal monumento-ossario in ricordo dei Dragoni Pontifici a Cornuda, alle lapidi di Mazzini e Cavallotti, a Rovigo, o, ancora ai medaglioni in bronzo di Mazzini e Cavour alla Loggia del Comune, a Conegliano. Ma di lui si ricordano anche importanti interventi di restauro eseguiti in Trentino.

Altra sua passione, la ceramica: per la manifattura “Gregorj” di Treviso, negli anni a cavallo tra la fine dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento, creò numerosi vasi. Famosi quelli decorati con raffigurazioni medievali, celebrati all’Esposizione Internazionale di Roma del 1911.
Catalogo a cura di Fabrizio Malachin, edito da Antiga Edizioni.

M.C.S.
Ufficio Stampa, dicembre 2022
Immagini delle opere fornite da Studio Esseci
Immagine di copertina: Antonio Carlini, Busto di fanciulla (Ingenuità?, O mia piciariella?)
1883, terracotta policroma

ANTONIO CARLINI. IL MAESTRO DI ARTURO MARTINI
17 dicembre 2022 – 5 marzo 2023

Museo Civico Luigi Bailo
Borgo Cavour, 24 – 31100 Treviso
+39 0422 658951
info@museicivicitreviso.it
www.museicivicitreviso.it