Riapre la prestigiosa dimora del I sec. d.C. che si aggiunge al percorso di ‘Tridentum la città sotterranea’.

Tra i siti visitabili della Tridentum romana, il più noto è lo Spazio Archeologico Sotterraneo del Sas, situato nel cuore del centro storico di Trento, sotto piazza Cesare Battisti. Eppure la prima grande scoperta riferibile alla città fondata dai Romani nel I secolo a.C. è l’edificio residenziale individuato nel 1954 in via Rosmini. Ultimati i complessi lavori di restauro e musealizzazione da parte dell’Umst Soprintendenza per i beni e le attività culturali della Provincia autonoma di Trento, a oltre vent’anni dall’ultima apertura, la Villa romana di Orfeo viene restituita alla fruizione da parte del pubblico dal 21 giugno 2023.

Il nuovo, suggestivo allestimento completa e arricchisce l’itinerario di “Tridentum la città sotterranea” del quale fanno già parte lo Spazio Archeologico Sotterraneo del Sas e le aree archeologiche di Porta Veronensis in piazza Duomo e di Palazzo Lodron nell’omonima piazza.

LA VILLA DI ORFEO
La Villa di Orfeo, il cui nucleo più antico risale al I secolo d.C., è un magnifico esempio di residenza signorile nella città di duemila anni fa. Venne edificata al di fuori di quella che era la cinta urbica di Tridentum, quando lo splendidum municipium, come fu definito dall’imperatore Claudio nel 46 d.C., conobbe la sua fase più fiorente. La prestigiosa abitazione sorgeva in un quartiere probabilmente destinato a ricchi edifici nella zona accanto alle mura, non lontano da una delle porte di accesso alla città.

La villa, che si articola in due parti separate da uno spazio aperto dove si trova anche un pozzo, prende il nome dallo splendido grande mosaico policromo che si ammira nel vano di rappresentanza, dove il proprietario era solito ricevere i suoi ospiti. Si tratta di un tappeto musivo di 56 mq. al centro del quale è raffigurato Orfeo mentre siede su una roccia intento a suonare la lira per incantare gli animali con la sua musica. Il mitico personaggio è circondato da sei esagoni in ognuno dei quali compare un animale tra cui si distinguono una pantera, un cervo, un cane, un cavallo, un felino e un orso. Lo stile e il tipo di decorazione permettono di datare il mosaico tra il 90 e il 180 d.C.

Oltre a questo magnifico ambiente principale, la villa disponeva di numerosi vani, fra i quali la cucina e un impianto termale con spogliatoio e stanza per il bagno caldo dotati di riscaldamento a pavimento. Indice di raffinatezza è anche un secondo ambiente decorato finemente con un mosaico policromo con quadretti raffiguranti il nodo di Salomone e al centro un kantharos, un recipiente per bere. L’edificio era inoltre completato da grandi giardini, spazi verdi che abbellivano ulteriormente la dimora, ai quali si accedeva direttamente dalle stanze della casa.

La villa, come gli altri complessi residenziali costruiti all’esterno della cinta muraria di Tridentum, venne progressivamente abbandonata a partire dalla seconda metà del III sec. d.C. in concomitanza con le prime calate delle popolazioni barbariche. Ai ricchi proprietari si sostituirono famiglie meno abbienti che apportarono sostanziali cambiamenti, riducendo le dimensioni delle stanze e trasformando la sala del mosaico di Orfeo in cucina. Nel corso del VI secolo i cortili furono adibiti ad aree di sepoltura e il complesso seguì le sorti del resto della città che venne progressivamente inglobata nella Trento medievale e moderna, scomparendo alla vista per riemergere solo nel Ventesimo secolo grazie alle ricerche archeologiche.

IL PERCORSO DI VISITA
Alla villa, situata come gli altri siti di Tridentum, circa 3 metri sotto il suolo attuale, si accede da via Rosmini, non lontano dalla chiesa di Santa Maria Maggiore.

Il percorso di visita è corredato da pannelli informativi in tre lingue (italiano, inglese e tedesco) ed è arricchito da una vetrina con reperti, alcuni dei quali testimoniano che l’area era già frequentata in età preromana, come dimostra la spilla in bronzo a forma di cavallino, databile tra il VI e il IV sec. a.C, appartenente forse a una donna dell’aristocrazia locale. Non mancano raffinati manufatti, bicchieri e coppe per bere in vetro e ceramica finemente decorati provenienti dall’area padana, ma sono attestate anche ceramiche africane. I frammenti di anfore testimoniano l’importazione di prodotti alimentari, olio e vini pregiati, dall’area padano-alto adriatica e dalle isole del Mediterraneo orientale. Emblematico dell’agiatezza dei proprietari è il ritrovamento di ostriche probabilmente provenienti dal Mar Adriatico.

NeI nuovo allestimento le pareti del sito sono state affrescate con immagini che rievocano da un lato lo skyline della città romana vista dalla villa con il muro di cinta e le torri e dall’altro il giardino e gli spazi verdi che abbellivano la prestigiosa abitazione.

Completa il percorso di visita un video immersivo che aiuta a localizzare la posizione della villa nel contesto di Tridentum e propone la ricostruzione virtuale della città romana e dell’edificio, trasportando il visitatore in un appassionante viaggio attraverso i secoli. Il filmato è arricchito da rare e originali musiche eseguite al cospetto del mosaico di Orfeo con un antico strumento a corda ricostruito.

 m.b.(m)
Maggio – 23 giugno 2023
Immagini: Villa romana di Orfeo, foto Luca Chistè – Archivio Ufficio beni archeologici PAT

LA VILLA DI ORFEO
Riaperta dal 21 giugno 2023 (da martedì a domenica 9.30-13 e 14-18)

Biglietto d’ingresso 5 euro, comprendente l’accesso al S.A.S.S. Spazio Archeologico Sotterraneo del Sas in piazza Cesare Battisti, Trento

Informazioni: UMSt Soprintendenza per i beni e le attività culturali
Ufficio beni archeologici – tel. 0461 492161
uff.beniarcheologici@provincia.tn.it
www.cultura.trentino.it/Temi/Archeologia