La foresta di Birnan si muove: la drammatica scena del Macbeth shakespeariano vede i soldati inglesi avanzare verso il castello del re scozzese camuffati con rami d’albero. La trovata ha avuto declinazione allegra e giocosa a Mantova dove, in piazza Sordello, è germogliato un bosco di bimbi intenti a sventolare fronde. Chi di verde aveva il giubbino, chi lo zainetto, chi l’ombrello. E tutti erano col naso all’insù, in attesa dell’ospite d’eccezione, la star, l’animale simbolo disegnato da Licia Colò per l’edizione 2018 di “Segni. New Generations Festival” che, eccezionalmente, ha fatto la sua comparsa dal vivo.
Un’aquila, nobile, maestosa, con le piume nere lucide e la testa e la coda bianche, ha sorvolato gli alberi-bambini facendo la spola tra il balcone di Palazzo Ducale e quello, antistante, di Palazzo Castiglioni, guidata dal maestro falconiere Marco Cavozza. La signora dei cieli ha dispiegato le possenti ali nel silenzio assoluto della piazza, che per un attimo si è fermata a meditare su quanto magnifica sia la natura, tema da sempre caro a Segni.
“La marcia del bosco bambino” – che ha anticipato il forum mondiale Fao atteso nella città lombarda a fine novembre – si è poi mossa verso piazza Leon Battista Alberti. A guidare l’allegra carovana, il sindaco Mattia Palazzi e, “majorette” d’eccezione, la direttrice artistica Cristina Cazzola che, imitata dai piccini, ha fatto roteare un ramo a tempo di musica, suonata dalla Banda di Mantova. In piazza Alberti i giovani partecipanti si sono addentrati in una selva creata per l’occasione con esemplari di alto fusto, danzando il “ballo dell’albero”, leggendo i libri selezionati da Il piccolo giardiniere – Bibliofficina e imparando il rispetto della natura con esperti del Muse, Museo delle scienze. Poi il corteo ha imboccato il passaggio a lato della Basilica di Sant’Andrea, ha fiancheggiato la Rotonda di San Lorenzo e la Torre dell’Orologio ed è confluito alla Loggia del Grano per una merenda ristoratrice, dopo tanto correre e scherzare.
Anche il gioco è contemplato nei nove giorni della rassegna, per i bambini e per quegli adulti che, a dispetto dell’anagrafe, non dimenticano la parte fanciullesca che è in loro, che conservano la capacità di sognare e dare spazio alla fantasia, la voglia di sorridere. Dalla sua nascita, tredici anni fa, Segni New Generations Festival pratica il divertimento culturale con intelligenza. I momenti teatrali, in più repliche fino ad arrivare a circa trecento rappresentazioni contando anche gli eventi di altro tipo, non derogano dal valore artistico e dallo spessore tematico, declinato in un linguaggio accessibile mai sciocco. Sono spettacoli destinati ai bambini, ma non “da bambini” (terminologia che purtroppo sovente identifica prodotti mal fatti), i quali vengono indirizzati all’arte, alla cultura, al teatro e alla musica rigorosamente di qualità. Le proposte di Segni piacciono anche ai grandi e vantano momenti d’eccellenza. Prova ne è stata la giornata inaugurale, con uno tra i molti appuntamenti che si è ricollegato idealmente alla parata d’apertura: una versione del Macbeth verdiano commissione del Teatro Regio di Parma. Uno dei fiori all’occhiello di quest’anno, come la partnership con Topolino e molte altre collaborazioni straordinarie. Ma non ci sono “primedonne” e i protagonisti restano i bambini. Per quanto pregevoli siano le proposte, la forza di Segni sta nel fatto che gli spettacoli non siano il fine bensì il mezzo: sono il veicolo per diffondere la cultura di qualità tra le nuove generazioni.
Resoconto Maria Luisa Abate
Visto a Mantova – Segni New Generations Festival – il 27 ottobre 2018
Contributi fotografici MiLùMediA for DeArtes.
Contributi ARTISTICI di:
Francesco Niccolini – Flavio Albanese: IL TEMPO NON ESISTE. L’UNIVERSO FORSE NEMMENO, PERÒ È BELLISSIMO
Davide Doro – Manuela Capece: UNA NOTTE SENZA FINE INGHIOTTE L’ANIMA PERSA DI MACBETH
Berberio: ESPRESSIVITÀ LIBERA E GIOCOSA