Eataly, negli spazi dell’antica Stazione Frigorifera Specializzata, inaugura una nuova mostra. Prorogate le due in corso.

Il progetto dedicato alle arti del nostro tempo ha sede presso Eataly Verona. Eataly Art House possiede una doppia anima: accanto a quella commerciale, che segue modalità innovative e inclusive, quella culturale che prevede progetti espositivi inediti appositamente concepiti per i propri spazi e momenti di approfondimento e divulgazione.

Il primo piano dell’edificio è dedicato all’Art House e alla sua programmazione definita dal comitato curatoriale composto da Eva Brioschi, storica e critica d’arte, Walter Guadagnini, storico della fotografia e direttore di CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia di Torino, e Gaspare Luigi Marcone, storico dell’arte e curatore. Il piano terreno della Rotonda ospita invece, oltre a Eataly, anche i percorsi del progetto Art Market, con allestimenti temporanei divisi per ambiti sempre diversi.

[Sorry Mom, Simona Andrioletti]

PUBLIC PROGRAM 2023
Al via il nuovo programma di iniziative aperte al pubblico promosso di Eataly Art House per il 2023: incontri con gli artisti, didattica per le scuole e l’Università, conversazioni, workshop e tante iniziative cross-disciplinari.
 
Il primo appuntamento in calendario è venerdì 27 gennaio 2023 alle ore 18.30 con i 5 fotografi emergenti dell’edizione 2022 del progetto “Futures Photography”, la piattaforma europea dedicata alla fotografia contemporanea che riunisce oltre venti istituzioni e festival internazionali, e che supporta lo sviluppo della carriera professionale di artisti emergenti.

Karim El Maktafi (1992, Desenzano del Garda), Martina Dendi (1994, Livorno), Mara Palena (1988, Milano), Jacopo Valentini (1990, Modena) e Riccardo Svelto (1989, Bagno a Ripoli) sono i 5 fotografi selezionati da Walter Guadagnini, direttore di CAMERA, e da Giangavino Pazzola, coordinatore del programma per l’istituzione torinese e curatore della mostra allestita nell’Art Market di Eataly Verona nel corridoio dedicato alla fotografia emergente.
 
Prosegue la collaborazione con l’Università del Caffè di illy che sabato 4 febbraio 2023 presenta unnuovo corso di degustazione dal titolo “I colori del caffè”, aperto al pubblico gratuitamente per questa prima edizione.

Giunge a un nuovo step, sabato 18 e domenica 19 febbraio 2023, il progetto “Sorry Mom” di Simona Andrioletti e Riccardo Rudi, sviluppato insieme allo store milanese Orefici11 e rivolto al pubblico di adolescenti con l’obiettivo di dare corpo a una collezione di moda, con cui diffondere un messaggio poetico legato al concetto di sostenibilità. In questa seconda fase i partecipanti si cimenteranno nella customizzazione di capi second hand. In occasione dell’Art Week Milano, nel mese di aprile 2023, la capsule collection sarà attivata da una sfilata e un concerto presso Orefici11 a Milano.

[Futures Photography. Installation view, Wine House, Eataly Art House – E.ART.H., Verona (2022), Courtesy gli artisti e E.ART.H., Verona. © Alto//Piano Studio]

MOSTRA DEI FINALISTI DELLA PRIMA EDIZIONE DEL PREMIO E.ART.H.
18 febbraio – aprile 2023

La Project room di EARTH ospiterà da sabato 18 febbraio e fino ad aprile 2023 la mostra dedicata alle 8 opere finaliste della prima edizione del Premio E.ART.H., coordinato da Treti Galaxie. Nato per sostenere e promuovere l’arte emergente, in accordo con i valori di Eataly e la sua vocazione ad analizzare il presente per aprire nuovi sguardi sul futuro, il Premio E.ART.H. si rivolge ad artisti under 35, già diplomati, non rappresentati da una galleria e con almeno una mostra all’attivo.

Questa prima edizione ha individuato la biodiversità come tema centrale, nel rapporto tra essere umano e Natura, ma anche nella sua accezione culturale, laddove la diversità diventa sinonimo di molteplicità di sguardi e assurge a valore. La giuria del premio ha selezionato 8 opere tra le 116 candidature pervenute.

“Corpi fruttiferi” (2022) di Camilla Alberti (Milano, 1994), “Esuviazione” (2022) di Martina Cioffi (Como, 1991), “Calentamiento” (2022) di Vaste Programme (Leonardo Magrelli (1989), Alessandro Tini (1988), Giulia Vigna (1992), “The Kingdom” di Paolo Bufalini (Roma, 1994), “Amaryliss pleurotus” (2022) di Natalia Trejbalova (Košice, Slovacchia, 1989), “Ragni” (2021) di Mattia Pajè (Melzo, 1991), “Obe” (2021) di Lia Cecchin (Feltre, 1987) e “Horeca3000” (2022) di Giovanni Chiamenti (Verona, 1992) sono i lavori finalisti di questa prima edizione che dialogheranno in un allestimento dedicato, a cui sarà affiancato uno speciale palinsesto di appuntamenti gratuiti di approfondimento. L’opera vincitrice della prima edizione del Premio E.ART.H. sarà annunciata nel mese di aprile, in occasione della presentazione del catalogo del progetto, e premiata con un riconoscimento monetario di 3.000 euro.

[Anton Corbijn, Mick Jagger, Glasgow, 1996. Copyright Anton Corbijn]

MOSTRA
ANTON CORBIJN. STAGED
5 ottobre 2022 – 29 gennaio 2023 prorogata fino al 10 aprile 2023

Un evento espositivo di livello nazionale, che omaggia un maestro del ritratto, biografo visivo delle più grandi stelle della musicale mondiale, del cinema e dell’arte contemporanea. Protagonista della prima esposizione dedicata alla fotografia è Anton Corbijn (Strijen, Olanda, 1955), uno dei fotografi più celebrati al mondo che, a quasi vent’anni dalla sua ultima mostra in Italia, presenta “Staged”, un’ampia personale pensata per E.ART.H., che ora la proroga fino a domenica 10 aprile 2023.

La mostra, a cura di Walter Guadagnini, membro del Comitato Curatoriale di E.ART.H., storico della fotografia e direttore di CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia di Torino, si sviluppa come un viaggio nella carriera del fotografo olandese attraverso un corpus di circa ottanta lavori, che include alcuni degli scatti più iconici da lui realizzati dagli esordi sino a oggi e ormai entrati a far parte dell’immaginario collettivo, accostati ad altri meno conosciuti che accendono una luce inedita sulla sua produzione.

Come suggerito dal titolo, “Staged” (costruito, messo in scena), il progetto espositivo pone l’accento, oltre che sullo straordinario lavoro di documentazione umana condotto nel corso degli anni, anche sui processi di costruzione dell’immagine fotografica che caratterizzano l’opera di Corbijn, portando in rilievo il suo approccio quasi cinematografico alla fotografia. Gli scatti di Corbijn evocano storie, racchiudono una serie di elementi che inseriscono l’immagine in un continuum narrativo, come se si trattasse di frame video.

Il percorso espositivo presenta una selezione di immagini tratte da due sorprendenti serie fotografiche di impronta concettuale come “a.somebody”, in cui il fotografo prende le sembianze di alcuni dei suoi idoli musicali, e “33 Still lives”, in cui ritrae dal vivo personaggi dello star system in composizioni di taglio narrativo. Accanto a queste due serie, una galleria di ritratti mostra il gotha internazionale della musica, dell’arte e del cinema degli ultimi quarant’anni, tra fotografie caratterizzate da un drammatico bianco/nero e immagini a colori virati.

[Ibrahim Mahama, “Voli-ni”, 2022 installation view, Courtesy l’artista e E.ART.H., Verona. © Alto//Piano Studio]

MOSTRA
IBRAHIM MAHAMA. VOLI-NI
5 ottobre 2022 – 29 gennaio 2023 prorogata fino al 28 maggio 2023

L’artista ghanese di fama internazionale Ibrahim Mahama (Tamale, Ghana, 1987) torna in Italia con “Voli-ni”, un inedito progetto espositivo pensato appositamente per gli spazi di E.ART.H., che ne ha prorogato la visita fino a domenica 28 maggio 2023. Curata da Eva Brioschi, membro del Comitato Curatoriale di E.ART.H., la mostra occupa integralmente il lungo corridoio del primo piano.

Il titolo scelto per questa personale italiana, che segue il grande intervento pubblico presso i caselli daziari di Porta Venezia a Milano nel 2019 e la partecipazione alla Biennale di Venezia dello stesso anno, prende in prestito un termine dal dialetto ghanese: Voli-ni, che significa letteralmente “dentro il buco”.

Nel 2021, Mahama ha acquistato dei vecchi silos, che erano stati costruiti dal presidente Kwame Nkrumah – leader leggendario che condusse il Ghana all’indipendenza nel 1957 – agli inizi degli anni Sessanta per lo stoccaggio di cacao e altre sementi. Gli abitanti del luogo chiamano “Nkrumah Voli-ni” questi edifici, associandoli alla figura del presidente illuminato. Nati con l’intento di rendere il paese autonomo e indipendente nella gestione e commercializzazione delle proprie risorse agricole, sono stati abbandonati dopo la destituzione di Nkrumah e quindi riempiti di sabbia, per renderli inutilizzabili e inaccessibili. Questi esempi di architettura brutalista, presenti sia nella zona di Accra che in quella di Tamale, sono stati recuperati dall’artista per essere salvati dall’oblio e restituirli alla comunità, con l’intenzione di riconvertirli in centri culturali.

Il percorso espositivo presenta un nucleo di nuovi collage e una grande installazione concepita come un lungo e alto binario di legno che si dispiega occupando l’intero corridoio della Fondazione. Il materiale utilizzato per quest’opera è ancora una volta costituito dai resti di una commessa pubblica rimasta inutilizzata: decine di strutture di letti a castello, progettati per i collegi ghanesi, e mai consegnate, che l’artista ha combinato insieme a reti da pesca, materiale d’archivio, tessuti, lavagne… creando un assemblaggio stratificato in grado di sollecitare tutti i sensi dell’osservatore.

Famoso per le grandi installazioni realizzate con sacchi di juta con cui ha ricoperto le facciate di edifici pubblici in varie parti del mondo, Mahama ha iniziato a volgere la propria attenzione ad altre tipologie di materiali recuperati dalla dismissione di siti industriali pubblici e privati. L’intento è quello di creare un circolo virtuoso di recupero di oggetti che sarebbero altrimenti destinati alle discariche: cassette da lustrascarpe, treni dismessi, lanterne a olio, obsolete macchine da cucire, lettighe, vecchi aeroplani non più funzionanti.

A Tamale, sua città natale nel nord del Ghana, ha fondato il Savannah Centre for Contemporary Art (SCCA), un luogo dove organizza mostre di artisti ghanesi del XX secolo. Al SCCA si è aggiunto nel 2020 uno spazio chiamato Red Clay, dove Ibrahim Mahama ha raccolto una collezione di opere realizzate da lui e da altri artisti emergenti.

Nei sobborghi di Tamale l’artista ha radunato sei aerei dismessi e li ha trasformati in aule dove tenere workshop e lezioni. L’artista intende così ampliare l’orizzonte immaginativo delle nuove generazioni e nello stesso tempo garantire loro l’accesso alla storia del proprio paese. Il passato, con i suoi fallimenti, le sconfitte, gli errori, diventa un monito per il futuro, ma anche un terreno di costruzione per un presente consapevole e visionario.

In occasione della mostra, E.ART.H. ha progettato, con Vodafone Italia in collaborazione con Hevolus Innovation, un progetto che arricchisce la visita grazie a contributi multimediali fruibili in digitale. Il risultato è un’amplificazione del progetto in senso phygital, grazie ai contenuti extra visualizzabili attraverso immagini oleografiche, e un’estensione del percorso di visita della mostra nel Metaverso, che consente al visitatore di proseguire nella scoperta dell’opera di Mahama, una volta terminata l’esperienza in presenza presso la sede da Eataly Verona.

M.C.S.
Ufficio Stampa, 13 gennaio 2023
Immagine di copertina messa a disposizione da PCM Studio

Eataly Art House
Via Santa Teresa 12 – 37135 Verona
www.eatalyarthouse.it