Alla Galleria Nazionale dell’Umbria oltre 70 opere; del Vanncci tutte antecedenti il 1504, quando era all’apice della carriera. Prestiti da National Gallery Washington, National Gallery Londra, Louvre Parigi, Gemäldegalerie Berlino e Gallerie degli Uffizi.   

Il 2023 sarà ricordato come l’anno del Perugino. In occasione del quinto centenario della morte, la Galleria Nazionale dell’Umbria di Perugia, dal 4 marzo all’11 giugno 2023, celebra con una grande mostra Pietro Vannucci (1450 ca.-1523) detto il Perugino, il più importante pittore attivo negli ultimi due decenni del Quattrocento.

[Pietro di Cristoforo Vannucci, detto il Perugino, Sposalizio della Vergine, Musée des Beaux-arts, Caen]

L’esposizione, dal titolo “Il meglio maestro d’Italia”. Perugino nel suo tempo, restituisce a Perugino, assoluto protagonista del Rinascimento, il ruolo di preminenza artistica che il suo pubblico e la sua epoca gli avevano assegnato, attraverso prove capitali della sua produzione, tutte antecedenti al 1504, ovvero nel momento in cui si trovava all’apice della sua straordinaria carriera.

La mostra è l’evento di punta delle celebrazioni del cinquecentenario, coordinate da un Comitato Nazionale istituito dal Ministero della Cultura e presieduto da Ilaria Borletti Buitoni, e coinvolge alcuni tra i più importanti musei nazionali e internazionali, come le Gallerie degli Uffizi di Firenze e la National Gallery di Washington, in una vera e propria partnership scientifica.

[Perugino, Ritratto di Lorenzo di Credi, 1488, Washington, National Gallery of Art]

«In una lettera datata 7 novembre 1500, Agostino Chigi, che fu fra i più grandi mecenati del suo tempo, definiva Perugino “il meglio maestro d’Italia”. La scelta di utilizzare questa espressione – ricordano i curatoriMarco Pierini, direttore della Galleria Nazionale dell’Umbria, e Veruska Picchiarelli, conservatrice del museo perugino – come titolo della mostra con cui la GNU celebra il quinto centenario dalla morte del pittore, dichiara esplicitamente l’intenzione di raccontarne la grandezza attraverso gli occhi di chi poté ammirare il suo lavoro da una prospettiva privilegiata, senza che lo sguardo risultasse fuorviato dalla produzione di una tarda attività particolarmente prolifica (talvolta persino seriale) e senza soprattutto i condizionamenti dovuti a una fortuna critica a dir poco altalenante«.

L’iniziativa completa idealmente il progetto di analisi storica e critica dell’itinerario creativo di Perugino, iniziato nel 2004 proprio nel museo umbro, che conserva il più considerevole numero di opere del maestro, con una rassegna che indagava prevalentemente i suoi ultimi vent’anni di produzione.

[Perugino, Trittico Galitzin, 1482 – 1485 circa, Washington, National Gallery of Art]

IL FULCRO DELLA MOSTRA
Il progetto espositivo, composto da oltre settanta opere, ha scelto d’individuare solo dipinti del Vannucci antecedenti al 1504, anno nel quale egli lavorava a tre commissioni che segnano il punto più alto della sua carriera: la Crocifissione della Cappella Chigi in Sant’Agostino a Siena, la Lotta fra Amore e Castità già a Mantova, ora al Louvre di Parigi, e soprattutto lo Sposalizio della Vergine per la cappella del Santo Anello del Duomo di Perugia, oggi nel Musée des Beaux-Arts di Caen (Francia).

La mostra dà conto, nella maniera più completa possibile, dei passaggi fondamentali del suo percorso: dalle prime collaborazioni nella bottega di Andrea del Verrocchio alle capitali imprese fiorentine che fecero la sua fortuna, come ad esempio le tre tavole già in San Giusto alle Mura, oggi nelle Gallerie degli Uffizi, o la Pala di San Domenico a Fiesole; dagli straordinari ritratti alle monumentali pale d’altare, quali il Trittico Galitzin, ora alla National Gallery di Washington, e il Polittico della Certosa di Pavia, per gran parte alla National Gallery di Londra ed eccezionalmente ricomposto per l’occasione.

[Andrea del Verrocchio, Madonna col Bambino, 1472 circa, Berlino, Staatliche Museen, Gemäldegalerie]

IL “PERUGINISMO”: LE INFLUENZE SUI PITTORI CONTEMPORANEI
L’esposizione riflette sul ruolo che il Vannucci ha effettivamente svolto nel panorama artistico contemporaneo nel rapporto che lo ha legato ai protagonisti di quell’epoca, seguendo geograficamente gli spostamenti del pittore o delle sue opere attraverso l’Italia. È sorprendente, infatti, come Perugino abbia lasciato tracce profonde del suo magistero in tutte le località della penisola toccate dalla sua attività, da nord a sud, a iniziare ovviamente dall’Umbria e dalla Toscana, teatri per eccellenza del suo lavoro, nonché sedi delle sue botteghe di Perugia e Firenze.

La fondamentale impresa decorativa della Cappella Sistina, ad esempio, è alla base di un filone umbro-laziale del “peruginismo”, che trova interpreti sublimi in personaggi quali Antoniazzo Romano, o Antonio da Viterbo detto il Pastura. L’impressione suscitata dagli affreschi con Storie del Cristo e Storie di Mosè in artefici di estrazione geografica e culturale profondamente distante, che si approcciano a essi in viaggi di aggiornamento e li assimilano come fondamentali testi di studio, genera fenomeni singolari, come quello testimoniato dalla pittura di Macrino d’Alba, divulgatore della maniera peruginesca nel natìo Piemonte. Così come, nella stessa regione, lo studio di prove capitali di Perugino viste tra Firenze e Pavia si riflette con esiti sorprendenti nella produzione di Gaudenzio Ferrari. La presenza di opere del maestro umbro nelle Romagne e in Emilia, da Fano, a Senigallia, a Bologna è alla base della pittura di Francesco Francia, di Lorenzo Costa e del Rimpatta.

[Raffaello, Madonna Borghese, circa 1502, tempera su tavola, Berlino, Staatliche Museen, Gemäldegalerie]

Un filone lombardo-veneto della vague peruginesca, testimoniato in particolare dalle opere di Tommaso Aleni e Francesco Verla, è legato alla Madonna col Bambino tra i Santi Agostino e Giovanni evangelista nella chiesa di Sant’Agostino a Cremona.

La grande Assunzione del Duomo di San Gennaro dà infine ulteriore forza propulsiva alla diffusione del lessico di Pietro non solo nel Napoletano, con l’attività di Stefano Sparano o Cristoforo Faffeo, ma anche in altre aree del sud Italia.

IL CATALOGO
Il catalogo contiene i contributi dei maggiori specialisti del pittore e ripercorre le tappe della carriera di Pietro. Ampio margine è riservato ai direttori degli istituti e ai curatori delle collezioni di appartenenza delle opere in prestito, tra i quali le Gallerie degli Uffizi, la National Gallery di Washington, la National Gallery di Londra, il Louvre di Parigi e la Gemäldegalerie di Berlino.

C.S.M.
Ufficio Stampa, 7 novembre 2022

“IL MEGLIO MAESTRO D’ITALIA”. PERUGINO NEL SUO TEMPO
4 marzo – 11 giugno 2023

Galleria Nazionale dell’Umbria
corso Pietro Vannucci, 19, Perugia
Tel. 075.58668436
gan-umb@beniculturali.it
Biglietto online qui  
Gruppi e visite guidate: prenotaperugino@sistemamuseo.it
www.gallerianazionaledellumbria.it
www.peruginocinquecento.it