Il Circus-Theatre Elysium di Kiev era in tournée in Europa quando scoppiò la guerra. In Italia, nel 2022, sorse spontanea una rete di solidarietà fra i teatri che moltiplicarono le scritture alla Compagnia, aggiungendo date alle rispettive programmazioni per offrire agli artisti un posto sicuro lontano dal conflitto e per assicurare loro i proventi derivanti dal lavoro. Come sappiamo, quella che sembrava sarebbe stata una guerra lampo è ancora in corso. E prosegue senza sosta la tournée di questo show che, girovagando dalla Francia alla Cina, ha raggiunto numeri da record ed è diventato emblema di resilienza, simbolo dell’arte che non si arrende, icona del Teatro che non soccombe anche se gli edifici teatrali in Ucraina sono crollati sotto le bombe.
Alice in wonderland in versione reloaded è andato in scena al Teatro Romano di Verona. Che si sia trattato di una rielaborazione è apparso lampante dal raffronto con il corredo fotografico originario riportato nei manifesti e nei libretti di sala: vedasi ad esempio la metamorfosi del gigantesco pupazzo di cartapesta dello Stregatto, qui Gatto del Cheshire, ora ridimensionato in un viso felino di peluche. Rispetto alle immagini di repertorio, che meriterebbero un aggiornamento, è fisiologico l’alternarsi di diversi cast così come è lodevole il periodico rinnovamento.
A Verona è sbarcato un gruppo di 25 elementi della compagnia fondata nel 2012 da Oleg Apelfed assieme a Maria Remneva, pluripremiata direttrice del Circo Nazionale dell’Ucraina. Circus –Theatre Elysium è un collettivo che riunisce atleti, ginnasti, acrobati e danzatori, avente il compito di divulgare una forma espressiva che attinge all’arte circense per disegnarne contorni diversi, avvalendosi anche della moderna tecnologia. La direzione artistica è di Juliia Sakharova e Oleksandr Sakharov, cognome che si ritrova anche tra gli interpreti: segno di una matrice familiare da sempre importante nel mondo del circo, come dimostrano i tanti esempi di dinastie che abbiamo in Italia.
All’ambientazione, ispirata molto liberamente al celeberrimo romanzo fantastico di Lewis Carroll, hanno contribuito le proiezioni sul fondale di filmati 3d, realistici o fantasiosi, spesso astratti, che assumevano plasticità e sembravano bucare lo schermo. Oltre a ciò, l’ispirazione ad Alice è emersa nei costumi, belli colorati estrosi, e in poco altro. I numeri a tema, infatti, hanno funto da trait d’union a una sequenza circense, dichiaratamente cuore dello show.
Le parti danzate sono state introdotte dal Cappellaio Matto Denys Sakharov, e dal Bianconiglio Alex Sakharov, e affidate ai due gruppi di ballerini che hanno costituito le corti della Regina di Cuori Natalia Radchenko e della Regina Bianca (il cui nome è assente dalle locandine). Inoltre, ovviamente, Alice qui innamorata di un ideale Principe Azzurro. La dolce adolescente Alice era la talentuosa Olga Sydorenko alla quale è giusto tributare duplici apprezzamenti, artistici ed extra artistici. La sua avvenenza fisica florida, mostrata con meritato orgoglio sulla scena (purtroppo non nelle immagini promozionali) ne fa una paladina della bellezza non stereotipata, icona della “body positivity”. Brava e ancora brava!
I quadri danzati, ricollegabili al mondo immaginifico di Carroll, hanno quindi funto da collante a una serie di esibizioni circensi e acrobatiche classiche, attinte alla tradizione, come il numero di giocoleria con le palline o l’equilibrismo su una scala. Spazio anche al vintage doc, con il quadro di magia della donna segata a metà. Sfoggi di bravura e abilità che il contesto tematico ha rinverdito, rivitalizzato e cinto letteralmente di nuove vesti, cavalcando il trend espressivo che da tempo interessa il circo a livello internazionale, e innestandovi una visione propria, originale.
L’insieme è stato elettrizzante, a giudicare dalle reazioni del pubblico in fibrillazione ed eterogeneo come non mai. A scatenarsi, a scena aperta e soprattutto nel finale dietro incitamento degli artisti scesi dal palco, erano appassionati e spettatori occasionali, bambini genitori e nonni, ragazzi e adolescenti, distinte signore della Verona “bene” ingioiellate oppure persone agée all’anagrafe ma sempre giovani nello spirito, tutti in cerca di una serata di allegria e spensieratezza. Una festa collettiva che all’Estate Teatrale Veronese si è ripetuta per sei repliche vicine al sold out: tante, in questo periodo storico che ancora non ha recuperato gli sfarzi ante covid né il tenore di vita pre crisi economica.
Sarebbe bello, in futuro, che si aggiungessero momenti cantati dal vivo, perché questo show, nato in forma ridotta rispetto all’attuale nel 2012 e da allora sempre ingranditosi, possa compiere un ulteriore balzo in avanti. E se lo spunto tratto dal romanzo era labile, poco importa, perché lo spettatore è stato veramente proiettato in un mondo fiabesco e ludico analogo a quello in cui si trova catapultata l’Alice di Carroll. Ciò che conta, in uno spettacolo, è che il risultato “funzioni”. E questo, decisamente, funziona! Un tripudio di colori e di musiche, di costumi e danzatori, di ginnasti e acrobati che continua la sua importante missione di coinvolgere, di entusiasmare, di rallegrare, di donare qualche momento di distensione da vivere assieme.
Recensione Maria Luisa Abate
Visto al Teatro Romano di Verona, Estate Teatrale Veronese, il 2 agosto 2023