La strategia UE per le relazioni culturali internazionali deve rafforzare il ruolo dell’Unione europea sulla scena mondiale, dar vita a un’identità culturale europea più distintiva e pluralistica e contribuire a sfruttare il potenziale di crescita delle industrie culturali e creative. Con il parere adottato l’8 febbraio, il Comitato europeo delle regioni accoglie con favore anche la proposta di designare il 2018 Anno europeo del patrimonio culturale.
Nel parere elaborato da Apostolos Tzitzikostas (EL/PPE), governatore della regione della Macedonia centrale, il CdR plaude al fatto che la cultura e il patrimonio culturale siano riconosciuti come strumenti di sviluppo regionale e locale, e invita gli Stati membri ad accelerare l’adozione della strategia proposta dalla Commissione Europea per porre la cultura al centro delle relazioni internazionali dell’UE. Segnala poi la necessità di renderla più stringente con un maggior numero di obiettivi specifici e scadenze di attuazione, come pure di coinvolgere gli enti locali e regionali in tutte le fasi.
Un punto sollevato anche dall’europarlamentare Silvia Costa (IT/S&D), relatrice in materia per il Parlamento europeo: “credo che il ruolo degli enti locali, delle città e delle loro reti vada rafforzato per garantire una più ampia partecipazione dei cittadini e delle associazioni alla cooperazione culturale e al dialogo interculturale. Il loro è un ruolo di primo piano anche in relazione all’ambizione dell’UE di diventare un attore forte a livello globale. Le esperienze maturate nell’ambito della cooperazione decentrata, dei partenariati in materia di cultura ed istruzione, nonché del programma “Capitali europee della cultura”, avranno un forte valore in questa nuova strategia europea”. Ricordando che le industrie culturali e creative forniscono posti di lavoro di qualità e promuovono una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva in Europa, il Comitato si rammarica per i recenti tagli di bilancio nel settore della cultura in molti Stati membri. “La spesa per la cultura non è un lusso, bensì un investimento. È necessario un sostegno strategico per rendere possibile lo sviluppo di un settore che impiega oltre tre milioni di persone e in cui opera un milione di imprese in Europa”, ha ricordato Tzitzikostas. Inoltre, nel parere viene fatto rilevare che una migliore conoscenza della cultura e del patrimonio culturale europei contribuirebbe a una migliore integrazione dei migranti e dei rifugiati, nonché a combattere l’estremismo e il populismo in Europa. Particolarmente importante è incoraggiare la partecipazione dei giovani alla concezione e alla realizzazione di attività culturali inclusive. I programmi di mobilità e di cooperazione interuniversitaria, come Erasmus+ che celebra il 30º anniversario nel 2017, agevolano lo scambio di idee indipendentemente dal profilo culturale, religioso o nazionale dei partecipanti.
Lauri Ouvinen
lauri.ouvinen@cor.europa.eu
Il Comitato europeo delle regioni
Il Comitato europeo delle regioni (CdR) è l’Assemblea dei rappresentanti regionali e locali di tutti i 28 Stati membri dell’Unione europea. Creato nel 1994 con il Trattato di Maastricht, ha il compito di coinvolgere nel processo decisionale dell’UE gli enti regionali e locali e di informarli sulle politiche dell’UE. Il Parlamento europeo, il Consiglio e la Commissione europea consultano il CdR in relazione alle politiche europee che hanno un’incidenza sulle regioni e sulle città. Per far parte del CdR, ognuno dei 350 membri e 350 supplenti deve essere titolare di un mandato elettivo o essere politicamente responsabile dinanzi a un’assemblea eletta nella propria regione o città.