Il Museo della Moda di Gorizia propone una mostra interamente dedicata ai kimono prodotti in Giappone tra il 1900 e gli anni ’40, pezzi che riflettono la volontà imperiale di occidentalizzare il Paese. Così come, nel secolo precedente, il Giapponismo era deflagrato in tutta Europa influenzando una parte significativa della produzione artistica, all’inizio del Novecento il gusto occidentale esplode in Giappone. Questa ventata di novità investe anche il capo-simbolo della tradizione. Ai motivi tradizionali si affiancano disegni coloratissimi che richiamano, in modo puntuale, il Cubismo, il Futurismo e le altre correnti artistiche europee. C’è anche un singolare kimono che celebra il patto tripartito Roma-Berlino-Tokyo del 1940, dove la bandiera italiana è seminascosta dentro le cuciture mentre il sol levante e la svastica campeggiano ovunque.
A proporre la Mostra è l’ERPAC – Ente Regionale Patrimonio Culturale della Regione Friuli Venezia Giulia, nella sede del Museo della Moda e delle Arti Applicate a Borgo Castello (Gorizia), dal 21 novembre 2018 al 17 marzo del 2019.
Tanto è stato detto e scritto sull’Orientalismo e segnatamente sullo Japonisme, ovvero sull’influenza delle arti giapponesi su quelle europee tra la fine dell’Ottocento ed i primi del Novecento – anticipano le curatrici della mostra Raffaella Sgubin
con Lydia Manavello e Roberta Orsi Landini – ma poco si sa ancora dell’inverso rapporto, ovvero di quel fenomeno complesso e sfaccettato che portò talune arti giapponesi ad assimilare forme e contenuti di matrice schiettamente occidentale: avvenne con la pittura, che interpretò originalmente la lezione prospettica, ed avvenne con i kimono che, più di ogni altra forma d’arte, furono influenzati dal mutamento della società giapponese del tempo trasferendone fedelmente gli effetti sul tessuto, utilizzato alla stregua di una superficie pittorica.
Il periodo è uno dei più complessi e travagliati della storia giapponese, ovvero quello del passaggio da stato feudale a temuta superpotenza, culminato con il secondo conflitto mondiale. Da un punto di vista socio-culturale, il Paese del Sol Levante visse questo lasso di tempo, tra fine Ottocento/anni Quaranta del Novecento, con un atteggiamento conflittuale, in bilico fra il brivido delle novità provenienti da oltreoceano e il rassicurante attaccamento alla tradizione.
Nell’immaginario collettivo occidentale il kimono rappresenta l’icona stessa del Giappone nella sua veste suadente di raffinatezza ed esotismo. Ma pochi sanno che una cospicua parte dei kimono prodotti entro la prima metà del Novecento, cioè i kimono Meisen, sfugge decisamente a questa categoria, adottando fantasie suggerite dai movimenti d’Avanguardia – si va dalla Secessione viennese alla Scuola di Glasgow, dal Futurismo al Cubismo, dal Divisionismo all’Espressionismo astratto di Jackson Pollock – ispirate a contemporanei fatti di storia oppure ancora alle conquiste tecnologiche, in un eccitante e quanto mai sorprendente caleidoscopio di colori, fantasie, tecniche di decorazione e di tessitura, anche queste ispirate alla produzione tessile occidentale.
La mostra presenta quaranta pezzi tra kimono e haori (sovrakimono), una selezione particolarmente significativa del contesto illustrato, per far conoscere al pubblico un settore della produzione tessile giapponese fino ad oggi poco esplorato. I capi in mostra sono vesti raffinate, destinate a un ceto medio-alto, non confezionate per l’esportazione. Potevano essere apprezzate da persone di una certa cultura o anche semplicemente curiose o desiderose di apparire al passo con i tempi. Avevano certo tutte una visione: il loro Paese alla pari con le grandi nazioni del mondo, capace di assimilare le loro conoscenze, i loro costumi ma con l’orgoglio della propria diversità.
Gli esemplari esposti, insieme a obi, stampe, illustrazioni e riviste, provengono dall’importante collezione italiana Manavello. Tale collezione nel suo complesso è ben più numerosa, includendo capi da uomo, donna e bambino, sia tradizionali che non, oggetti e suppellettili attinenti all’abito e al suo contesto, quali calzature e accessori per capelli, oggetti per la cerimonia del tè, bambole e documentazione cartacea.

 

C.S.

OCCIDENTALISMO. Modernità e arte occidentale nei kimono. 1900-1950
21 Novembre 2018 – 17 Marzo 2019
Gorizia, Museo della Moda e delle Arti Applicate

www.musei.regione.fvg.it

ERPAC – Ente Regionale per il Patrimonio Culturale della Regione Friuli Venezia Giulia
Servizio Musei e Archivi storici Museo della Moda e delle Arti applicate
Borgo Castello 13 34170 Gorizia
Info 348.1309981
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