Al t-space del MAO l’installazione ‘Bandit queen. Discorso per Phoolan Devi, 2001-2022’, lavoro incentrato sulla drammatica vita della donna indiana.  

Il t-space X MAOspin off dell’omonimo spazio milanese fondato e gestito da Giulia Spreafico e Wu Rui, porta in Museo una serie di progetti di artisti contemporanei, invitati a confrontarsi con le opere delle collezioni permanenti per svelarne nuovi significati e aprire inedite possibilità di dialogo fra passato e presente.

Inaugurato lo scorso ottobre con la performance e l’installazione Il fervore di Warshadfilm (vedi notizia DeArtes qui) dal 16 dicembre 2022 il t-space è dedicato a Bandit queen. Discorso per Phoolan Devi, 2001-2022opera inedita dell’artista Silvia Morin (Corato, 1988, vive e lavora a Milano).

Il lavoro indaga la figura di Phoolan Devi (Gurha Ka Purwa, 1963–Nuova Delhi, 2001), una donna la cui vita è stata caratterizzata da una serie tragica di eventi che la vedono prima sposa bambina, poi bandita, fino a divenire rappresentante del Parlamento e infine morire assassinata nel 2001 a soli 37 anni.

L’opera prende vita a partire dallo studio delle fonti storiche e del libro autobiografico Phoolan Devi, Le mie cento vite e viene restituito attraverso un’immagine fotografica e un discorso che mischia il dato reale a flussi di coscienza. L’artista si identifica nella figura di Phoolan Devi attraverso l’immagine fotografica e porta in scena una “terza donna”, esterna alla storia, che apre la mostra con un discorso pronunciato dal vivo.

Silvia Morin fa del proprio corpo il medium attraverso il quale rimettere in scena biografie di donne, interrotte tragicamente dalla violenza maschile. Le fotografie “medianiche” di Morin sono il risultato finale di un processo d’identificazione empatica con i soggetti di cui indaga le storie, che passa per una fase performativa in cui gli abiti rivestono una funzione particolare. L’artista non utilizza vestiti di scena, ma attinge dal proprio quotidiano: piuttosto che costruire un travestimento cosmetico, Morin realizza nell’immagine una coincidenza paradossale tra la propria vita e quella delle donne, attivando una sorta di cortocircuito temporale ed emotivo. Né veri autoritratti, né semplici ritratti, le donne di Morin sono personaggi ulteriori, futuri, mai realizzati, che sembrano tornare per necessità, per affermare una pacificazione.

C.S.M.
Ufficio Stampa, 12 dicembre 2022

SILVIA MORIN. BANDIT QUEEN. DISCORSO PER PHOOLAN DEVI, 2001-2022
16 dicembre 2022 – 15 gennaio 2023
L’installazione è visibile gratuitamente

MAO Museo d’Arte Orientale
Via San Domenico 11, Torino
www.maotorino.it

I PROSSIMI APPUNTAMENTI
Gian Marco Porru. Installazione video e performance 20 gennaio – 26 febbraio 2023
Monogatari. Massimo Grimaldi. Installazione video e performance 8 marzo –7 maggio 2023
Jacopo Miliani 12 maggio – 11 giugno 2023
Fuzao Studio 21 giugno – settembre 2023