Alla Reggia, arazzi, quadri, incisioni e oggetti alla corte dei Papi: mostra con la partecipazione dei Musei Vaticani.
La Reggia di Venaria, complesso monumentale alle porte di Torino dichiarato Patrimonio dell’Umanità, inaugura la nuova stagione espositiva con una mostra preziosa e di grande suggestione, a cura di Alessandra Rodolfo e Andrea Merlotti: “All’ombra di Leonardo. Arazzi e cerimonie alla corte dei Papi”,aperta al pubblico dal 21 marzo fino al 18 giugno 2023 (prorogata fio al 3 settembre) presso le Sale delle Arti.
La mostra è organizzata dal Consorzio delle Residenze Reali Sabaude con l’importante partecipazione dei Musei Vaticani e raccoglie opere provenienti, oltre che dai Musei Vaticani, dal Palazzo del Quirinale, dal Museo di Roma, dai Musei Reali di Torino, dal Museo Diocesano Tridentino, dalla Civica Raccolta delle Stampe A. Bertarelli di Milano e da diverse collezioni private.
Un’occasione imperdibile per compiere un viaggio all’interno di alcune fra le più importanti cerimonie papali: la Lavanda dei piedi e la Coena Domini che si svolgevano il giovedì santo nel cuore del Palazzo Vaticano, in ambienti solenni impreziositi da straordinarie opere d’arte, legate ai nomi di Leonardo e Raffaello. Cogliendo il senso di antiche cerimonie, ricche di simboli e di significati, arazzi, quadri, incisioni e oggetti raccontano una storia che affonda le sue radici lontano nel tempo, immergendo il visitatore in un mondo di tradizioni e antichi riti, importanti testimonianze della Chiesa Romana. CatalogoSilvana Editoriale.
L’ARAZZO RAFFIGURANTE L’ULTIMA CENA DI LEONARDO
Nel 1533, in occasione del matrimonio di Caterina de’ Medici, nipote di Papa Clemente VII, ed Enrico di Valois, secondogenito del Re di Francia Francesco I, quest’ultimo donò al pontefice un prezioso arazzo raffigurante l’Ultima Cena di Leonardo. Un matrimonio e un regalo importante che suggellavano l’alleanza tra la Francia e il Papato contro l’imperatore Carlo V (responsabile del sacco di Roma, avvenuto solo sei anni prima, nel 1527).
L’opera fu realizzata dopo il 1516 su ordine dello stesso Francesco I e di sua madre Luisa di Savoia. Questo spiega la presenza di simboli sabaudi lungo tutta la bordura dell’arazzo. Nel prezioso panno, interamente tessuto in oro e seta, l’Ultima Cena milanese è trasposta con assoluta fedeltà, ma con un’importante variazione. Lo sfondo, che nell’originale è quasi un’astrazione, diviene un’architettura rinascimentale: come se l’Ultima Cena si svolgesse alla corte di Francia. Francesco I era un grande estimatore di Leonardo, tanto da averlo chiamato alla sua corte presso il Castello di Amboise, nella Valle della Loira, dove l’artista visse dal 1516 al 1519, ed è ormai opinione di molti che il cartone dell’arazzo, su cui fu poi effettuata la successiva tessitura, sia stato realizzato in Francia sotto la supervisione dello stesso Leonardo.
In occasione della Lavanda dei piedi che si svolgeva nella sala Ducale del Palazzo Vaticano, il pontefice, a imitazione di Cristo, lavava i piedi a tredici sacerdoti poveri posti a sedere su un palco sotto l’arazzo leonardesco. Lo stesso pontefice, poi, coadiuvato dal suo seguito, serviva la Coena Domini ai tredici, con chiaro rimando all’Ultima Cena.
L’ARAZZO PER IL DOSSALE DEL BALDACCHINO PAPALE
Il panno leonardesco intrecciò la sua storia con un altro arazzo, di grande rilievo e bellezza: quello per il dossale del baldacchino papale, realizzato sempre per Clemente VII, appassionato collezionista di prodotti tessili. A disegnarlo per lui erano stati gli allievi di Raffaello, gli stessi che avevano lavorato con il Maestro nelle celeberrime Stanze Vaticane e nelle Logge del palazzo.
A quarant’anni di distanza dalla sua ultima esposizione, l’imponente baldacchino, realizzato nella stessa manifattura brussellese da cui uscirono i famosi arazzi di Raffaello della Cappella Sistina, verrà ricostruito in mostra, munito della sua copertura impreziosita dai suoi pendenti di straordinaria bellezza.
All’inizio della cerimonia della Lavanda dei piedi il pontefice si levava dal trono, sotto il baldacchino raffaellesco, e si portava sotto l’arazzo leonardesco, all’ombra del quale lavava i piedi ai poveri.
L’ARAZZO RAFFIGURANTE GESÙ CHE LAVA I PIEDI AI POVERI
Benché generalmente il solenne rito della lavanda si svolgesse nel Palazzo Vaticano e successivamente nella Basilica di San Pietro, almeno una volta, nel 1831, essa ebbe luogo anche al Quirinale, già Palazzo Pontificio. Una storia ricordata indirettamente con il grande arazzo raffigurante Gesù che lava i piedi agli Apostoli. Donato da Napoleone a papa Pio VII, il raffinato panno, realizzato a Parigi nella celebre Manifattura dei Gobelins, è ancora oggi esposto nelle Sale del Carracci del palazzo presidenziale italiano.
LE BROCCHE
Il rito della Lavanda non era una prerogativa pontificia. Tutti i sovrani cattolici – e sino a fine Seicento anche il protestante Re d’Inghilterra a imitazione della corte papale – la praticarono per molti secoli, in alcuni casi sino a meno d’un secolo fa.
Una storia anch’essa ricordata nella mostra da una splendida brocca (aiguiere) usata da Carlo Felice e Carlo Alberto di Savoia, ora nei depositi dei Musei Reali di Torino. È associata ad altre due analoghe, provenienti dalla Sagrestia Pontificia, usate probabilmente per lo stesso scopo.
C.S.M.
Ufficio Stampa, 20 marzo 2023
Immagine di copertina:
Manifattura brussellese (?), Ultima Cena (copia da Leonardo da Vinci), 1516-1533. Arazzo.
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ALL’OMBRA DI LEONARDO. ARAZZI E CERIMONIE ALLA CORTE DEI PAPI
21 marzo – 18 giugno 2023 (prorogata fino al 3 settembre)
Reggia di Venaria, Sale delle Arti – II piano
Consorzio delle Residenze Reali Sabaude
Piazza della Repubblica, 4 – 10078 Venaria Reale (Torino)
www.lavenaria.it – www.residenzerealisabaude.com