All’Orangerie di Villa Reale, 90 opere narrano, all’interno del contesto europeo, il movimento che rivoluzionò la storia della pittura italiana dell’800.

“I Macchiaioli e l’invenzione del Plein air tra Francia e Italia ripercorre le vicende di uno dei movimenti artistici più importanti della scena culturale italiana, sviluppatosi nella seconda metà dell’Ottocento, che con le sue ricerche pittoriche d’avanguardia ha per molti aspetti anticipato, con sorprendente modernità, gli esiti proposti successivamente dagli Impressionisti francesi.

[Serafino De Tivoli, La Senna a Bougival, Collezione privata, Courtesy Enrico Gallerie d’Arte Milano]

L’esposizione analizza la rivoluzione macchiaiola all’interno di un contesto europeo, focalizzandosi sulle novità tecniche che i padri dell’arte en plein air hanno sviluppato relativamente al tema del paesaggio, della pittura di genere e di carattere storico. Il percorso presenta 90 opere, provenienti da collezione private ma anche da alcuni importanti istituzioni, di autori quali Telemaco Signorini, Giovanni Fattori, Giuseppe Abbati, Silvestro Lega, Vincenzo Cabianca, Raffaello Sernesi, Odoardo Borrani.

La mostra, curata da Simona Bartolena, prodotta e realizzata da ViDi cultural, in collaborazione con il Consorzio Villa Reale e Parco di Monza e con il Comune di Monza, è visibile dal 18 febbraio al 21 maggio 2023, presso l’Orangerie della Villa Reale di Monza.

È attiva una promozione tra la mostra e il percorso di visita della Villa. Catalogo Silvana Editoriale. Per tutta la durata della rassegna sono in programma attività didattiche, incontri e visite guidate per bambini e adulti.

APPROFONDIMENTO

[Vincenzo Cabianca, Donne a Montemurlo 1862 Collezione privata]

LA MOSTRA
Il percorso espositivo si apre con la sezione che racconta lo sviluppo della pittura “del vero dal vero”, partendo dall’esperienza dei pittori della Scuola di Barbizon, quali Camille Corot, Charles-François Daubigny, Constant Troyon, Théodore Rousseau e prosegue con i lavori di artisti italiani, come Giuseppe e Filippo Palizzi, o di Serafino De Tivoli il quale, grazie alle conoscenze acquisite durante un viaggio a Parigi, portò ai colleghi del Caffè Michelangelo a Firenze novità e conferme importanti. È proprio attorno ai tavoli del locale fiorentino che, nella seconda metà degli anni cinquanta dell’Ottocento, si riuniva un gruppo di giovani autori accomunati dallo spirito di ribellione verso il sistema accademico e dalla volontà di dipingere il senso del vero.

Il paesaggio, le scene di genere e la storia sono i tre principali ambiti entro cui si sviluppò la pittura di macchia. Nel primo caso, si trovano dipinti che hanno come soggetto le campagne fiorentine, le coste di Castiglioncello e dintorni, le località tra Toscana e Liguria e che documentano la particolare relazione con la fotografia che si proponeva come una nuova tecnica con cui confrontarsi.

[Telemaco Signorini, Pioggia a Settignano 1887 Collezione privata]

Il racconto del quotidiano – tra lavoratrici nei campi, mercati del bestiame e monaci a passeggio in un chiostro cittadino – è uno degli argomenti più frequentati dalla pittura di macchia, con esiti sempre innovativi, come nel caso de Il bindolo di Silvestro Lega o Donne che lavorano nei campi di Cristiano Banti.

I Macchiaioli hanno spesso ritratto soggetti storici, ma sempre con un atteggiamento profondamente diverso da quello dei loro contemporanei. Si propongono capolavori come Scena romantica di Cristiano Banti, Dante nel Casentino di Vincenzo Cabianca, La lettera dal campo e altre scene militari di Giovanni Fattori.

Già nel sesto decennio dell’Ottocento il gruppo macchiaiolo cominciò a entrare in crisi. L’ultima sezione della mostra analizza la produzione più tarda dei principali protagonisti del movimento, prendendo in considerazione anche la loro eredità. Opere quali Il corsetto rosso di Silvestro Lega, Strada di Combs La Ville e Pioggia a Settignano di Telemaco Signorini, e Campagna romana di Giovanni Fattori testimoniano le strade intraprese dai tre grandi maestri. Accanto a essi si trovano anche alcuni capolavori di quegli artisti che, per primi, hanno raccolto il loro insegnamento e ne hanno seguito le tracce, quali Nicolò Cannicci, i fratelli Gioli e i Tommasi.

M.C.S.
Ufficio Stampa, febbraio 2023
Immagine di copertina: Giovanni Fattori, Bovi al carro 1868
Collezione Palazzo Foresti Carpi

I MACCHIAIOLI E L’INVENZIONE DEL PLEIN AIR TRA FRANCIA E ITALIA
18 febbraio – 21 maggio 2023

Orangerie della Villa Reale
viale Brianza 1, Monza
macchiaiolimonza@gmail.com 
www.vidicultural.com