MoRE, il museo delle opere mai realizzate, presenta online i progetti di Ettore Favini e Aleksandra Mir e una mostra virtuale di Pablo Echaurren. 

MoRE – Museum of refused and unrealised art projects è un museo digitale che raccoglie, conserva ed espone online progetti artistici rifiutati e non realizzati del XX e XXI secolo, ed è membro di CAPAS – Centro per le Attività e le Professioni delle Arti e dello Spettacolo, Università degli Studi di Parma.

Nei suoi primi dieci anni di vita MoRE ha acquisito progetti di artisti contemporanei di rilievo internazionale, i quali hanno aperto i propri archivi e condiviso con il pubblico le loro idee che per qualche motivo non si sono concretizzate. Sono ora on-line le nuove acquisizioni donate da Pablo Echaurren, Ettore Favini e Aleksandra Mir.

[Pablo Echaurren, Mon Alice (2018)]

MOSTRA VIRTUALE 
IL QUADERNO DELL’ARTE NON FATTA.
PABLO ECHAURREN PENSA A MARCEL DUCHAMP

La mostra virtuale, a cura di Cristina Casero e Valentina Rossi, restituisce un percorso incentrato su alcune opere non realizzate di Pablo Echaurren (Roma, 1952) che vedono al centro la figura di Marcel Duchamp.

La mostra online inaugura a pochi giorni di distanza da “Viola! Pablo Echaurren e gli indiani metropolitani” (vedi notizia DeArtes qui) presso la Project Room del MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna. Se la mostra fisica ospitata dal museo bolognese indaga la relazione tra Echaurren e la città emiliana, la mostra virtuale si discosta dall’approccio politico dell’artista per indagare aspetti meno conosciuti della sua ricerca dedicati alla figura di Marcel Duchamp.

La virtual exhibition si apre con alcune pagine di un taccuino su cui Echaurren scrive: «Il quaderno dell’arte non fatta. Solo pensata. Solo appuntata», nota da cui nasce il titolo della mostra. L’esposizione è composta da cinque progetti, dal 1977 fino a quelli ideati negli ultimi dieci anni, che fanno riferimento a differenti tipologie espressive: dalla parata, all’installazione, fino alla progettazione di monumenti dedicati a Duchamp o che vedono l’artista francese quale fonte di ispirazione.

Sfoglia il taccuino qui: www.moremuseum.org/omeka/exhibits/show/—the-notebook-of-unrealized-

[Ettore Favini, La vera rivoluzione è non cambiare il mondo (?) (2007)]

ETTORE FAVINI
LA VERA RIVOLUZIONE È NON CAMBIARE IL MONDO(?) 

Ettore Favini (Cremona, 1974) ha donato a MoRE il progetto La vera rivoluzione è non cambiare il mondo(?), che prevedeva la realizzazione di una scritta di enormi dimensioni identica a un claim lanciato da una nota compagnia elettrica, ma privo del punto interrogativo e subito ritirato per la denuncia di Greenpeace. Lunga quindici metri e composta da lettere scatolate in alluminio e da seicento lampadine a incandescenza, l’opera accesa avrebbe comportato un assorbimento di energia di tre kilowattora, pari a quella erogata per l’utenza di una qualsiasi casa italiana. Progettata dall’artista per denunciare il falso messaggio ecologico dell’azienda, l’opera sarebbe rimasta spenta fino a quando la stessa compagnia avesse prodotto energia pulita da fonti rinnovabili per oltre il 60%.

Nel 2007 Favini ne propose la realizzazione in occasione della mostra Greenwashing, che si sarebbe tenuta alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo l’anno successivo, ma non fu realizzata per motivi di budget.

[Aleksandra Mir, The great ear (Est)]

ALEKSANDRA MIR
STONEHENGE II – THE GREAT EARS – WILDFLOWER MEADOW – NARVIK SUPERSTARS – CITYFOREST 

Aleksandra Mir (Lubin, Poland, 1967) presenta cinque progetti mai realizzati.

Stonehenge II è la proposta di un’opera per uno spazio pubblico, originariamente presentata alla commissione Artangel/Times Open nel 1998, che prevedeva la costruzione di una replica di Stonehenge vicino all’originale, per ridurre il volume del traffico pedonale e salvare il luogo da un’ulteriore distruzione.

The Great Ears è un progetto per una scultura monumentale che avrebbe dovuto rappresentare due grandi orecchie, posizionate simbolicamente una sulla costa est e l’altra sulla costa ovest degli Stati Uniti d’America come sentinelle della nazione.

Wildflower Meadow consiste in una proposta per la riqualificazione della Gorbals Partnership, a Glasgow. Ispirata dalle ambientazioni liriche di Ingmar Bergman, l’artista mirava a creare un sito che racchiudesse tutte le fasi della vita e mantenesse la stessa bellezza per tutto il tempo: «Vorrei proporre la creazione di un prato di fiori di campo. Che permetta ai bambini di giocare, agli adolescenti di fare sesso, agli adulti passeggiare e ricordi agli anziani la loro giovinezza».

[Aleksandra Mir, Narvik Superstars]

Narvik Superstars, commissionato dal Narvik City Council e da Artscape Nordland, proponeva di realizzare una stella su un marciapiede per ogni bambino nato nei futuri 5-7 anni a Narvik. Questa città norvegese rischiava di rimanere disabitata: in questo modo il lungomare si sarebbe ricoperto di stelle, realizzate dalla stessa compagnia che fornisce la Walk of Fame di Hollywood.

Cityforest si proponeva di raccogliere, dopo le festività, gli alberi di Natale, ripiantarli in un parco cittadino e lasciare che rimanessero allo stato naturale e regalassero il loro profumo alla città di New York fino a quando non si fossero completamente seccati. Il progetto è stato cancellato dai vigili del fuoco che non hanno approvato l’idea di una foresta fatta di alberi morti e secchi.

IL MUSEO DIGITALE
Il sito è composto da un archivio di progetti interamente in formato digitale, reso possibile anche grazie alla collaborazione con il centro CAPAS dell’Università di Parma, uno spazio riservato a esposizioni temporanee, e una sezione destinata a ospitare interventi critici e approfondimenti sul tema del “non realizzato”.

Con questo obiettivo, intorno a MoRE si è costituito un network di professionisti provenienti dal mondo dell’arte contemporanea, storici dell’arte, critici, curatori e esperti del settore, che contribuiscono con le loro diverse professionalità alla crescita del progetto nell’ambito dell’associazione culturale Others.

C.S.M.
Ufficio Stampa 6 febbraio 2023
Immagini messe a disposizione da MoRE o attinte al sito
Immagine di copertina: Aleksandra Mir, The Great Ears (2005)

MoRE – Museum of refused and unrealised art projects 
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