Al Museo Archeologico, 20 tra monete, conii, punzoni, medaglie dal XIV al XX sec., esposti al pubblico per la prima volta.
In occasione della festa del Santo Patrono, il Museo Civico Archeologico di Bologna dedica una vetrina alle monete e alle medaglie con la raffigurazione di San Petronio.
L’esposizione, allestita dal 4 ottobre al 1 novembre2023 (prorogata fino al 4 dicembre) e liberamente fruibile nell’atrio del museo, è a cura di Paola Giovetti e Laura Marchesini e consente la visione di una ventina di esemplari tra monete, conii, punzoni (strumenti per la fabbricazione delle monete) e medaglie, che coprono un arco temporale compreso tra il XIV e il XX secolo.
Ogni giovedì alle ore 16 sarà offerto al pubblico un incontro con Laura Marchesini, numismatica del museo, che si soffermerà sugli aspetti più interessanti degli oggetti esposti.
Gli esemplari presentati in occasione dell’esposizione fanno parte della ricchissima raccolta numismatica del Museo Civico Archeologico e sono mostrati al pubblico per la prima volta.
Il Medagliere del Museo Archeologico di Bologna conserva circa 100.000 esemplari emessi dagli inizi della monetazione (verso la fine del VII secolo a.C.) all’euro; straordinario è senza dubbio il nucleo di monete prodotte dalla zecca di Bologna che fu arricchito, a seguito dell’Unità d’Italia e della conseguente chiusura della zecca bolognese, dalla raccolta degli strumenti utilizzati per la fabbricazione delle monete.
La comparsa di San Petronio sulle monete bolognesi risale alla fine del XIV secolo, in coincidenza con una delle fasi più significative dell’affermazione del Comune e diventa uno dei tipi più frequenti nella monetazione (accanto al leone rampante e allo stemma della città) fino al 1796, quando l’arrivo di Napoleone modificò gli assetti politici e culturali della città.
San Petronio ricoprì la carica di vescovo di Bologna dal 431/432 al 450, anni di particolare crisi economica, politica e demografica e alla sua guida si attribuisce tradizionalmente la rinascita della città, un rinnovato spirito di comunità e la ripresa di un’intensa attività di ricostruzione edilizia ed ecclesiastica. È stato quindi tradizionalmente identificato come il “rifondatore” della città, motivo per cui uno dei suoi principali attributi è il modellino di Bologna turrita, accanto ai simboli propri della carica vescovile (pastorale e mitria) e al nimbo che ne indica la santità.
La sua figura a lungo dimenticata fu riscoperta nel 1141 quando, il 4 ottobre (giorno in cui si ricorda il patrono), furono ritrovate le sue reliquie. Da quel momento il riconoscimento di Petronio come patrono fu lento e intrinsecamente legato alle vicende politiche di Bologna che dal Medioevo vide l’avvicendarsi di differenti forme di governo (Comune, Signorie, Governi pontifici), subì lotte di fazioni e ingerenze imperiali e papali, che non poca eco ebbero sulla monetazione.
Nell’esposizione si è cercato di dar conto di questa complessità offrendo un inquadramento sintetico del momento storico e dell’aspetto iconografico e culturale che mette in dialogo la moneta con le coeve forme artistiche, rimandando, ove possibile, a monumenti e luoghi significativi della città.
Anche nella produzione medaglistica San Petronio conserva i suoi tradizionali attributi ma il patrono viene adattato di volta in volta agli scopi propagandistici ed encomiastici dei committenti, trasmettendo un più ampio spettro semantico che restituisce il rapporto privilegiato e più intimistico che i bolognesi intrattenevano con il loro patrono, anche in relazione ai più importanti accadimenti della storia cittadina.
C.S.
Ufficio Stampa, 2 ottobre 2023
Immagine di copertina: Medaglia in bronzo fuso – Papa Innocenzo X Pamphilj (1574-1655); 1653 San Petronio in trono. Di grande formato è la medaglia fusa nel 1653 in occasione del completamento dell’abside e delle volte della Basilica Civica di San Petronio fondata nel 1390. Le vicende strutturali della chiesa subirono rallentamenti e riprese, seguendo gli andamenti politici nel complicato rapporto tra Comune e Stato Pontificio. L’autore della medaglia Camillo Mazza (1602-1672) tratta il tondello come un piccolo alto rilievo nel quale i panneggi del paludamento si confondono con le volute dell’ampio trono sul quale un “goffo” San Petronio benedice con la destra, stringendo la città e pastorale nella sinistra.
Seconda immagine: Grosso agontano d’argento Repubblica (1376-1401) S. PETR ONIVS:.; San Petronio stante nimbato con mitria e pastorale. Bologna, Museo Civico Archeologico. Tra il 1376 e il 1401 viene battuta dalla zecca di Bologna la moneta dove per la prima volta compare San Petronio, costituendo una novità iconografica introdotta durante una precisa fase politica che coincide con l’affermazione del Comune, dopo la cacciata dei Visconti che avevano occupato la città. Bologna rivendicava forme di autogoverno nei confronti dell’Imperatore e, nel caso specifico di Bologna, anche nei confronti del Papa, identificando in Petronio il simbolo dell’autonomia cittadina.
Terza immagine: Piastra da tre lire in argento Gregorio XIII Boncompagni (papa dal 1572 al 1585); 1580-1585. Incisore: Alessandro Menganti (1525-1594). BONONIA PRAECLARA STVDIORVM ALVMNA; San Petronio seduto nimbato con mitria, tiene la città nella mano destra e il pastorale nella mano sinistra, poggia il gomito sinistro sullo stemma di Bologna inquartato. Nel 1580 fu emessa una delle più belle monete della zecca di Bologna, realizzata dallo scultore Alessandro Menganti (1525-1594), soprannominato il “Michelangelo incognito”. La Piastra da tre lire è stata emessa in occasione dell’inaugurazione della colossale statua in bronzo di Gregorio XIII in trono realizzata dal medesimo Menganti e posta ancora oggi sulla facciata di Palazzo d’Accursio.
IL MEDAGLIERE SI RIVELA. SAN PETRONIO, “RIFONDATORE” DI BOLOGNA
4 ottobre – 1 novembre 2023 (prorogata fino al 4 dicembre)
Ingresso libero
Museo Civico Archeologico
Via dell’Archiginnasio 2 | 40124 Bologna
Tel. 051 2757211
mca@comune.bologna.it
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