Operazione internazionale ‘Pandora VII’. Indagine ‘Achei’: restituiti beni all’Italia, al Perù e all’Ecuador. Attività primo bimestre 2023 del Comando Carabinieri TPC.
OPERAZIONE INTERNAZIONALE PANDORA VII
Il Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale (TPC) ha partecipato in rappresentanza dell’Italia, in virtù della sua peculiare specialità, alla settima edizione dell’operazione internazionale Pandora.
L’operazione rientra nella priorità Organised Property Crime di EMPACT (European Multidisciplinary Platform Against Criminal Threats), la piattaforma multidisciplinare europea istituita dal Consiglio dell’Unione europea a contrasto delle principali forme di criminalità internazionale che colpiscono l’Unione, ed è finalizzata a impedire il commercio dei beni culturali di provenienza illecita.
La prima fase operativa si è focalizzata sul pattugliamento digitale delle piattaforme di e- commerce, il corpo di polizia dei Paesi Bassi (Politie) ha organizzato nella capitale nederlandese, con il supporto di Interpol ed Europol, un cyberpatrol al quale hanno partecipato i rappresentanti di 14 Paesi europei e numerosi esperti del settore.
Nel corso dell’attività di monitoraggio è stato fondamentale il sostegno offerto dalla “Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti” gestita dai Carabinieri TPC. Le attività hanno permesso di effettuare un esteso controllo del web (siti di esercizi commerciali antiquariali e di case d’asta, pagine web di commercio elettronico specialistico e generico, piattaforme social media) finalizzato all’individuazione di beni culturali di sospetta provenienza, da rendere materia di approfondimento durante la fase operativa dell’operazione.
Nel corso della successiva fase operativa, svolta simultaneamente in 14 Paesi europei, è stato dato il massimo impulso alla tutela del patrimonio culturale effettuando mirate attività di controllo e prevenzione. Il Comando Carabinieri TPC, con il supporto dei Comandi territoriali dell’Arma dei Carabinieri, ha:
– effettuato 281 controlli ad aree d’interesse archeologico, monumentale e sottomarine;
– verificato 108 esercizi antiquariali, case d’asta, gallerie d’arte, restauratori e trasportatori;
– denunciato 30 persone in stato di libertà;
– verificato 1496 beni nella “Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti”;
– sequestrato 804 beni culturali per un valore complessivo di € 364.350,00, tra cui:
Campobasso:
– 6 monete di natura archeologica risalenti al III – I secolo a.C., 13 fossili di natura paleontologica e 1 metal detector professionale.
Castelmauro (CB):
– 1 anfora da trasporto in ceramica di epoca romana risalente alla metà del I secolo.
Catania:
– 3 monete in argento di epoca greca risalenti al III – II secolo a.C.
Foligno (PG):
– 77 libri a stampa editi nel XVIII – XX secolo appartenenti a fondo ecclesiastico.
Fucecchio (FI):
– 1 anfora da trasporto di tipo africana risalente al III – IV secolo;
Mormanno (CS):
– 1 moneta denario in argento coniato a Cornifium risalente al I secolo a.C.;
Napoli:
– 27 beni archivistici databili dal XVII al XIX secolo di proprietà demaniale del fondo borbonico.
San Vero Milis (OR):
Recuperati dai fondali marini i seguenti beni:
– 7 anfore puniche frammentate di produzione cartaginese;
– 1 anfora greco-italica frammentata di produzione campana;
– 2 frammenti di anfora punica di produzione ibizina;
– 20 frammenti vitrei costituenti manufatti punici.
Sassari:
– 2 dipinti, dell’artista sardo Tore Canu oggetto di furto e posti in vendita sul web.
Tesero (TN):
– 1 dipinto su cuoio del tipo “Paliotto” raffigurante una Madonna con bambino di Bottega Veneta del XVII secolo sottratto a un ente religioso.
Udine:
– 1 statua lignea policroma e dorata raffigurante un apostolo di scuola Valsesiana del XVII secolo di proprietà di un ente ecclesiastico.
Villasimius (SU):
Rinvenuti nei fondali marini i seguenti reperti:
– 2 anfore vinarie di epoca romana risalenti al I secolo a.C.;
– 1 porzione di anfora vinaria di epoca romana e riproduzione apula;
– 1 orlo di anfora in ceramica;
– 1 porzione di brocca medievale risalente al XVI secolo.
C.S. Roma, 5 maggio 2023
Immagine di copertina: L’Aquila
CARABINIERI TPC COSENZA: INDAGINE ACHEI
I Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale restituiscono allo Stato Italiano e alle Repubbliche dell’Ecuador e del Perù reperti archeologici recuperati nell’indagine denominata “Achei”, coordinata dalla Procura della Repubblica di Crotone.
Gli straordinari reperti archeologici restituiti, di ingentissimo valore sia storico-culturale, sia economico, sono stati rintracciati nel contesto di una complessa attività d’indagine dei Carabinieri del Nucleo T.P.C. di Cosenza che ha acclarato, inequivocabilmente, l’esistenza di un vasto traffico su scala nazionale e internazionale – con ramificazioni in Gran Bretagna, Francia, Germania e Serbia – di reperti archeologici provenienti da scavi clandestini operati anche nei siti archeologici di “Apollo Aleo” di Cirò Marina, “Castiglione di Paludi” del Comune di Paludi (CS) nonché nell’area di “Cerasello” del Comune di Pietrapaola (CS) e in tanti altri terreni privati del territorio delle province di Crotone e Cosenza.
Le indagini, condotte dal maggio 2017 e concluse nel luglio 2018, hanno consentito di accertare i sistematici saccheggi di più squadre di “tombaroli” che, con una articolata suddivisione di competenze e ruoli, garantivano al mercato clandestino un flusso continuo di beni archeologici, di ingente valore economico, inseriti in articolati e complessi canali di ricettazione in Italia e all’estero.
L’operazione si è conclusa con l’emissione di un’ordinanza di applicazione di misure cautelari da parte del G.I.P. del Tribunale di Crotone, su richiesta della locale Procura della Repubblica che ha coordinato le indagini, nei confronti di 23 persone ritenute responsabili, a vario titolo, di far parte di un’associazione per delinquere finalizzata alla commissione dei reati finalizzati di danneggiamento del patrimonio archeologico dello Stato, impossessamento illecito di beni culturali appartenenti allo Stato, ricettazione ed esportazione illecita.
Presso il Museo di Pitagora di Crotone, il 4 maggio 2023 si è svolta la cerimonia di restituzione allo Stato Italiano, nella persona del Direttore Regionale Musei della Calabria, dott. Filippo Demma, e alle Repubbliche del Perù e dell’Ecuador, rappresentati rispettivamente dall’Ambasciatore in Italia, S.E. Eduardo Martinetti e dal Ministro dell’Ambasciata dell’Ecuador, S.E. Patricio Troya Suarez, da parte del Vice Comandante del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Roma, Colonnello Mario Mettifogo, unitamente al Comandante del Gruppo Carabinieri TPC di Roma, Tenente Colonnello Andrea Ilari, e al Comandante del Nucleo Carabinieri TPC di Cosenza, Tenente Giacomo Geloso, alcuni dei preziosi reperti archeologici recuperati in Italia e nel Regno Unito nel corso delle attività svolte nell’ambito dell’indagine denominata “Achei”.
Alla cerimonia di restituzione hanno preso parte il Prefetto di Crotone, dott.ssa Franca Ferraro, il Procuratore della Repubblica di Crotone, dott. Giuseppe Capoccia, il Comandante della Legione Carabinieri Calabria, Generale di Divisione Pietro Francesco Salsano, il Comandante Provinciale dei Carabinieri di Crotone, Tenente Colonnello Raffaele Giovinazzo, nonché le massime Autorità Civili, Militari e Religiose provinciali e cittadine.
Questi, i preziosi reperti di eccezionale valore archeologico riconsegnati:
– specchio in bronzo con impugnatura a forma di fanciulla panneggiata (kore), eccellente esempio di manufatto realizzato da sapienti mani nelle officine bronzistiche di Crotone, epoca V sec. A.C.;
– grande lekythos attica a figure nere (Dioniso e corteo con menadi e satiri) su fondo bianco, attribuibile al Pittore di Edimburgo, epoca 500 a.C.;
– pisside globulare con coperchio a figure geometriche, risalente al IV sec. a.C.;
– brocca biconica acroma con piede ombelicato con ansa verticale a nastro incisa- ceramica comune acroma con incrostazione bruna ricoprente tutta la superficie del vaso, età romana;
– brocca globulare acroma con piede ad anello e con ansa verticale a nastro incisa, con bocchello circolare leggermente svasato, che presenta due incisioni circolari, una sulla vasca e una sul collo – ceramica comune acroma con incrostazione bruna ricoprente tutta la superficie del vaso, età romana;
– coppetta a vernice rosso bruna, con piede ad anello e sovradipintura bianca interna con due cerchi concentrici sul fondo e uno sotto al bordo dell'orlo, età medievale;
– busto femminile in breccia marmorea, che presenta le spalle drappeggiate e i tratti somatici leggermente stilizzati, risalente a età medievale;
– fibbia in lega di ottone pertinente a elemento di abbigliamento (cintura o calzatura), epoca XVI-XVII secolo d.C.;
– fibbia per cintura bizantina di tipo “Balgota” con tre elementi incernierati e mobili, età bizantina (VII sec. d.C.);
– coppia di orecchini in bronzo con verga a sezione circolare decrescente, originariamente argentati o dorati, epoca VI-VII sec. d.C.;
– applique in piombo a forma di volto frontale (protome) femminile con caratteristica acconciatura, realizzata per fusione entro stampo aperto, età ellenistica (fine IV-III sec. a.C.);
– 21 esemplari di monete autentiche in rame (CU), bronzo (AE) e mistura (MI), dall’età II sec. a.C. al XV sec. d.C.;
– 52 esemplari di monete in oro (AV), rame (CU), bronzo (AE), Argento (AG) e mistura (MI), dall’età V sec. a.C. al III sec. A.C.;
– hydria a figure rosse con sovraddipinture bianche. Lato A: una quadriga trainata da una Nike alata; al di sotto delle zampe del primo cavallo: un delfino e una conchiglia. Lato B: una grande palmetta e elementi vegetali. Al di sotto della scena: fascia a meandri e segni ad X; sulla fascia dell’orlo: guttae; sul collo: foglie e un medaglione centrale. Alto piede modanato verniciato in nero;
– oinochoe con orlo trilobato. Il corpo è modellato a protome femminile con dettagli in nero. Il collo, l’ansa sormontante, una fascia dell’alto piede modanato e il retro sono verniciati in nero con sovraddipinture di bianco;
– hydria acroma con ansa verticale a doppio bastoncello e tracce di decorazione geometrica in bruno su collo, ansa e spalla;
– due pesi da telaio troncopiramidali con foro passante, uno dei quali presenta sulla faccia una decorazione circolare impressa;
– epichysis a vernice nera con sovradipinture in bianco e giallo nello stile di Gnathia. Bocca a canale, lungo collo cilindrico, ampia spalla arrotondata e corpo modanato a rocchetto; l’ansa sormontante si imposta dall’orlo alla spalla;
– oinochoe con orlo trilobato e ansa sormontante. Vernice nera su orlo, ansa, collo, parte bassa del corpo e piede; sulla spalla: triangoli ottenuti a risparmio alternati a punti bianchi suddipinti; sul corpo (risparmiato): lingue verticali a vernice nera e piccoli rombi, con punti bianchi suddipinti;
– epichysis a figure rosse. Bocca a canale con protomi in rilievo all’attacco dell’ansa, lungo collo cilindrico, ampia spalla arrotondata e corpo discoidale; l’ansa a nastro sormontante si imposta dall’orlo alla spalla. La decorazione principale sulla spalla è costituita da palmette ed elementi vegetali, mentre al di sotto del beccuccio vi è una figura alata seduta androgina;
– epichysis a figure rosse. Bocca a canale con protomi all’attacco dell’ansa, lungo collo cilindrico a profilo concavo, ampia spalla arrotondata e corpo modanato a rocchetto; l’ansa a nastro sormontante si imposta dall’orlo alla spalla. La decorazione principale sulla spalla è costituita da un erote androgino nudo inginocchiato verso destra con una corona nella mano sinistra e uno specchio nella destra. Sul resto della spalla sono presenti due ampie palmette che partono da una terza palmetta alla base del vaso;
– lekythos a reticolo: orlo estroflesso, collo cilindrico, piccola ansa verticale impostata su collo e spalla, ventre ovoidale, alto piede modanato. L’orlo, il collo, l’ansa, la spalla e la parte bassa del piede sono a vernice nera, che si conserva poco omogenea; reticolo sul ventre;
– guttus a vernice nera monoansato con vasca baccellata e lungo beccuccio versatoio impostato obliquamente sul serbatoio. La faccia superiore è decorata con un medaglione a rilievo piuttosto basso, realizzato a matrice e raffigurante una testa di negroide rivolta a destra;
– guttus a vernice nera monoansato con vasca baccellata e lungo beccuccio versatoio quasi verticale impostato sul serbatoio. La faccia superiore è decorata con un medaglione a rilievo, realizzato a matrice con una protome, forse di Medusa;
– lekythos a vernice nera con imboccatura a trombetta, piccola ansa verticale impostata su collo e spalla, ventre globulare, largo piede ad anello;
– cratere a campana con piede troncoconico e fusto di raccordo; piccole anse orizzontali ripiegate verso l’alto. Il vaso ha argilla beige depurata e presenta una decorazione in rosso-arancio a linee e fasce orizzontali: dalla linea più alta sotto l’orlo pendono elementi vegetali stilizzati;
– attingitoio con labbro obliquo, vasca profonda a profilo convesso e alta ansa a nastro con estremità lunata. Presenta una decorazione bicroma rossa e nera con motivi geometrici sull’ansa, sul labbro, sul corpo e sul fondo esterno (ruota a 8 raggi). Al centro della vasca è rappresentata una figura antropomorfa a corpo triangolare;
– brocca con alto orlo svasato su cui si imposta l’ansa sormontante a nastro, priva di collo, corpo globulare, piede a disco. Sull’orlo interno, sul corpo e sull’ansa: decorazione a bande orizzontali di colore nero;
– skyphos biansato, con fasce dipinte in bruno-nero sul corpo. Orlo leggermente estroflesso, anse orizzontali (di cui una mancante: mutilo), piede ad anello;
– askòs acromo, con termine a punta a forma di coda di volatile stilizzata, ansa a nastro, orlo a tesa orizzontale. Piede ad anello con fondo forato post cottura, che suggerisce un ambito di necropoli;
– kantharos su alto piede modanato con anse sormontanti. Vernice nera evanide e fortemente incrostata. Labili tracce di decorazioni suddipinte in bianco;
– lekane con coperchio a figure rosse. Il coperchio presenta una vasca bassissima decorata con protomi femminili con sakkos e palmette tra le figure; il pomello discoidale su fusto è decorato con motivo a raggiera; il battente verticale è decorato a chevrons;
– thymiaterion (incensiere) modellato a volto di dea. Sul retro è presente un foro. Nella parte sommitale sono presenti 5 forellini praticati prima della cottura, interno cavo;
– statuetta fittile raffigurante Eros con foro sul retro e cava. Argilla arancio-rosata con numerosi inclusi;
– statuetta fittile raffigurante Europa e il toro; cava. Poco rifinita, tracce di colore rosso sulla superficie. Argilla beige-rosata depurata;
– statuetta fittile raffigurante una Sfinge accovacciata; realizzata a matrice, retro non lavorato. Argilla beige-rosata con inclusi bianchi. Incrostazioni terrose;
Le investigazioni hanno portato al sequestro, inoltre, di reperti “precolombiani” originari degli Stati del Perù e dell’Ecuador, restituiti ai rispettivi Ambasciatori:
Un bene proveniente dal Perù:
-contenitore dal corpo lenticolare con carenatura centrale, collo rigonfio, denominato “vaso urlatore” – Perù, costa settentrionale, cultura Chimú-Inka (epoca 1470 – 1532 d.C.);
Due beni provenienti dall’Equador:
-coppa emisferica con corto piede tronco-conico, dipinta all’interno, modellata a mano con tecnica “a colombino” – complesso Tuza-Cuasmal, epoca 1250–1534 d.C.;
-coppa dal corpo biconico e carenato, labbro rientrante – ceramica modellata a mano con tecnica “a colombino” – complesso Piartal (epoca 750 – 1250 d.C.).
Inoltre, sono stati esposti anche importantissimi reperti archeologici etruschi, recuperati nell’ambito della stessa attività investigativa, che saranno restituiti ai musei che la Direzione Generale del Ministero della cultura individuerà in relazione alla loro origine:
– vaso etrusco biconico monoansato in ceramica di impasto, caratteristico della cultura villanoviana, risalente al primo periodo Villanoviano tipico;
– stamnos etrusco in bronzo con anse terminanti a forma di mani, prodotto in Etruria, in particolare nel centro etrusco di Vulci, e in ambiente italico – epoca V-IV sec. a.C. con attardamenti nel periodo ellenistico;
– olla a coste con orlo a tesa arrotondato, decorato all'interno con cinque solchi concentrici, prodotto in Etruria meridionale, largamente diffusa dall’VIII fino alla prima metà del VI sec. a.C.
C.S. Crotone, 4 maggio 2023
COMANDO DEI CARABINIERI PER LA TUTELA DEL PATRIMONIO CULTURALE
SECONDO BIMESTRE 2023
Continua nel II bimestre, marzo-aprile 2023, il costante lavoro del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale (Tpc) profuso con attività mirate al recupero dei beni culturali e caratterizzato da un proficuo impegno in ambito nazionale e internazionale. Di seguito, una panoramica di alcune delle operazioni di polizia giudiziaria a tutela del patrimonio artistico e archeologico condotte sul territorio nazionale:
16 marzo 2023, nella sede dell’Archivio Diocesano di Bisceglie (BT),i Carabinieri Tpc del Nucleo di Bari hanno restituito al Direttore dell’Archivio, don Ruggiero Lattanzio, 240 documenti archivistici e bibliografici risalenti tra il XVI e il XIX secolo. Tra le Autorità presenti alla cerimonia di restituzione S.E. Mons. Leonardo D’Ascenzo, Arcivescovo dell’Arcidiocesi di Trani-Barletta-Bisceglie, il dott. Marco Giacomo Bascape’, Soprintendente Archivistico e Bibliografico della Puglia e don Nicola Napolitano, Direttore Ufficio Diocesano Beni Culturali dell’Arcidiocesi di Trani-Barletta-Bisceglie. La preziosa documentazione, provento di furto denunciato nel gennaio 1999 dal Vicario Generale dell’Arcidiocesi di Trani-Barletta-Bisceglie, è stata sequestrata nel settembre 2020 dai Carabinieri Tpc del Nucleo di Bari e della Tenenza di Bisceglie a carico di un privato cittadino del luogo. Tra i documenti recuperati, di particolare importanza storico- culturale quattro bolle papali datate tra il 1583 e il 1671, il Catasto di Bisceglie del 1752, i Registri delle nascite e dei defunti della Cattedrale di Bisceglie del XVII sec., alcune pagine del diario di mons. Pompeo Sarnelli (Vescovo della Diocesi di Bisceglie dal 1692 al 1724) risalenti a XVII-XVIII sec.
17 marzo 2023, presso la Biblioteca Nazionale Centrale di Roma, i Carabinieri del Reparto Operativo – Sezione Antiquariato del Comando Tpc hanno restituito una preziosa lettera autografa di Gabriele D’Annunzio al direttore della Biblioteca dottor Stefano Campagnolo. Una lettera manoscritta, datata “18 nov. 1926’’, firmata da Gabriele D’Annunzio, composta da 3 fogli di colore avorio, tutte recanti l’intestazione con logo “Sqvadra di San Marco – TI CON NV, NV CON TI”, avente nella prima pagina l’incipit “Caro amico”, con la quale chiede a tale Giovanni Rizzo di interessarsi per il trasferimento di alcune masserizie dalla sua abitazione di Parigi al Vittoriale degli Italiani attraverso l’interessamento di un suo amico medico parigino dott. Mendelsohn.
17 marzo 2023, presso il prestigioso Salone “Roma” del Palazzo Arcivescovile di Monreale, i Carabinieri Tpc del Nucleo di Palermo, hanno restituito al Direttore della Biblioteca “Ludovico II De Torres” di Monreale, don Giuseppe Ruggirello, 61 libri “cinquecentine” di grande valore storico e culturale, risalenti al XVI secolo, trafugati negli anni ‘80 del secolo scorso.
18 marzo 2023, a Corridonia (MC) i Carabinieri Tpc del Nucleo di Ancona, in collaborazione con la Stazione CC del luogo, hanno tratto in arresto un 73enne di Ancona per furto di beni culturali e autoriciclaggio, in applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari disposta dal G.I.P. di Macerata della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Macerata. L’indagato è ritenuto responsabile di un furto commesso nel febbraio scorso all’interno della chiesa di San Pietro Paolo e Donato di Corridonia, da cui avrebbe illecitamente asportato 3 calici in argento del XVIII e XX sec. Dalla ricostruzione dei fatti, l’indagato avrebbe venduto quei beni a un esercente di materiali preziosi di Ancona, dichiarando ingannevolmente la lecita provenienza mediante false attestazioni.
25 marzo 2023, i Carabinieri Tpc del Nucleo di Torino hanno restituito alla Diocesi di Teggiano-Policastro (SA), alla presenza di S.E. il Vescovo Antonio De Luca, una pala d’altare del ‘600 raffigurante “Madonna della Consolazione con i santi Agostino, Stefano, Maria Maddalena e Monica”, recuperata in Piemonte, tornando ad abbellire l’altare della chiesa parrocchiale di S. Stefano di Sala Consilina (SA). La prestigiosa opera del maestro Giovanni De Gregorio, detto “il Pietrafesa” (1579-1656), fu rubata dalla chiesa nella notte tra il 5-6 gennaio 1982, mentre erano in corso lavori di restauro dell’edificio danneggiato dal terremoto del 1980. L’opera, sottoposta ad alcuni interventi di restauro presso un restauratore astigiano, veniva intercettata dall’Arma specializzata mentre era in procinto di essere esportata. I controlli congiunti dei Nuclei CC Tpc di Genova, Napoli e Torino, in collaborazione con i rispettivi Uffici Esportazione, hanno consentito di localizzare e sequestrare l’opera impedendo che venisse trasferita all’estero. L’individuazione della preziosa opera grazie alle potenzialità della Banca dati in uso al Comando Tpc che ha permesso di individuarne sine dubio il suo riconoscimento.
30 marzo 2023, una campana in bronzo risalente al 1864 è stata restituita dai Carabinieri Tpc del Nucleo di L’Aquila al parroco della chiesa di Santa Maria Assunta di Ripabottoni (CB), don Gabriele Tamilia. La campana è stata rinvenuta fortuitamente dagli eredi nell’abitazione del congiunto defunto, interessando tempestivamente i Carabinieri Tpc di L’Aquila. Le indagini effettuate dai militari del Reparto specializzato dell’Arma, finalizzate a risalire alla provenienza e a ricollocare il bene nella sua originaria funzione, sono state complesse interessando le Diocesi molisane, parrocchie e fonderie del territorio, il locale Archivio di Stato, la Direzione Provinciale dell’Agenzia delle Entrate di Campobasso e la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio del Molise.
18 aprile 2023, i Carabinieri Tpc del Nucleo di Torino hanno restituito al Comune di Acqui Terme le Regie Patenti, firmate a Racconigi (CN) il 17 agosto 1841 dal Re Carlo Alberto di Savoia con le quali istituì a favore della città di Acqui – oggi Acqui Terme – una Compagnia di Guardie del Fuoco.
20 aprile 2023, i Carabinieri Tpc del Nucleo di Venezia hanno restituito alla Soprintendenza di Venezia due pregiati reperti archeologici, un askos e un’anfora apuli oggetto di ricettazione, confiscati nell’ambito dell’indagine “Magna Grecia” coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma. L’individuazione dei beni, provenienti da contesti archeologici italici, è avvenuta a seguito di specifici servizi di controllo del mercato dell’arte, finalizzati a prevenire e contrastare il commercio di beni culturali di provenienza illecita.
22 aprile 2023, presso la chiesa di Santa Maria dei Servi a Genova, alla presenza del Vicario Generale dell’Ordine dei Servi di Maria, padre Franco AZZALLI, veniva restituita dai Carabinieri Tpc del Nucleo di Genova un antico volume dal titolo “De Vita et Moribus S. Ignatii Lojolae” datato 1732 dell’autore Giovanni Pietro Maffei. Il manoscritto venne trafugato successivamente ai bombardamenti alleati che colpirono Genova durante la II Guerra Mondiale e che distrussero la chiesa di Santa Maria dei Servi. Ai bombardamenti sopravvissero solo 13 volumi dell’antica biblioteca Servitana, custoditi nell’attuale parrocchia di Santa Maria dei Servi nel quartiere Foce di Genova. L’indagine condotta dai Carabinieri dei Nuclei Tpc di Genova e Udine, coordinati dalla Procura della Repubblica di Genova, ha avuto inizio nel 2021 a seguito di controlli di iniziativa su siti di e-commerce ove veniva individuata l’inserzione di vendita del volume, che riportava il timbro di appartenenza alla Biblioteca Servitana di Genova.
24 aprile 2023, quattro preziose statuette del ‘700 raffiguranti pastori napoletani, rubate da un presepe allestito nel Natale del 1978 all’interno della chiesa di Santa Maria la Nova, sono state recuperati dai Carabinieri Tpc del Nucleo di Napoli. Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Napoli, hanno acclarato la vendita di una parte dei pastori oggetto di furto attraverso una nota casa d’aste partenopea, mentre altri pastori erano stati pubblicizzati, per un successivo tentativo di vendita, da un soggetto della provincia di Napoli attraverso immagini sui social network. A richiedere l’avvio degli accertamenti è stato proprio il figlio della vittima che aveva subito il furto, avendo notato le quattro statuette identiche, per forma e vestizione, a quelle rubate. La comparazione tra le immagini delle statuette poste in vendita e quelle censite all’epoca del furto nella “Banca Dati dei beni culturali illecitamente sottratti”, hanno permesso ai Carabinieri Tpc il sequestro.
Tra gli impegni istituzionali in campo internazionale:
9 marzo 2023, a Roma, presso la sede dell’Istituto di Cultura Svizzero in Italia, alla presenza dell’Ambasciatore svizzero in Italia S.E. Monika Schmutz Kirgöz, sono stati restituiti all’Italia, rappresentato dal Comandante dei Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, Generale di Brigata Vincenzo Molinese, quattro pregiati reperti archeologici etruschi e dauni, databili dal VII al IV sec. a.C. Presenti anche la dott.ssa Fabienne Baraga, Capo Servizio specializzato in Trasferimento internazionale dei beni culturali dell’Ufficio Federale Svizzero della cultura, il Consigliere Ambasciatore Clemente Contestabile e il prof. Marc- Andrè Renold dell’Università di Ginevra.
13 marzo 2023, l’Arma dei Carabinieri è stata premiata per i meriti del Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale per lo sviluppo del progetto S.W.O.A.D.S. (Stolen Works of Art Detection System) quale strumento innovativo per la ricerca on-line delle opere d’arte rubate. Nell’ambito del “Police World Summit”, svoltosi a Dubai (E.A.U.) e considerato il principale congresso mondiale per le Forze di Polizie e Agenzie di Sicurezza, l’Arma dei Carabinieri è stata insignita del premio internazionale “Innovative Police Force Award”.
28 aprile 2023, presso la sede dell’Ambasciata di Turchia a Roma, alla presenza dell’Ambasciatore S.E. Ömer Gücük, i Carabinieri Tpc del Nucleo di Venezia hanno restituito un’importante stele funeraria, provento di scavi archeologici clandestini presso l’antica città di Zeugma, in Turchia. L’indagine, denominata “Sposa del deserto”, è stata coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Firenze.
C.S. Roma, 2 maggio 2023