Al MAO, 2000 anni di cultura visiva e materiale tra Mediterraneo e Asia Orientale. Opere antiche esposte a rotazione e installazioni contemporanee.
Terzo esito del ciclo espositivo Frontiere liquide e mondi in connessione, la mostra “Trad u/i zioni d’Eurasia” si inserisce all’interno di una progettualità di ricerca composita che prende avvio al MAO dal 2023 al 2024, volta ad analizzare le traiettorie artistiche e le dinamiche culturali che hanno caratterizzato per secoli gli scambi tra Asia e continente europeo. La mostra è al MAO Museo d’Arte Orientale di Torino dal 5 ottobre 2023 al 1 settembre 2024, ed è a cura di Nicoletta Fazio, Veronica Prestini, Elisabetta Raffo e Laura Vigo.
Trad u/i zioni d’Eurasia mette in luce il ruolo cruciale dell’Asia e del Mediterraneo quale fulcro di traduzione culturale e luogo di connessione, negoziazione e costante riproposizione. La mostra esplora i concetti di traduzione, trasposizione e interpretazione culturale snodandosi attraverso una selezione di oggetti provenienti dall’Asia occidentale, centrale e orientale che permettono di interrogarsi su fenomeni quali la circolazione materiale e immateriale, le modalità di trasformazione del significato e la fruizione avvenute tra Asia ed Europa nel corso di duemila anni di storia.
Indagando la migrazione di idee, forme, tecniche e simboli, in un dialogo aperto e inclusivo la mostra mira a evidenziare la reciprocità osmotica tra continenti e mari, per creare nuove narrazioni della cultura visiva e materiale che siano puntuali e relative piuttosto che universalizzanti e generiche.
L’approccio scientifico riflette anche la percezione sensoriale della materialità: sul modo in cui questi oggetti sono stati visti, percepiti e desiderati per la loro allure visiva e peculiarità cromatica – a partire dall’oro e dal blu – o per il fascino delle loro superficie, dato dalle qualità riflettenti, splendenti o trasparenti.
Lungi dal voler raggiungere l’esaustività, la mostra presenta una selezione di manufatti che offrono alternative al paradigma eurocentrico dell’eccellenza artistica, riaffermando il ruolo cruciale svolto dall’Asia centrale nella creazione e nella trasmissione di idee su scala globale. Vitale per questo fenomeno di contaminazione reciproca è il mar Mediterraneo, inteso come spazio intermedio, creatore di confini ma anche fenomenale catalizzatore di esplorazioni e contatti: una frontiera liquida dove i continenti convergono, le espressioni artistiche e i fenomeni culturali sono costantemente reinventati.
IL PERCORSO ESPOSITIVO
La mostra è suddivisa in aree tematiche con una particolare attenzione al colore – blu, rosso e oro – e alla materia – ceramica, tessuti, metalli, carta e pigmenti coloranti.
Lungo il percorso espositivo, i visitatori possono ammirare, tra l’altro, splendide sete provenienti dall’antica regione della Sogdiana, in Asia Centrale, snodo di numerose vie carovaniere; ceramiche bianche e blu prodotte tra il Golfo Persico e la Cina, una raffinata selezione di “panni tartarici”, preziose stoffe d’oro e di seta del XIII secolo prodotte tra Iran e Cina durante la dominazione mongola, ammirate dall’aristocrazia medievale e dall’alto clero d’Europa; rari esemplari di tiraz (Egitto, X secolo), tessuti con iscrizioni ricamate che evidenziano l’importanza della calligrafia in ambito islamico; una serie di bruciaprofumi zoomorfi in metallo (Iran, IX-XIII secolo), a ribadire la centralità delle essenze nelle società islamiche medievali.
Il progetto si avvale di numerosi prestiti provenienti da importanti collezioni e istituzioni italiane, che sottolineano e valorizzano la presenza sul territorio nazionale di una storia multiculturale condivisa: accanto a oggetti dell’Asia Centrale della collezione del MAO trovano spazio tessuti, ceramiche e miniature raramente esposti della Fondazione Bruschettini per l’Arte Islamica e Asiatica, metallistica khorasanica della Aron Collection e importanti prestiti dal Museo Internazionale delle Ceramiche di Faenza, dalla Chiesa di San Domenico di Perugia, dal Museo delle Civiltà di Roma, dalla Galleria Sabauda – Musei Reali e da Palazzo Madama di Torino.
UNA MOSTRA IN EVOLUZIONE
Intesa come piattaforma organica di studio e ricerca, la mostra si trasformerà gradualmente nel corso dell’anno attraverso la rotazione di diverse opere e l’introduzione di nuove tematiche e stimoli percettivi, con nuove commissioni e installazioni di artisti contemporanei. Sarà inoltre arricchita da una serie di conferenze e da un public program musicale e performativo.
In aggiunta, indispensabile per la comprensione delle diverse sezioni della mostra, sarà pubblicato un booklet di approfondimento distribuito gratuitamente, secondo la formula ormai consolidata del MAO e fortemente apprezzata dal pubblico, con testi a cura del team curatoriale e contributi esterni di Yuka Kadoi, Maria Ludovica Rosati e Mohammad Salemy.
GLI ARTISTI CONTEMPORANEI
Come già accaduto per i precedenti progetti espositivi del MAO, anche la mostra Trad u/i zioni d’Eurasia propone un dialogo tra opere antiche e contemporanee. L’artista internazionale Yto Barrada (franco-marocchina, nata nel 1971 a Parigi) collabora per “sovvertire” ulteriormente la museografia tradizionale, collegando la sua pratica all’attività museologica. La sua installazione site-specific si svilupperà gradualmente nel corso di un anno di esposizione, offrendo nuove potenziali riflessioni sul colore e sulla materialità delle opere esposte, a partire dal libro di Emily Noyes Vanderpoel (1842-1939) Color problems: a practical manual for the lay student of color, pubblicato all’inizio del XX secolo, che analizza la proporzionedi colore derivata da oggetti come piastrelle assire, tappeti persiani, la cassa di una mummia egiziae persino una tazza da tè e un piattino.
Il progetto di Yto Barrada è realizzato in collaborazione con la Fondazione Merz, dove l’artista realizzerà una mostra personale nell’autunno 2024. Yto Barrada è la vincitrice della quarta edizione del Mario Merz Prize, premio biennale istituito nel 2013 con l’intenzione di individuare e sostenere personalità nel campo dell’arte e della musica contemporanea in ambito internazionale.
All’interno della mostra trovano spazio anche le opere Mosadegh (2023) dell’artista iraniana Shadi Harouni, che utilizza la parola scritta per connettere la storia del suo Paese con l’esperienza universale legata alla perdita, alla repressione, alla guarigione e all’audacia. E anche l’installazione immersiva Shimmering mirage (Black), 2018 di Anila Quayyum Agha.
Chiude il percorso una sezione editoriale a cura di Reading Room, spazio milanese dedicato alla diffusione e comprensione delle riviste contemporanee, con una selezione di pubblicazioni, zines e libri d’artista che propongono un approfondimento su alcune delle tematiche affrontate in mostra quali la trasparenza, il colore, l’artigianalità.
LA MOSTRA IN LIS
Grazie alla convenzione con L’Istituto dei Sordi di Torino, i contenuti della mostra sono disponibili in LIS Lingua dei Segni italiana e in versione audio.
C.S.M.
Ufficio Stampa, 12 settembre 2023
Nell’immagine di copertina:
1) Straniero dal volto velato statuina funeraria (?) personaggio maschile Shaanxi.
VII – prima metà VIII secolo d.C. (?) – Dinastia Tang.
Terracotta beige con ingobbio grigio, ingobbio (o pigmento) bianco e pigmenti colorati.
MAO Museo d’Arte Orientale, Torino
2) Pagina del Piccolo Shahname
‘L’incoronazione di Kay Kavus seduto a gambe incrociate sul trono
Persia Muzaffaride (Shiraz?) Circa 1340.
Inchiostro, acquerello opaco e oro su carta
Fondazione Bruschettini per l’Arte Islamica e Asiatica, Genova
3) Bruciaprofumi a forma di felino Iran XII-XIII secolo.
Bronzo fuso, traforato, inciso e ageminato in argento.
The Aron Collection
TRAD U/I ZIONI D’EURASIA
5 ottobre 2023 – 1 settembre 2024
MAO Museo d’Arte Orientale
Via San Domenico, 11, Torino
www.maotorino.it