Al Museo Civico Medievale, mostra per la restituzione all’Iraq, da parte dei Carabineri TPC, di un reperto mesopotamico proveniente da un monumento distrutto dall’ISIS nel 2016.

Si tratta di un mattone cotto del re assiro Salmanassar III (858-824 a.C.) con un’iscrizione cuneiforme che ne rivela la sicura provenienza dalla ziggurat (tempio-torre a gradoni) dell’antica Kalkhu (moderna Nimrud), la prima capitale dell’impero neoassiro, distrutta nel 2016 dall’iconoclastia dell’ISIS.

Il Museo Civico Medievale del Settore Musei CiviciBologna ospita, nella Sala del Lapidario, la mostra Gli Assiri all’ombra delle Due Torri. Un mattone iscritto della ziggurat di Kalkhu in Iraq e gli scavi della Missione Archeologica Iracheno-Italiana a Ninive, visibile dal 14 giugno al 17 settembre 2023. Sono esposti oggetti, frammenti e una serie di modelli digitali 3D.

[Amuleto in bronzo raffigurante la testa del demone Pazuzu da una residenza neo-assira in prossimità della porta di Adad, Ninive, VII sec. a.C. Immagine: Settore Musei Civici Bologna | Musei Civici d’Arte Antica]

L’iniziativa espositiva, a cura di Nicolò Marchetti, è promossa da Settore Musei Civici Bologna | Musei Civici d’Arte Antica, King Abdulaziz Chair for Islamic Studies | Alma Mater Studiorum – Università di Bologna e Missione Archeologica Iracheno-Italiana a Ninive in occasione della restituzione all’Iraq dell’oggetto mesopotamico sequestrato in Italia da parte del Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Bologna e della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara.

All’atto di riconsegna ufficiale del reperto ha presenziato S.E. il Presidente della Repubblica dell’Iraq, Abdul Latif Rashid, che ha inaugurato la mostra in forma strettamente riservata martedì 13 giugno 2023, in occasione della visita di Stato in Italia che ha toccato le città di Roma e Bologna.

La mostra è posta sotto l’Alto Patronato della Presidenza della Repubblica dell’Iraq, con il patrocinio di Ministero della Cultura, Ambasciata dell’Iraq in Italia, Ambasciata d’Italia in Iraq e Iraqi State Board of Antiquities and Heritage.

[Tre tavolette cuneiformi con transazioni finanziarie da una ricca residenza neo-assira nella città bassa di Ninive, VII sec. a.C. Immagine: Settore Musei Civici Bologna | Musei Civici d’Arte Antica]

LA MOSTRA
Il progetto è stato concepito con una nuova formula di mostra sostenibile con l’obiettivo di comunicare al pubblico contenuti storici relativi all’impero neoassiro (Mesopotamia, IX-VII secolo a.C.), attraverso modelli digitali stampati in 3D,raccontando alcune specificità e sfide della collaborazione scientifica e cooperazione italiane con la Repubblica dell’Iraq e con la città di Mosul in particolare.

Dopo la liberazione della metropoli, nel giugno 2017, dall’occupazione da parte dell’ISIS che durava sin dal 2014, la Missione Archeologica Iracheno-Italiana è stata chiamata a dare un contributo all’esplorazione e alla protezione del settore orientale corrispondente all’antica Ninive, leggendaria capitale dell’Assiria ormai gravemente minacciata dall’espansione urbana, tanto che oggi oltre un terzo del sito può dirsi pressoché perduto per l’esplorazione archeologica.

Tra il 2019 e il 2022 sono state condotte quattro campagne annuali congiunte tra Università di Bologna e Iraqi State Board of Antiquities and Heritage, dirette da Nicolò Marchetti, con il sostegno del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, oltre che della Volkswagen Foundation, con il progetto KALAM, e del J. M. Kaplan Fund nell’ambito di progetti di restauro e formazione di personale locale.

[Riproduzione 3D Ortostato. Rilievo con due cavalieri elamiti al galoppo verso sinistra, la figura più vicina porta la mano alla bocca in segno di resa. Alabastro, Ninive, Tell Kuyunjiq, Palazzo Nord, forse dalla stanza H, Museo Archeologico Nazionale di Venezia/deposito Correr 1939 Regno di Assurbanipal (669-631? a.C.) Immagine: Settore Musei Civici Bologna | Musei Civici d’Arte Antica]]

GLI OGGETTI ESPOSTI
36 repliche
al vero di sigilli e cretule neoassiri e di testi cuneiformi provenienti dal progetto di scavo nel mega-sito di Ninive, che si estende su 750 ettari con 12 km di mura, sono state scelte per raccontare storie antiche e moderne.

Tra queste è presente la riproduzione del mattone del re assiro Salmanassar III proveniente dalla ziggurat dell’antica Kalkhu sequestrato dai Carabinieri. Esso apparteneva a un monumento distrutto nel 2016 dai bulldozer dell’ISIS, pertanto il ritorno all’Iraq di un elemento architettonico di una struttura andata perduta rappresenta un elemento importante anche sul piano simbolico.

Sono inoltre esposti anche due frammenti di rilievi palatini della metà del VII sec. a.C. scoperti dalla missione italiana nel 2022 nel Palazzo Nord di Assurbanipal e un ulteriore frammento dalle collezioni del Museo Archeologico di Venezia, pressoché identico agli altri due e anch’esso proveniente dall’acropoli di Ninive.

Il percorso espositivo si completa con l’allestimento nella Sala delle Arche, all’interno della collezione permanente del museo, di tre sculture realizzate dagli artisti contemporanei di origine irachena Baldin Ahmad, Resmi Al Kafaji e Qassim Alsaedy, che da oltre quarant’anni vivono in esilio in Europa e hanno unito le loro ricerche e comuni vicende biografiche nel progetto espositivo itinerante Two Shores (Due Sponde).

L’ATTO DI RESTITUZIONE UFFICIALE
Il mattone in argilla, con iscrizione cuneiforme, del re assiro Salmanassar III (858-824 a.C.), proveniente dalla Ziggurat (tempio- torre a gradoni) di Nimrud (Iraq), l’antica Kalkhu, a quel tempo capitale dell’Assiria, è stato riconsegnato nel corso di una cerimonia svolta alla presenza del Presidente della Repubblica dell’Iraq, S.E. Abdul Latif Rashid, e del Sottosegretario di Stato al Ministero della Cultura, Vittorio Sgarbi. L’oggetto è stato restituito alla Repubblica dell’Iraq dal Comandante del Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale (TPC) di Bologna, Tenente Colonnello Giuseppe De Gori, e dalla Soprintendente Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, Arch. Francesca Tomba.

Hanno partecipato alla cerimonia l’Ambasciatore dell’Iraq in Italia, Saywan Barzani; il Prefetto di Bologna, Dott. Attilio Visconti; il Sindaco di Bologna, Matteo Lepore; il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Busto Arsizio, Dott.ssa Piera Bossi; il Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Busto Arsizio, Dott. Massimo De Filippo; il Comandante Provinciale Carabinieri di Bologna, Col. Rodolfo Santovito. Inoltre,Elena Di Gioia, delegata alla Cultura di Bologna e Città metropolitana; Eva Degl’Innocenti, direttrice Settore Musei Civici Bologna; Nicolò Marchetti, professore ordinario Università Bologna e curatore della mostra.

LE INDAGINI DEI CARABINIERI TPC
L’importante reperto in argilla e paglia, delle dimensioni di 35,7 x 33,7 x 10,8 cm, che rappresenta una delle poche testimonianze rimaste di quel monumento archeologico completamente raso al suolo nel 2016 dagli uomini dell’ISIS/Daesh, era stato recuperato a Bologna nel mese di marzo del 2018.

Il reperto, dopo un preliminare esame tecnico e l’avvenuto riconoscimento sotto il profilo archeologico-culturale da parte del Prof. Nicolò Marchetti, professore ordinario di Archeologia e Storia dell’arte del Vicino Oriente antico presso il Dipartimento di Storie, Culture, Civiltà dell’Università “Alma Mater Studiorum” di Bologna, era stato consegnato spontaneamente dal suo possessore, a cui era giunto in maniera inconsapevole, presso gli uffici della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e paesaggio di Bologna, che ne aveva dato comunicazione ai Carabinieri dell’Arte di Bologna.

Gli accertamenti, avviati dal Nucleo Carabinieri TPC di Bologna, in collaborazione con la Sezione Cooperazione Internazionale del Comando Tutela Patrimonio Culturale di Roma, hanno confermato, anche attraverso mirate verifiche eseguite dalla Commissione tecnica del Ministero della Cultura Iracheno, tramite l’Ambasciata della Repubblica dell’Iraq in Italia, l’autenticità del prezioso reperto. Sono state acclarate le modalità fortuite del suo ingresso nel territorio nazionale e, conseguentemente, della sua illecita esportazione da parte di ignoti in violazione della Convenzione UNESCO del 1970.

Per l’esito positivo della vicenda è risultato importante il supporto tecnico – scientifico fornito dalla Soprintendenza, attraverso i funzionari archeologi e dal suindicato Dipartimento dell’Ateneo di Bologna.

A conclusione delle indagini condotte dai Carabinieri dell’Arte, coordinate e dirette dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Busto Arstizio (VA), il Giudice per le Indagini Preliminari dello stesso Tribunale, in virtù della rivendica avanzata dallo Stato estero, ha disposto la restituzione del prezioso e antichissimo “mattone con iscrizione cuneiforme” alla Repubblica dell’Iraq, consentendo così il ritorno del reperto nel Paese di provenienza quale importante testimonianza di un monumento ormai andato perduto.

La riconsegna testimonia l’importanza dei rapporti internazionali tenuti dal Comando Tutela Patrimonio Culturale, d’intesa con le competenti Autorità Giudiziarie e grazie anche al costante coordinamento del Ministero della Cultura italiano, non solo con le Forze di Polizia straniere ma anche con le rappresentanze diplomatiche degli Stati esteri in Italia al fine di rafforzare le procedure necessarie per giungere all’importante risultato della restituzione dei beni culturali al patrimonio dello Stato di provenienza e consentire che i beni ritornino nei luoghi ove erano stati illecitamente sottratti.

C.S.M.
Comunicati stampa e immagini: Bologna Musei e Carabinieri TPC, 13 giugno 2023

MOSTRA
GLI ASSIRI ALL’OMBRA DELLE DUE TORRI
UN MATTONE ISCRITTO DELLA ZIGGURAT DI KALKHU IN IRAQ E GLI SCAVI DELLA MISSIONE ARCHEOLOGICA IRACHENO-ITALIANA A NINIVE14 giugno – 17 settembre 2023

Museo Civico Medievale
Via Manzoni 4 | 40121 Bologna
Informazioni: 
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