Al Museo Archeologico ‘Ridola’, nuovo allestimento per il fossile della balena Giuliana: 26 metri di lunghezza, 150 tonnellate di peso, vissuta 1,5 milioni d’anni fa.  

Il nuovo allestimento museale “Giuliana degli Abissi” è dedicato al fossile della balena Giuliana, scoperto nel 2006 sulle sponde del Lago di San Giuliano, a 8 km da Matera, che, con i suoi 26 metri di lunghezza, risulta essere uno dei più grandi fossili di balena mai rinvenuti. Il progetto, a cura del Direttore del Museo Annamaria Mauro e di Laura D’Esposito, ha aperto al pubblico lo scorso 23 dicembre 2022 al Museo Archeologico nazionale “Domenico Ridola” di Matera. All’inaugurazione erano presenti, tra gli altri, il Direttore generale Musei, Massimo Osanna, il sindaco di Matera, Domenico Bennardi e la Direttrice del Museo Nazionale di Matera, arch. Annamaria Mauro.

Gli studi compiuti, che permettono di datare l’animale tra 1,5 e 1,25 milioni anni fa, ovvero nel Pleistocene inferiore, hanno messo in evidenza forti affinità con la balenottera azzurra (Balaenoptera musculus), la specie di cetaceo oggi vivente che raggiunge le dimensioni maggiori.

Il percorso espositivo mette in dialogo i resti paleontologici con le tecniche più avanzate di animazione 2D e 3D, compositing e motion graphic e grazie alla projection mapping accompagna i visitatori in un viaggio immersivo ed emozionante. Alle riprese reali da drone si affiancano parti documentaristiche. Suono e musiche accompagnano lo spettatore in una dimensione acquatica, mentre la voce del narratore Christian Iansante descrive la vita marina, dalla genesi fino alla caccia violenta alla balena che, nella letteratura, da Moby Dick a Giona della Bibbia, rappresenta una tappa verso la salvezza, recando con sé la possibilità del rinnovamento. L’ultima sala è dedicata alla fauna e flora marina e all’ambiente dove viveva la balena.

Attraverso un monitor, il visitatore può seguire i lavori in corso nel laboratorio di restauro del fossile, allestito nella Ex Palazzina Fio del Museo Ridola. Il racconto dell’allestimento viene completato dal fumetto d’autore “La Regina degli abissi” (Osanna Edizioni) realizzato dall’illustratore e fumettista Giulio Giordano.

Ufficio Stampa MiC 21 dicembre 2022 e sito del Museo

LE CONDIZIONI DELL’ESEMPLARE FOSSILE
Si tratta probabilmente del più grande esemplare che abbia mai solcato le acque del mare che oggi chiamiamo Mediterraneo. Visse nel Pleistocene inferiore, fra 1,5 e 1,25 milioni di anni fa e aveva un peso compreso tra 130 e 150 tonnellate, contro le circa 100 tonnellate del più grande fossile dei dinosauri.  

Le notevoli dimensioni e la giacitura sulla spiaggia sommersa in cui l’animale si era arenato prima che fosse ricoperto dal sedimento sabbioso hanno causato la perdita di gran parte dello scheletro. Si aggiungono i danni provocati dalle variazioni di temperatura e umidità che hanno interessato il reperto negli anni intercorsi dal suo recupero a oggi.

La metodologia di intervento prevede, attraverso diversi step, la messa in sicurezza/consolidamento dei reperti osteologici, sotto la supervisione di un paleontologo. Le operazioni in alcuni casi permetteranno il recupero dei frammenti e, ove possibile, le integrazioni che agevoleranno la lettura morfologica del fossile e il ristabilimento della coesione delle parti superstiti.

Sono già esposti i primi due reperti ossei integralmente restaurati: la bulla timpanica e l’omero dell’arto destro. Grazie a un lungo e delicato intervento infatti, è stato possibile recuperare tutte le parti del cetaceo fossile giunte sino a noi: dodici vertebre toraciche, diverse costole di cui una lunga oltre 3 metri, la pinna pettorale e gran parte del cranio.

(notizie tratte dal sito del museo)

Museo Nazionale “Domenico Ridola”
Via Domenico Ridola, 24 – 75100 Matera (MT) Basilicata
+39 0835 310058
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