Sequestrata grotta costiera Amalfitana. Restituiti dipinti del 600 alla Compagnia di Gesù. Torna al Museo del Sannio Caudino l’erma della dea Atena, del I sec a.C. – I d.C.
COMANDO CARABINIERI TUTELA PATRIMONIO CULTURALE
Sequestrata la Grotta dell’Annunziata, sito UNESCO della costiera amalfitana, usata illecitamente a scopi commerciali.
I Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Napoli, il 15 giugno 2023, hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo emesso dalla GIP del Tribunale di Salerno, su richiesta di questa Procura della Repubblica, della Grotta dell’Annunziata, sita tra i Comuni di Maiori e Minori, in provincia di Salerno.
Secondo la prospettazione accusatoria, la grotta naturale, già sottoposta a vincolo architettonico e paesaggistico in quanto ricadente in area marina demaniale del Parco Regionale dei Monti Lattari e del sito UNESCO della Costiera Amalfitana, sarebbe stata illecitamente utilizzata per scopi commerciali, divenendo negli anni un rimessaggio di imbarcazioni e parcheggio di auto gestito da privati senza alcun titolo autorizzativo.
La rilevanza storica architettonica e paesaggistica del sito è resa ancor più rilevante dalla presenza al suo interno di una cappella votiva decorata con affreschi risalenti al XIV secolo e uno specchio d’acqua dolce, anche questo illecitamente utilizzato nonostante fosse di natura demaniale.
Nel corso delle attività investigative erano già sopraggiunti provvedimenti inibitori da parte della Soprintendenza di Salerno per uso improprio del bene culturale, nonché dal Comune di Maiori avendo rilasciato negli anni titoli autorizzativi in favore di una società che li utilizzava impropriamente, essendo riferiti a un’area di parcheggio del tutto diversa rispetto a quella oggetto del sequestro.
I reati ipotizzati, per i quali risulta essere indagato l’amministratore unico della società in esame, vanno dalla distruzione e deturpamento, all’uso illecito di beni culturali e bellezze naturali nonché all’esecuzione di opere edili illecite in assenza di autorizzazioni, con l’aggravante dei fatti commessi nell’ambito di attività commerciale.
C.S.M.
(da: comunicato stampa della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Salerno
diramato da Comando Carabinieri TPC) 15 giugno 2023
Immagine: frame da video
CARABINIERI TPC VENEZIA
Restituiti due dipinti XVII sec. rubati 28 anni fa alla Compagnia del Gesù a Roma
I due dipinti raffiguranti i Santi Pietro e Paolo erano stati rubati nella notte tra il 25 e il 26 maggio 1995 dalla cappella della Curia Generalizia. I due oli su tavola, di 65 cm di diametro, sono racchiusi entro una cornice dorata modanata in legno. Vi sono raffigurati i ritratti dei due apostoli in primo piano e a mezzobusto, con in evidenza le chiavi e l’elsa della spada, attributi dei due Santi.
San Pietro è raffigurato di tre quarti con sguardo estatico rivolto verso l’alto, mentre San Paolo fissa direttamente l’osservatore. Entrambi presentano i caratteri fisiognomici tradizionali: Pietro, più anziano, con barba corta e capelli radi bianchi, Paolo capelli e lunga barba bruna. I dipinti, forse copie di prototipi più celebri a figura intera, presentano stilisticamente influenze di ambito fiammingo, in cui lo studio psicologico dei personaggi si associa all’utilizzo di corpose pennellate, volte a evidenziare i contrasti chiaroscurali e i bruschi passaggi tonali. Le tavole sono databili ai decenni centrali del XVII sec. La compatibilità delle dimensioni, le affinità stilistiche e i soggetti fanno ritenere che si tratti fin dall’origine di due pendant.
Dopo 28 anni dal furto, a Roma, presso la Curia Generalizia della Compagnia di Gesù, Il 14 giugno 2023, i dipinti sono stati restituiti al Padre Generale dei Gesuiti Arturo
Sosa Abascal, dal Comandante del Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Venezia Magg. Emanuele Meleleo.
Per i beni d’interesse artistico di proprietà di enti ecclesiastici, opera di autore non più vivente e la cui esecuzione risalga ad oltre 70 anni, come nel caso dei dipinti in questione, il “Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio” prevede che gli stessi siano inalienabili, e che gli eventuali acquisti e vendite, anche in buona fede, risultino nulli.
L’individuazione delle opere da parte del Nucleo CC Tpc di Venezia è avvenuta nell’ambito di un’indagine più ampia relativa alla sottrazione di beni ecclesiastici in Veneto, da cui è poi scaturita questa azione investigativa, coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma.
Le opere erano comparse sul mercato dell’arte nell’autunno del 2021, all’incanto presso una casa d’aste romana, come ‘coppia di dipinti a olio’ di scuola lombarda della prima metà del XVII secolo. Per la loro identificazione è stata di fondamentale importanza il censimento del furto presso la “Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti” gestita dal Comando Tpc. Ulteriore identificazione è stata effettuata dai funzionari storici dell’arte della Soprintendenza A.B.A.P. per il Comune di Venezia e Laguna.
La ricostruzione a ritroso dei ‘passaggi di mano’ delle opere ha permesso di ricostruire che, dopo il furto e la ricettazione, i dipinti avevano “peregrinato” in varie regioni dell’Italia centrale sino alla loro messa in vendita a Roma.
C.S.M. 15 giugno 2023
CARABINIERI TPC NAPOLI
Restituzione di un reperto archeologico al Museo del Sannio Caudino in provincia di Benevento.
La scultura in marmo bianco, databile tra il I secolo a.C. e il I secolo d.C., è parzialmente conservata, in quanto mutila in alcune porzioni. Il copricapo liscio, riconducibile a un elmo di tipo corinzio, permette l’identificazione con la dea Atena.
L’importante reperto archeologico, recuperato a Sant’Agata de Goti presso un privato che lo deteneva illegalmente, è frutto di un’attività d’indagine diretta dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Benevento.
Presso il Museo del Sannio Caudino di Montesarchio (BN), il 16 giugno 2023 il Comandante del Nucleo Tutela del Patrimonio Culturale di Napoli, Cap. Massimiliano Croce, restituirà il reperto al direttore dell’istituzione museale, Dott. Vincenzo Zuccaro. La restituzione avverrà in occasione della celebrazione delle Giornate Mondiali dell’Archeologia promosse dall’Inrap, l’Istituto nazionale di ricerca archeologica preventiva della Francia (Institut national de recherches archéologiques préventives).
C.S.M. 14 giugno 2023