La riscoperta della città antica fra ‘800-900. Al Foro, in mostra due secoli di scoperte archeologiche: preziosi reperti, fotografie e documenti inediti.
La mostra ripercorre circa due secoli di campagne di scavo, ritrovamenti fortuiti, studio e rilevamento dei monumenti antichi che videro protagonisti personalità e istituzioni locali, funzionari pubblici, associazioni, studiosi e accademie straniere.
“Praeneste. La riscoperta della città antica tra Ottocento e Novecento” è il titolo dell’esposizione che ha inaugurato l’11 febbraio 2023 a Palestrina per restare visibile fino alla fine di maggio, nella splendida cornice del Complesso degli Edifici del Foro in Piazza Regina Margherita, recentemente riaperto.
DUE SECOLI DI SCOPERTE
Praeneste per come la vediamo oggi è frutto di una lunga stagione di ritrovamenti archeologici, tutela, commercio e dispersione di antichità. Un periodo iniziato alla fine del Settecento con le ricerche avviate a Palestrina dalla Camera Apostolica per incrementare le collezioni archeologiche vaticane, e con gli scavi finalizzati al commercio effettuati dallo scozzese Gavin Hamilton.
L’Ottocento fu un secolo fitto di ricerche: le contrade della Colombella, San Rocco e Bocce di Rodi restituirono ricchi corredi tombali. Si aggiunsero scoperte eccezionali, come la basilica suburbana in onore di Sant’Agapito in località Quadrelle, l’Erario nel cuore del Foro in Piazza Savoia, la cripta della Cattedrale, i resti della “Villa di Adriano” e il santuario suburbano di Ercole.
Il Novecento vide il soggiorno di numerosi studiosi stranieri, americani, inglesi e tedeschi. Le iniziative proseguirono anche grazie all’Associazione Archeologica Prenestina, che fondò un piccolo museo cittadino, e alle attività di tutela della Soprintendenza alle Antichità. La nobiltà del luogo favorì la nascita di nuove sedi museali, come il Museo Barberiniano, primo nucleo della futura collezione archeologica.
Durante il periodo di guerra le iniziative si concentrarono sulla salvaguardia del patrimonio archeologico dai raid aerei. Ma il dopoguerra portò a sensazionali scoperte: il Santuario di Fortuna Primigenia venne alla luce sotto le macerie del centro storico bombardato nel 1944. Seguì l’iter per la tutela della città antica e dell’area archeologica: una feconda stagione, costellata da interventi di personalità prestigiose, che si concluse nel 1956 con l’inaugurazione del Museo Archeologico Prenestino e del Santuario alla presenza del Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi.
LA MOSTRA
Fotografie e documenti inediti provenienti dai fondi fotografici degli Istituti Stranieri a Roma (American Academy of Rome, British School at Rome, Deutches Archeological Institut) e da alcune delle più importanti sedi archivistiche locali e nazionali costituiscono le fondamenta di una mostra che viene arricchita dall’esposizione di una selezione di reperti archeologici di provenienza prenestina gentilmente concessi dal Museo Nazionale Romano e da altri materiali custoditi nei depositi di Palestrina e mai esposti al pubblico.
Fra essi spicca la splendida corona votiva con dedica a Fortuna da parte di Lucius Decumius, uno fra i più antichi documenti attestanti il culto di Fortuna Primigenia a Praeneste già nel periodo medio-repubblicano, prima della monumentale ricostruzione del Santuario in età ellenistica (fine II a.C.), e parte dell’antica collezione Kircheriana, della quale, su concessione del Museo Nazionale Romano, verrà realizzata una copia grazie alla collaborazione tra il Comune di Palestrina e il Consiglio Nazionale delle Ricerche.
Grazie alla collaborazione con il Museo Nazionale Romano sono esposti altri importanti reperti, tra cui tre teste policrome medio repubblicane provenienti dagli scavi ottocenteschi alla Colombella; il fregio fittile tardo repubblicano con processione sacrificale (suovetaurilia) rinvenuto sotto l’abitato; la lastra fittile con lotta tra grifo ed Arimaspi di età augustea.
Arricchiscono l’esposizione alcuni materiali archeologici conservati nei depositi del Museo, provenienti dagli scavi del Santuario di Fortuna e da recuperi effettuati durante il periodo postbellico.
Nel percorso della mostra – che si snoda in quello che fu il Palazzo del Seminario Vescovile della città, che ingloba l’antica Aula Absidata del Foro, la basilica civile e il cd. Ninfeo dei Pesci già Antro delle Sorti – anche una serie di installazioni video, con proiezione di documentari inediti girati negli anni ’50: Il Nilo di Pietra di S. Aurigemma e Palestrina di Gian Luigi Rondi.
La mostra, a cura di Daniela De Angelis, Andrea Fiasco, Diana Raiano, su progetto scientifico di Andrea Fiasco, è promossa dal Comune di Palestrina in collaborazione con la Direzione Regionale Musei Lazio del Ministero della Cultura, con il contributo della Regione Lazio e con il patrocinio dell’American Academy of Rome e della British School at Rome.
All’inaugurazione sono intervenuti il Direttore della Direzione Regionale Musei Lazio Stefano Petrocchi, il Direttore del Museo Nazionale Romano Stéphane Verger, il Sindaco di Palestrina Mario Moretti e la Direttrice del Museo Archeologico Nazionale di Palestrina, Santuario di Fortuna ed Edifici del Foro Daniela De Angelis.
C.S.M.
Ufficio Stampa, 10 febbraio 2023
Immagini: Settore Comunicazione Comune Palestrina (Roma)
PRAENESTE. LA RISCOPERTA DELLA CITTÀ ANTICA TRA OTTOCENTO E NOVECENTO
11 febbraio 2023 – 31 maggio 2023
Complesso degli Edifici del Foro di Praeneste
P.zza Regina Margherita 1 – 00036 Palestrina (Roma)
tel. +39 06 9538100 – 06 068412463
email: praeneste.mostra2023@gmail.com
INFORMAZIONI:
Comune di Palestrina
www.comune.palestrina.rm.it – facebook/Città di Palestrina
Direzione Regionale Musei Lazio
www.polomusealelazio.beniculturali.it – facebook/Direzione Regionale Musei Lazio
http://www.polomusealelazio.beniculturali.it/index.php?it/228/museo-archeologico-nazionale-prenestino-santuario-della-fortuna-primigenia-e-complesso-degli-edifici-del-foro-di-praeneste
Instagram: museo_palestrina
Video dell’inaugurazione:
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