Ultimato il restauro del tabernacolo e dell’affresco del XVI sec attribuito a Ridolfo dal Ghirlandaio, grazie al contributo di Friends of Florence.
Nuova vita per il Tabernacolo del Torrino di Santa Rosa, inaugurato dopo un intervento di restauro conservativo. Il Tabernacolo si trova accanto all’omonimo Torrino a nord della porta di San Frediano. All’interno del tabernacolo in pietra forte, costruito nel 1856 su progetto dell’architetto Felice Franciolini, si trova un affresco degli inizi del XVI secolo, raffigurante la Pietà con la Madonna e i santi Giovanni Evangelista e Maria Maddalena, attribuito a Ridolfo del Ghirlandaio.
A ridosso delle mura, infatti, esisteva un piccolo oratorio dedicato a Santa Rosa, annesso a un antico convento detto di San Guglielmo, entrambi demoliti nel 1743. Del fabbricato restò in piedi solo il tabernacolo che nel 1856 il governo di Toscana fece ricostruire attorno all’affresco esistente, col consenso della famiglia Antinori, proprietaria dell’oratorio demolito. L’opera era stata oggetto di restauro nel 1998, grazie a un finanziamento dei marchesi Antinori. Oggetto dell’intervento di restauro appena finito sono stati sia l’affresco che la cornice lapidea che lo circonda.
I lavori sono stati seguiti e diretti dai tecnici del Servizio Belle Arti del Comune di Firenze, ente proprietario del tabernacolo, sotto l’Alta Sorveglianza della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Firenze e le Province di Pistoia e Prato; l’affresco è stato restaurato da Bartolomeo Ciccone mentre l’intervento sulla cornice lapidea è stato curato da Stefano Landi.
Il restauro del Torrino di Santa Rosa è stato reso possibile grazie al contributo di Friends of Florence, attraverso il dono del Florence Chapter, che ha già restaurato sette Tabernacoli in Oltrarno, guidato dalle Co-Chair Allison Gilligan e Kate Collins Manetti e Diana Richman Chairman onorario. Il Comitato per il Decoro e il Restauro dei Tabernacoli, che da anni si prende cura di questi manufatti in tutta la città, ha effettuato grazie alla collaborazione dell’architetto Moreno Perini, parte delle operazioni necessarie allo svolgimento dei lavori.
All’inaugurazione, l’11 maggio 2023, erano presenti la vicesindaca Alessia Bettini, la Presidente della Fondazione Friends of Florence Simonetta Brandolini d’Adda, il Comitato Tabernacoli rappresentato da Marzia Cantini, Sara Ragazzini funzionaria storica dell’arte per l’Ufficio Belle Arti e Fabbrica di Palazzo Vecchio del Comune di Firenze, Bartolomeo Ciccone e Stefano Landi restauratori che hanno realizzato l’intervento.
SCHEDA STORICO ARTISTICA DI CELIA DONOSO CLEMENTE
Il tabernacolo collocato a ridosso del Torrino di Santa Rosa, sulle mura risalenti all’edificazione degli anni 1284-1333 è legato alla storia del monastero di Santa Maria in Verzaia che le monache di S. Barnaba a Torri in val di Pesa fecero edificare nel 1323 fra la porta a S. Frediano e il fiume. Annesso al convento c’era un piccolo oratorio, dedicato a Santa Rosa, che accoglieva una compagnia di laici chiamata Compagnia di Santa Rosa al Cantone.
Il complesso monastico passò nel 1345 ai frati Guglielmiti di Sant’Antimo (SI) che lo amministrarono fino al 1564. Prima che la città venisse cinta d’assedio nel 1529, il convento venne abbattuto dagli stessi fiorentini per fare attorno alle mura terra bruciata ma l’oratorio rimase forse per rispetto all’affresco attribuito a Ridolfo del Ghirlandaio.
L’opera si trovava in pessime condizioni quando nel 1856 il governo di Toscana, col consenso della famiglia Antinori, ne dispose il restauro. Oltre a questo, ordinò che a ridosso della torre con cui terminano le mura di San Frediano venisse eretto il tabernacolo in stile gotico, per proteggere la sacra immagine dato che, ormai da molti anni, la stessa si trovava isolata sotto il portico del vicino Oratorio di S. Rosa.
Il tabernacolo monumentale fu realizzato in forme neogotiche nello stesso anno su progetto dell’architetto Felice Francolini, anche se alcuni studiosi hanno notato che i disegni presenti all’Archivio storico del Comune di Firenze recano la firma dell’architetto Mariano Falcini. Sotto l’opera c’è una lapide in marmo che ricorda come essa fu ricollocata in questo posto a spese del Regio Erario e del Comune di Firenze.
Raffigurante la Pietà con la Madonna e i santi Giovanni Evangelista e Maria Maddalena, l’affresco fu commissionato dalla Compagnia dei laici per ornare la facciata dell’Oratorio di Santa Rosa.
Attribuito in antico a Domenico Ghirlandaio e alla sua cerchia (1448-1494), poi dal Berenson interrogativamente a Jacopo del Sellaio, nello studio più accurato che ebbe luogo dopo il distacco del 1957 si attribuì ad un’artista fiorentino del secolo XVI, che poteva corrispondere a Ridolfo del Ghirlandaio (1483-1561) ai suoi inizi di carriera, appuntando però che la Maddalena mostrava una vicinanza con lo stile di Luca Signorelli. L’opera viene collocata nel terzo decennio del secolo XVI.
L’affresco rappresenta al centro la figura dolente della Madonna, reclinata sul corpo di Gesù, con ai lati San Giovanni e Maria Maddalena ai lati e sullo sfondo un paesaggio che potrebbe far pensare alle rive dell’Arno. In alto tre angeli recano in mano gli strumenti della Passione. Come propose Bargelli, le torri che vi si scorgono potrebbero far pensare a San Barnaba non per nulla detto “a Torri”. Nel 1856 venne restaurato a cura del Governo Toscano e della famiglia Antinori.
Nel 1998 l’opera fu restaurata dalla ditta R.A.M. grazie a un finanziamento dei marchesi Antinori. A cavallo tra il 2022 e il 2023 il Comune di Firenze ha restaurato l’affresco e la cornice lapidea che lo circonda grazie all’interessamento del Comitato Tabernacoli e con una donazione della Fondazione Friends of Florence. Il restauro dell’affresco è stato effettuato da Bartolomeo Ciccone mentre l’intervento sulla cornice lapidea è stato curato da Stefano Landi.
Una epigrafe in marmo posta alla base dell’affresco ricorda l’edificazione dell’edicola di forma neo-gotica: “Questa immagine/sulle pareti dell’antico convento di S. Guglielmo / da Domenico Ghirlandaio dipinta / nella famiglia Antinori da quella dei Concini / pervenne / imperante Leopoldo II /a spese del regio erario/e del comune di Firenze / in nuova e più decorosa edicola / l’ufficio delle pubbliche costruzioni la riponeva / l’anno di nostra salute MDCCCLVI / il patrono comm. Vincenzo Antinori annuente”. Celia Donoso Clemente
Comunicato Ufficio Stampa Friends of Florence, 11 maggio 2023
Immagine di copertina: Il tabernacolo dopo il restauro, foto B. Ciccone