A Torino, nuovi paradigmi di coesistenza sociale e ambientale nelle opere di undici artistə. A Guarene, la ri-eroticizzazione dei corpi (politici) e la relazione tra corpo, cibo e sessualità.

THE BUTTERFLY AFFECT
11 maggio – 15 ottobre 2023
Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Via Modane 16 Torino

 La Fondazione Sandretto Re Rebaudengo ha inaugurato la collettiva The butterfly affect (l’affetto farfalla), un percorso espositivo articolato attraverso le opere – sculture installazioni, pittura e video – di undici artistə internazionali. In un contesto costellato dagli effetti nocivi delle azioni sul nostro ecosistema, la mostra, a cura di Irene Calderoni e Bernardo Follini, intende registrare approcci artistici che incrociano la responsabilità connessa all’agency individuale a processi collettivi di cura, piacere ed ecologia. In mostra sono discusse le modalità con cui lo spazio naturale è costruito fisicamente e normato giuridicamente, e come ne è regolamentato l’accesso.

Jumana Manna (1987, Princeton, USA) indaga l’impatto sociale ed economico delle leggi sulla protezione della natura del governo israeliano sulla popolazione palestinese. Lungiswa Gqunta (1990, Gqeberha, South Africa) decostruisce le eredità patriarcali e coloniali che regolano l’accesso e la proprietà della terra. Kapwani Kiwanga (1978, Hamilton, Canada) affronta le asimmetrie del potere a partire dal giardino all’inglese e dalle tecnologie botaniche di epoca vittoriana. Ja’Tovia Gary (1984, Dallas, USA) si focalizza su un noto giardino, quello di Claude Monet a Giverny, per riflettere sulle violente politiche della rappresentazione del corpo nero.

Sharona Franklin (1987, Canada) esplora la relazione tra biologia, farmacologia e interdipendenza sociale dalla prospettiva di un attivismo disabile e bioetico. Isaac Julien (1960, Londra, UK) riattiva la storia di cura e rinascita di Prospect Cottage a Dungeness, celebre rifugio in cui si ritirò Derek Jarman, dopo la diagnosi di positività al virus HIV.

Sebastiano Impellizzeri (1987, Catania) dipinge mappe di complessa decodifica, che contengono le coordinate spaziali ed emotive di aree di cruising, pratica di incontro sessuale tra sconosciutə all’aperto. Zoe Williams (1983, Salisbury, UK) manipola la ceramica per costruire forme ibride in cui cura, vanità e precarietà proiettano l’erotica in una dimensione transumana. Rachel Youn (1994, Abington, USA) costruisce installazioni impiegando piante artificiali e macchine per i massaggi, producendo un immaginario ironico e grottesco di cura, piacere e intimità.

Patricia Domínguez (1984, Santiago, Cile) affronta l’angoscia climatica e le dinamiche estrattiviste impiegando conoscenze etnobotaniche e interrogando la nozione di benessere all’interno del processo di digitalizzazione delle vite. Jota Mombaça (1991, Natal, Brasile) osserva l’innalzamento marino e la crisi ambientale alla luce delle odierne discriminazioni di genere, classe e razza, presentando un’installazione prodotta originariamente per la sua performance “in the the tired watering”, avvenuta sull’Isola di San Giacomo a Venezia, nuova sede della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo.

AMBERA WELLMANN. ANTIPOEM 
4 aprile – 15 ottobre 2023
Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Via Modane 16 Torino

La prima mostra personale in Italia dell’artista: vedi notizia DeArtes qui

IO VIVO TIMORATA, PER L’OCCIDENTE IN CADUTA LIBERA VERSO IL   . DIVAGO TUTTAVIA PERCHÉ NELLE VENE POMPA LA MUSICA, L’ALCOL SCORRE E VOI, VOI SIETE TUTTE TANTO BELLE. IL MONDO SARÀ PURE IN MALORA MA QUI NOI STIAM BENE
6 maggio 2023 – 23 luglio 2023
Palazzo Re Rebaudengo, Piazza Roma 1 Guarene (CN)
(ingresso gratuito)

La Fondazione Sandretto Re Rebaudengo presenta, a Guarene, l’esposizione che conclude la 17a edizione del Young Curators Residency Programme Torino. Si tratta di una duplice manifestazione: a cura di Christy Eóin O’Beirne, Katherine Jemima Hamilton, Ariane Sutthavong: una mostra, in cui sono presentati i lavori di sei artistə italianə, che riflette intorno alla ri-eroticizzazione dei corpi (politici) e una pubblicazione che raccoglie i testi e i saggi visivi di altrə sei artistə italianə prodotti intorno alla rivitalizzazione del linguaggio tramite la poesia. La pubblicazione della mostra raccoglie poesie, saggi e interventi visivi e testuali: una rivitalizzazione del linguaggio intesa come opposizione alle perduranti forme di appropriazione egemonica.

Quando parliamo di ‘eventi politici’ pensiamo alle mobilitazioni, alle proteste, a momentanei raduni di corpi nello spazio pubblico e, al contrario, interpretiamo la quiete e l’immobilità come riflussi individualistici nel privato, allontanamenti dall’azione politica, quando in realtà, sono occasioni per tentare nuovi raggruppamenti. La mostra esplora i momenti di calma degli eventi politici. Lə artistə raccontano del potenziale insito nello sfinimento e percepiscono nell’immobilità un crescente brusio erotico. Per loro, la quiete non è riposo, rifiuto o inattività, ma al contrario è una forma di resistenza collocata nel corpo – sia esso sociale, collettivo, meccanico o di immagini.

Enrico Boccioletti indaga le sensazioni di tenerezza e vulnerabilità nell’intersezione tra mondo digitale e fisico. Nelle sue sculture antropomorfe Sara Enrico registra le potenzialità dello sfinimento insite nel corpo. Stefano Faoro interagisce con le consuetudini che si cristallizzano nelle tensioni tra lo spazio pubblico e quello privato, o emergono in determinati confronti e relazioni interpersonali quotidiane.

Nei suoi video, Benedetta Fioravanti divaga in città quasi deserte, in luoghi familiari in cui però si sente alienata. Rebecca Moccia esplora come le strutture istituzionali interagiscano con le nostre vite emotive. Valentina Parati dà voce ai corpi meccanici. Colloca alcuni microfoni sulle superfici di macchine, telecamere di sorveglianza e mobili da ufficio e, tramite un montaggio dell’audio registrato, traduce le loro testimonianze in un linguaggio sonoro poetico.

RAW. FÉLIXE T. KAZI-TANI E SIDO LANSARI
7 maggio – 23 luglio 2023
Palazzo Re Rebaudengo, Guarene (CN)
(Ingresso gratuito)

 In occasione dell’undicesimo anno di collaborazione con ENSBA Lyon – École Nationale Supérieure des Beaux-Arts, la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo ospita la mostra bipersonale “Raw”, prima presentazione in Italia di Félixe T. Kazi-Tani e Sido Lansari, artistə partecipanti all’edizione 2023 del Post-diplôme. Il programma è un percorso di ricerca post-laurea per le arti organizzato dalla scuola francese, coordinato dalla curatrice Oulimata Gueye.

“Raw”, a cura di Bernardo Follini, espone nuove produzioni concepite e realizzate appositamente per gli spazi di Palazzo Re Rebaudengo di Guarene. Al centro del dialogo risiede un’esplorazione della relazione tra corpo, cibo e sessualità.

Dalla pubblicazione nel 1990 dell’oramai classico di Carol J. Adams “The sexual politics of meat: a feminist-vegetarian critical theory” (Carne da macello. La politica sessuale della carne. Una teoria critica femminista vegetariana) il dibattito internazionale ha messo a fuoco le relazioni di potere che animano il campo della cucina e la pratica del consumo di carne come rito di produzione della virilità. “Raw” prova a rispondere alla domanda: “Quando un corpo diventa carne?”; esplora la relazione tra alimentazione e consumo erotico, confrontandosi con i processi di sessualizzazione del cibo animale e di animalizzazione dei corpi nella sfera del sessuale, evidenziandone le intersezioni sulla base delle categorie di genere, classe e razza.

A partire da una prospettiva transfemminista, Félixe T. Kazi-Tani indaga la cultura culinaria come codificato sistema performativo, in cui il controllo sociale garantito dall’etichetta coincide con il dominio patriarcale ed eteronormativo. Alimentando le proprie ricerche attraverso una pratica da panettierə e un’ampia bibliografia di libri e pamphlet di cucina degli ultimi due secoli, l’artista è interessatə a mostrare quanto il cibo e le pratiche culinarie siano attraversate sia dall’etica della cura che dalla violenza egemonica.

Sido Lansari impiega la pratica del ricamo per ricucire vicende connesse alla sessualità delle comunità queer arabe in Francia. Soffermandosi sul linguaggio contenuto all’interno di magazine degli anni Ottanta dedicati agli annunci sessuali, Lansari esplora la feticizzazione dei corpi arabi e i processi di razzializzazione nel campo della sessualità.

C.m.
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