Al Palazzo Reale ha aperto il Museo dedicato al tenore Enrico Caruso, del quale ricorrono i 150 anni dalla nascita.
È stato uno dei più grandi tenori di tutti i tempi. Si è inaugurato il 19 luglio 2023 il primo museo nazionale dedicato a Enrico Caruso (Napoli 1873 – 1921) che ha sede al Palazzo Reale di Napoli. Un unico grande spazio, la monumentale sala Dorica, accoglie non una semplice esposizione di cimeli preziosi ma una vera e propria stanza delle meraviglie rivolta a un pubblico eterogeneo, con animazioni in 3d e piattaforme multimediali, postazioni e installazioni musicali e cinematografiche (anteprima dell’apertura, vedi notizia DeArtes qui).
L’iniziativa si avvale della collaborazione di partner “carusiani” da tutto il mondo, a partiredagli Archivi Ricordi e Puccini fino ai grandi teatri d’opera con i loro preziosi archivi, come il San Carlo, la Scala e il Metropolitan fino alla Cineteca di Bologna con MoMA – The Museum of Modern Art, BFI National Archive e Gosfil’mofond, con lo straordinario lavoro di restauro e sincronizzazione vocale sul film di Edward José My cousin, in cui la vera voce del grande tenore è montata sulle immagini del film muto, in modo da poterlo sentire cantare la celeberrima aria Vesti la giubba, da I Pagliacci di Ruggero Leoncavallo.
Il Museo propone un percorso complessivo su Caruso, primo grande personaggio mediatico moderno, e sul suo fondamentale contributo alla costituzione di una più ampia rete di artisti italiani che hanno scritto pagine importanti nella storia dello sviluppo dell’industria dello spettacolo, oltre che delle discipline artistiche. Il primo aspetto permette di rendere un omaggio doveroso e che colma una grave lacuna. L’altro tema è un’affermazione orgogliosa della cultura italiana e partenopea. Caruso e Napoli si sono toccati poche volte, se si pensa al palcoscenico, eppure Caruso esprime tutta la potente incisività di un ‘marchio’ che lega l’Italia all’eccellenza di artisti mai eguagliati e che nel suo caso sublimano il concetto del “più grande cantante mai esistito”.
Fondamentale la sinergia con un donatore ‘speciale’, Luciano Pituello, presidente dell’Associazione Museo Enrico Caruso, Centro Studi Carusiani di Milano, che ha dedicato tutta la sua vita a collezionare cimeli e incisioni originali e che ha deciso di donare la maggior parte dei rari materiali di proprietà del Museo come atto di generosa condivisione di un progetto definitivo sul grande tenore, con la preziosa collaborazione di Ugo Piovano.
Il Fondo Pituello, già in parte destinato al Comune di Lastra a Signa, dove ha sede il Museo Caruso di Villa Bellosguardo (residenza italiana di Caruso), è il fulcro della nuova installazione a Napoli: costumi, dischi, grammofoni d’epoca, spartiti originali con segni autografi dell’artista e molto altro.
La collaborazione avviata con il Comune di Lastra a Signa e la sindaca Angela Bagniha consentito di avere per l’inaugurazione del Museo a Napoli anche dei pezzi straordinari, come il costume di Canio (da Pagliacci di Ruggero Leoncavallo) appartenuto al tenore o gli acquerelli colorati, un unicum nella produzione artistica figurativa di Caruso, a cui si aggiunge la preziosissima donazione delle celebri caricature dedicate ai grandi della musica, da Toscanini a Verdi. Ma anche, già fulcro della collezione del nuovo Museo, preziosi ‘segni’ carusiani come i suoi schizzi cubisti e le caricature in stile impressionista.
Le moltissime cartoline, lettere e foto d’epoca sono visibili nei tavoli multimediali, digitali e interattivi, così come è resa fruibile la sua impressionante discografia: l’ascolto dei brani, in diverse lingue, è parte fondamentale della narrazione museale, e impiega la tecnologia Beacon tramite un sistema che fa uso di cuffie e di device tipo smartphone dedicato a ogni singolo utente.
La collaborazione con l’Istituto Centrale per i Beni Sonori e Audiovisivi ICBSA e con il suo direttore Antonello de Berardinis ha permesso la realizzazione di una postazione ad hoc. Caruso è appartenuto a quella generazione di interpreti che ci hanno tramandato per primi il suono della propria voce grazie all’innovativa invenzione dell’epoca: la fonoriproduzione. L’Intervento di ricostruzione della corretta velocità di registrazione dei supporti storici, l’elaborazione dei dati e il recupero, attraverso l’utilizzo di software idonei e dei dati ricavati dallo studio delle fonti documentali e repertoriali, permettono, da questa postazione, di apprezzare una realistica timbrica della voce del cantante.
Molte le novità: dalla cronologia ‘performativa’ presentata con una mappa del mondo digitale, alla suddivisione del percorso in aree tematiche narrative, che ripropongono atmosfere, contesti, stati d’animo legati agli avvenimenti. I testi sono volutamente brevi per lasciare spazio alla musica, per permettere al pubblico di capire perché e come Caruso sia diventato un mito, per cosa sia stato importante, perché sia rimasto immortale.
Queste le sezioni: Caruso figlio di Napoli; Il mondo parlerà di lui; Un uomo nuovo a New York; Tutti vogliono Caruso; Una voce senza fine; Caruso stories.
Tre sono le aree di approfondimento dedicate ad altrettanti aspetti del mondo del tenore: Caruso on stage; Caruso off stage; Caruso in tour. Si aggiungono i cinque podcast che, ispirandosi liberamente a un fatto realmente accaduto nella vita artistica e personale di Caruso, restituiscono un affresco immaginario di quel tempo.
L’ultima sezione è costituita da una piccola sala cinema in cui il pubblico può assistere, da una piccola tribuna, alla proiezione di My cousin | Mio cugino [USA; 1918; b/n; muto; 49 minuti], regia Edward José, soggetto e sceneggiaturaMargaret Turnbull. Film restaurato in 4K nel 2021 da Cineteca di Bologna in collaborazione con MoMA – The Museum of Modern Art, BFI National Archive e Gosfil’mofond.
Nella sua vita americana, Enrico Caruso prese parte a quattro film tra il 1911 e il 1919. My cousin è una commedia degli equivoci girata a Little Italy, in cui Caruso interpreta il doppio ruolo del tenore Caroli e di suo cugino Tommaso. Una sorta di “Cavalleria rusticana” con tutti i personaggi da commedia tipici della rappresentazione degli emigrati italiani. My cousin è l’unico sopravvissuto dei quattro. Nel 1919 Caruso girò un secondo film, The splendid romance, che è considerato perduto, così come due versioni di Lucia di Lammermoor (1911 e 1918).
Marsiliodedica a Caruso una pubblicazione inserita nellacollana Arte e Musica a cura di Laura Valente.
LE PAROLE DEL MINISTRO SANGIULIANO E DEGLI ALTRI FAUTORI DEL MUSEO
Il Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano: «Enrico Caruso è un esempio eccelso del genio italico, capace di innovare nel solco della tradizione comprendendo in pieno come valorizzare il proprio talento nel segno della modernità. Egli fu infatti il primo cantante della storia della musica mondiale a capire e a utilizzare le immense potenzialità dell’industria discografica.
Il Museo Caruso colma una grave lacuna e, ricucendo il rapporto fra il cantante e la sua città, rappresenta un’affermazione orgogliosa della cultura nazionale, capace di scrivere pagine fondamentali nello sviluppo della moderna industria mondiale dello spettacolo».
Il Direttore generale Musei Massimo Osanna: «L’allestimento di un museo nazionale dedicato a Enrico Caruso […] costituisce un traguardo importante anche per il Sistema museale nazionale, progetto del Ministero della Cultura curato dalla Direzione generale Musei, che mira a migliorare la conoscenza e la fruizione pubblica dei musei e dei luoghi della cultura […]. Il Palazzo Reale di Napoli, istituto dotato di autonomia speciale nel 2019, dimostra ancora una volta la sua capacità di aggiornarsi e di dare voce, con linguaggi innovativi, alla nostra storia, alla nostra cultura e all’arte in tutte le sue espressioni».
Il Direttore di Palazzo Reale di Napoli Mario Epifani: «[…] Palazzo Reale non è soltanto un edificio monumentale, una serie di sale di rappresentanza riccamente decorate e arredate: per la sua mole, la sua posizione e la sua storia rappresenta un simbolo di Napoli e della storia d’Italia e d’Europa, nonché un luogo identitario per la città. […] Il Palazzo Reale rappresenta una vera e propria porta della città sul mare, quel mare che Caruso attraversò per trovare la propria definitiva consacrazione oltreoceano».
Il Sindaco di Napoli Gaetano Manfredi: «L’eredità artistica del tenore napoletano Enrico Caruso è immensa. La sua storia, dal quartiere di San Carlo all’Arena alla ribalta internazionale nel nome del bel canto italiano, è l’esempio lampante di una vita straordinaria. Napoli, sua città natale, ma anche luogo dei primi passi artistici, restituisce ad uno dei suoi figli più celebri il giusto riconoscimento. Il modo migliore per celebrare Caruso è rendere immortale il suo incredibile talento».
La curatrice Laura Valente: «Sigari cubani e marmellate del Wisconsin, alici dell’Alaska e olio d’oliva italiano, francobolli con il suo ritratto stampati in tutto il mondo ma anche asteroidi, Tuxedos Tobacco, caffè e mais a stelle e strisce: non c’è prodotto sul mercato che non sia stato battezzato nel nome di questo napoletano illustre che ha saputo conquistare l’ammirazione incondizionata di re e regine senza mai dimenticare gli ultimi della terra, quei migranti per cui cantava nei luoghi in cui si riunivano per respirare la nostalgia di casa sulle note delle sue canzoni. La sua rivoluzione consiste nell’aver incarnato con entusiasmante verità il sentimento popolare dell’Italia contadina; cantando però, allo stesso tempo, con la nobiltà formale e sostanziale della scuola antica. Caruso più di ogni altro è icona di una italianità nobile e leggendaria, legata anche alla sua doppia anima: tenore lirico osannato nei più importanti teatri del mondo (successi travolgenti alla Scala di Milano, star del Metropolitan di New York dal 1903 al ’20), ineguagliabile interprete di melodie immortali della canzone napoletana, il primo cavallo di razza dell’industria discografica a vendere un milioni di dischi, entrando nell’Olimpo delle voci più popolari della storia della musica».
C.S.m.
Ufficio Stampa, 19 luglio 2023
MUSEO CARUSO
Aperto al pubblico dal 20 luglio 2023
(ingresso compreso nel biglietto del Palazzo Reale di Napoli)
Piazza del Plebiscito 1 Napoli
Biglietteria di Palazzo Reale: +39 081.400547
www.palazzorealedinapoli.org
Info e prenotazioni: CoopCulture 848800288 / +390639967050
www.coopculture.it
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