Riccardo Muti dirige musicisti italiani e giordani a Ravenna e nei teatri romani di Jerash e Pompei. RAI 1 riprende il concerto a Pompei. Strumenti donati ai musicisti del campo rifugiati di Za’atari.
Non pietra, mattone o acciaio: i ponti che Ravenna Festival costruisce dal 1997 con Le Vie dell’Amicizia sono quelli che la musica, solo linguaggio universale, può creare. Invisibili ma non meno reali o necessari, quei ponti sono un invito al dialogo, un’offerta di conforto, un’immagine di speranza. E a volte, lungo le rotte dell’Amicizia, si scopre che un ponte già esiste: quello, per esempio, edificato dalla generosità del popolo giordano, che nell’ultimo decennio ha accolto centinaia di migliaia di profughi siriani (e non solo).
A questo straordinario spirito di fratellanza rende omaggio il concerto che Riccardo Muti dirigerà domenica 9 luglio 2023 a Jerash, nel teatro romano della “Pompei d’Oriente”. Non a caso, dopo il debutto al Pala De André di Ravenna (7 luglio) e l’appuntamento in Giordania, Le Vie dell’Amicizia raggiungerà il Teatro Grande dell’antica Pompei, martedì 11 luglio.
Nell’anno in cui il Festival ha colto l’occasione del centenario della nascita di Calvino per intitolare la propria XXXIV edizione Le città invisibili (vedi notizia DeArtes qui), il fil rouge del comune passato romano e del patrimonio archeologico lega due città a lungo sepolte – l’una dalla cenere del Vesuvio, l’altra dalle sabbie del deserto – a Ravenna, il cui porto di Classe l’imperatore Augusto scelse per la flotta del Mediterraneo orientale. Su tutti e tre i palcoscenici, la direzione di Muti unirà l’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini e il Coro Cremona Antiqua a musicisti giordani nel II atto da Orfeo ed Euridice di Gluck, in arie e cori dalla Norma di Bellini (fra cui “Casta diva”) e nel Canto del destino di Brahms.
In Giordania, Ravenna Festival visiterà anche il campo rifugiati di Za’atari, al confine con la Siria, per un momento musicale con artisti siriani della diaspora e musicisti residenti nel campo, a cui saranno portati in dono nuovi strumenti.
LE VIE DELL’AMICIZIA
Ne La Repubblica, Platone traccia il profilo della città ideale, l’utopia di uno stato guidato da principi filosofici; fondamentale nella formazione dei suoi cittadini è la musica, che educa l’anima attraverso la bellezza. Ed è l’etica del fare musica insieme – con orchestre e cori italiani che accolgono fra le proprie fila musicisti delle città meta del viaggio – la stella polare che brilla su Le Vie dell’Amicizia, sin da quando giunse la chiamata da Sarajevo nel 1997 e poi di anno in anno, senza interruzioni, con indimenticabili appuntamenti in tutto il mondo, sempre con la guida di Riccardo Muti.
La XXVII edizione del progetto raggiunge la Giordania, un Paese che non solo assicura sostegno ai campi profughi entro i propri confini, al fianco dell’Agenzia ONU per i Rifugiati e delle organizzazioni internazionali, ma ha saputo accogliere e integrare nelle proprie comunità, nelle città e nei villaggi, la maggior parte delle quasi settecentomila persone arrivate dalla Siria e da altri territori feriti quali Iraq e Palestina.
IL PROGRAMMA MUSICALE
«Svaniscono, cadono / i poveri uomini, […] come l’acqua da un masso / all’altro precipitato / in fondo all’ignoto»: lo Schicksalslied op. 54 che Brahms modellò sui versi di Hölderlin era stato parte del programma dell’ormai storico primo concerto dell’Amicizia a Sarajevo e sarà riproposto quest’anno. Meditazione sul destino dell’uomo, sul rapporto con il divino e sul mistero della morte, il Canto del destino è il dubbio insolubile che si fa musica.
Lo stesso dubbio che nella partitura dell’Orfeo ed Euridice di Gluck, per la quale sarà in scena anche il controtenore Filippo Mineccia, il protagonista prova a sciogliere, sfidando le Furie e varcando il confine oltre la morte per riportare a sé l’amata; lo stesso dubbio che attraversa la preghiera di Norma alla luna, la sua invocazione alla pace, nell’opera di Bellini, per la quale sono coinvolti il soprano Monica Conesa e il basso Riccardo Zanellato. Una risposta si leva forse nell’estatica luce che chiude il canto di Brahms, quasi un messaggio di redenzione e di speranza.
IL CONCERTO A POMPEI
Amo Pompei più di Parigi, scrisse Herman Melville nel suo diario di viaggio; forse perché l’autore di Moby Dick sapeva riconoscere la bellezza che intreccia visibile e invisibile, mito e storia. Quella bellezza che, martedì 11 luglio alle 21.30, accoglie il concerto diretto da Riccardo Muti con cui quest’anno si corona il viaggio de Le Vie dell’Amicizia.
L’appuntamento presso l’antica città di Pompei – organizzato grazie alla collaborazione con il Parco Archeologico di Pompei e con RAI 1, che riprenderà il concerto – è interamente finanziato da Caruso, A Belmond Hotel di Ravello.
Il Direttore del Parco Archeologico di Pompei, Gabriel Zuchtriegel: «… Una circostanza che non solo significa sostenibilità e capacità di autofinanziamento, cioè quanto anche il Ministro ci invita a rafforzare, ma contiene anche un messaggio etico: i valori di fratellanza e dialogo e il significato storico-culturale di Pompei sono condivisi dalla società, creando sinergie e relazioni che fanno emergere le qualità positive di un territorio unico al mondo.”
Antonio De Rosa, Sovrintendente di Ravenna Festival: «Da quando, nel 1997, giunse la chiamata da una Sarajevo sfigurata dalle bombe, Le vie dell’Amicizia affida il proprio messaggio al linguaggio universale della musica – – Anno dopo anno, il Maestro Muti sale sul podio di orchestre e cori italiani a cui si uniscono musicisti delle città meta del viaggio. … Quest’anno la XXVII edizione delle Vie dell’Amicizia raggiunge anche Pompei, nell’ambito del dialogo con il Parco Archeologico che a maggio ci ha già regalato, nello stesso Teatro Grande, il debutto di Acarnesi Stop the War!, un altro inno alla pace e alla fratellanza fra i popoli».
CHI SOSTIENE I CONCERTI
Il dialogo fra Italia e Giordania si compie anche nel segno del mosaico, attraverso lo scambio intessuto dal Comune di Ravenna con la città giordana di Madaba, dove si conservano straordinari mosaici bizantini e omayyadi.
Un’altra preziosa tessera del viaggio che parte dal Pala De André, dove l’evento è sostenuto da La Cassa di Ravenna Spa. Il concerto a Jerash è reso possibile dal sostegno del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (che, in linea con la strategia di rafforzamento della cooperazione culturale tra Italia e Giordania, aprirà ad Amman un nuovo Istituto Italiano di Cultura) e dal supporto dell’Ambasciata d’Italia ad Amman, dal sostegno della Regione Emilia-Romagna e in collaborazione con il Jordan Italian Forum for Cooperation.
C.S.m.
Uffici Stampa, 4 maggio e 13 giugno 2023
LE VIE DELL’AMICIZIA
7-9-11 luglio 2023
Biglietteria Ravenna Festival Tel. 0544 299244 – tickets@ravennafestival.org Online www.vivaticket.com
Punto vendita a Pompei: Agenzia Paradisi Perduti | Via Parroco Federico 5 – Tel. 081 0203443 (Concerto a Pompei: biglietti da 38 a 90 Euro)
LE VIE DELL’AMICIZIA 1997 – 2022
1997 SARAJEVO Centro Skenderija
1998 BEIRUT Forum di Beirut
1999 GERUSALEMME Piscina del sultano
2000 MOSCA Teatro Bolshoi
2001 EREVAN – ISTANBUL Palazzo dell’Arte e dello Sport – Convention & Exhibition Centre
2002 NEW YORK Ground Zero – Avery Fisher Hall (Lincoln Center)
2003 IL CAIRO Ai piedi delle Piramidi
2004 DAMASCO Teatro Romano di Bosra
2005 EL DJEM Teatro Romano di El Djem
2006 MEKNÈS Piazza Lahdim
2007 CONCERTO PER IL LIBANO Roma, Palazzo del Quirinale
2008 MAZARA DEL VALLO Arena del Mediterraneo
2009 SARAJEVO Olympic Hall Zetra
2010 ITALIA-SLOVENIA-CROAZIA Piazza Unità d’Italia, Trieste
2011 NAIROBI Uhuru Park
2012 CONCERTO DELLE FRATERNITÀ Pala De Andrè, Ravenna
2013 CONCERTO PER LE ZONE TERREMOTATE DELL’EMILIA Piazza della Costituente, Mirandola
2014 REDIPUGLIA Sacrario Militare, Fogliano di Redipuglia
2015 OTRANTO Cattedrale di Otranto
2016 TOKYO Teatro Bunka Kaikan – Metropolitan Theatre
2017 TEHERAN Vahdat Hall
2018 KIEV Piazza Sofiyska
2019 ATENE Odeon di Erode Attico
2020 PAESTUM Parco Archeologico
2021 EREVAN Teatro dell’Opera
2022 LOURDES – LORETO Santuario di Nostra Signora – Santuario Pontificio della Santa Casa