Ai Musei Civici, l’America vista attraverso gli scatti della grande fotografa. Mostra co-organizzata da CAMERA Torino.

Celeberrima fotografa statunitense, co-fondatrice nel 1952 di Aperture, la più autorevole rivista fotografica al mondo, fu la prima donna fotografa cui il MoMa dedicò una retrospettiva nel 1965, proprio pochi mesi prima della sua scomparsa. I Musei Civici di Bassano del Grappa, in collaborazione con CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia di Torino, presentano al pubblico l’opera di Dorothea Lange (1895 –1965), La mostra “Dorothea Lange. L’altra America” è visibile dal 27 ottobre 2023 al 4 febbraio 2024.

Photographer of the people, la fotografa della gente. Così Dorothea Lange si presentava nel suo biglietto da visita. Perché lei, borghese del New Jersey, aveva scelto di non fotografare i divi o i grandi protagonisti del suo tempo, per concentrarsi invece sugli “ultimi” di un’America che stava affondando nella Grande Depressione. Lo sguardo con cui Lange coglie questa umanità dimenticata non è pietistico bensì profondamente “inclusivo”. Le sue immagini dimostrano infatti comprensione, sensibilità, partecipazione e immensa umanità, unite a una capacità di lettura del contesto sociale rafforzata dal rapporto sentimentale e professionale con il marito, l’economista Paul Taylor.

IL PERCORSO ARTISTICO DI DOROTEA LANGE
Nativa del New Jersey da una famiglia borghese di origini tedesche, a nove anni venne colpita dalla poliomielite che la rese claudicante; poi il dissidio con il padre, che abbandonò la famiglia e che lei coraggiosamente ripudiò assumendo il cognome materno.

Gli esordi la videro a New York con Clarence White e Arnold Genthe. Nel 1918 partì per una spedizione fotografica in giro per il mondo, viaggio che si concluse prematuramente per mancanza di denaro a San Francisco, dove aprì un proprio studio. Dopo avere operato per una decina di anni nel campo della ritrattistica professionale, abbracciando uno stile pittorialista, aderì nei primi anni Trenta all’estetica della straight photography (fotografia diretta) per farsi madrina di una poetica della realtà e testimone della condizione dei più deboli ed emarginati: dai disoccupati e i senzatetto della California fino ai braccianti costretti a migrare di paese in paese alla ricerca di campi ancora coltivabili.

I drammatici accadimenti che segnarono gli anni della Grande Depressione la portarono a contatto con il grande progetto sociale e fotografico della “Farm Security Administration”, di cui divenne la rappresentante di punta. Nella seconda metà degli anni Trenta fotografò dunque la tragedia dell’America rurale colpita da una durissima siccità, realizzando alcune delle sue immagini insieme più drammatiche e più celebri: in questo contesto nacque infatti Migrant mother, un’icona con cui Lange scrisse una pagina indelebile della storia della fotografia imponendosi quale pioniera della documentazione sociale americana.

Tuttavia, soffermandosi su quelle immagini potentemente evocative ci si accorge che vi è qualcosa di più. È lo sguardo di un’artista colta e raffinata che riesce a narrare temi e soggetti di grande drammaticità quali la crisi climatica, le migrazioni, le discriminazioni con una forza, un’incisività e una modernità sorprendenti. Nonostante ci separino diversi decenni da queste immagini, i temi trattati da Lange sono di assoluta attualità e forniscono spunti di riflessione e occasioni di dibattito sul nostro presente.

Fulcro – e novità – della mostra curata da Walter Guadagnini e Monica Poggi e che presenta quasi duecento scatti, è uno speciale affondo sulla nascita di questo capolavoro, secondo un percorso espositivo di grande fascino ma anche di forte valenza divulgativa e didattica: la presentazione degli scatti eseguiti da Lange per trovare la foto perfetta, permette al pubblico di comprendere il procedimento attraverso il quale nasce un’icona.

Su commissione del governo americano, Lange si occupò successivamente anche della controversa vicenda dei campi di prigionia per cittadini giapponesi presenti sul territorio americano dopo l’attacco di Pearl Harbor, serie che per il suo atteggiamento critico nei confronti della politica governativa fu sostanzialmente censurata e riportata solo molti anni più tardi. Queste fotografie – ulteriori testimonianze della profondità e della lucidità dello sguardo fotografico di Dorothea Lange – sono esposte per la prima volta in Italia in modo così esaustivo proprio in occasione della rassegna.

LA MOSTRA
Attraverso un’ampia selezione di opere – alcune delle quali non esposte nella tappa torinese della mostra (vedi notizia DeArtes qui) – provenienti da diversi nuclei collezionistici che conservano l’opera di Dorothea Lange (tra cui in particolare la Library of Congress di Washington, i National Archives statunitensi), la mostra si incentra principalmente sul periodo d’oro della carriera della fotografa, dagli anni Trenta alla Seconda Guerra Mondiale, presentando anche scatti precedenti e successivi per dare conto della varietà e della profondità della sua ricerca, sempre tesa a restituire un sincero e partecipato ritratto di ciò che la circondava. Come affermò lei stessa, «la macchina fotografica è uno strumento che insegna alla gente come vedere il mondo senza di essa».

IL MUSEO
La mostra si accompagna alla riapertura del Museo Civico di Bassano del Grappa che, dopo sei mesi di lavori di ammodernamento e riqualificazione, riconsegna al pubblico le proprie importanti collezioni permanenti in spazi completamente rinnovati e con un allestimento affascinante, aggiornato e ricco di opere inedite.

C.S.m.
Ufficio Stampa, ottobre 2023

DOROTHEA LANGE. L’ALTRA AMERICA
27 ottobre 2023 – 4 febbraio 2024

Musei Civici Bassano del Grappa (Vicenza)
T. +39 0424 519901/904
info@museibassano.it
www.museibassano.it