Al Museo Guggenheim, l’opera video dell’artista antropologa prende il via da uno dei primi documenti pubblicati sul cambiamento climatico.
La Galleria film & video è uno spazio dove il Museo Guggenheim Bilbao espone opere di video arte, installazioni audiovisive e immagini in movimento. In occasione della mostra “Marine Hugonnier. Field reports” vi è ospitata, dal 24 ottobre 2023 al 21 gennaio 2024, un’installazione unica dell’artista Marine Hugonnier (Parigi, 1969). Il pezzo centrale della mostra, Meadow report (2021) mira ad attirare l’attenzione su uno dei primi documenti pubblicati sul cambiamento climatico, noto anche come “I limiti della crescita” o “Fields report”, uscito nel 1972 e che prevedeva le conseguenze catastrofiche di una continua sfrenata sfruttamento delle risorse della Terra.
Come suggerisce il titolo della mostra, Marine Hugonnier, che originariamente si è formata come artista antropologa, presenta una serie di lavori in cui sottolinea la potenzialità dell’arte di fungere da “report”; ma anche lo spazio in cui l’artista conduce la sua indagine può essere considerato un “campo”, sia nel senso di studio che di un ambiente di vita o ecosistema.
Meadow report riflette questa ambiguità. Situato nello spazio principale della galleria, il film mostra i famosi giardini di Giverny dove il pittore impressionista Claude Monet dipinse le sue celebri Ninfee negli ultimi decenni della sua vita, poiché stava perdendo la vista a causa della cataratta. Hugonnier ha posizionato la fotocamera al centro dello stagno al crepuscolo, cercando un punto di osservazione insolito sul giardino, i contorni delle ninfee e l’iconico ponte verde di Monet. Il film è una ripresa ininterrotta, fino all’intero utilizzo di tutti i 122 metri della bobina di celluloide, che conferisce all’opera un limite tangibile, reso evidente dall’enorme proiettore collocato nella galleria della mostra. A un certo punto della sequenza, l’artista ha rimosso l’obiettivo della fotocamera per esporre la pellicola direttamente all’ambiente, creando un’immagine astratta che riflette la luce scintillante così come i movimenti degli esseri presenti nella tranquilla notte estiva in cui si sono svolte le riprese.
Una fotografia di grandi dimensioni intitolata Towards tomorrow (2001) è esposta nell’anticamera della mostra. È stata scattata dal lato americano dello stretto di Bering in Alaska, guardando verso la costa della Siberia. Anche se la distanza tra i due luoghi è di sole quaranta miglia, il fuso orario della Siberia è 24 ore avanti rispetto a quello dell’Alaska, il che significa che la fotografia è contemporaneamente registrazione del passato e del futuro, giocando con i concetti di temporalità e memoria intrinsechi alla fotografia.
Di fronte a questa fotografia c’è il film intitolato Desire is not much, but… (2015), un studio dell’Ermafrodito dormiente, la scultura classica romana conservata al Museo del Louvre a Parigi. La statua risale al II secolo d.C., e al 1622 dello scultore italiano Gian Lorenzo Bernini, che realizzò il materasso in marmo su cui attualmente giace. La telecamera percorre le curve dell’ermafrodito in marmo, i cui piedi e le labbra sono stati animati digitalmente. Brevi sequenze di colori interrompono il ciclo altrimenti continuo della pellicola in bianco e nero. Il film cerca di immaginare quali sarebbero i desideri in un corpo che trascende i binari convenzionali, incoraggiando gli spettatori a considerare criticamente la possibilità di uno sguardo non di genere.
Queste opere illustrano l’interesse dell’artista nello sfidare i tradizionali dispositivi di acquisizione delle immagini, insieme ai loro componenti tecnici – fotocamere, obiettivi, pellicole sensibili – con tutti i loro limiti, esponendoli agli agenti e ai fenomeni naturali.
C.S.M.
Ufficio Stampa, 24 ottobre 2023
Immagine: Manuel Cirauqui, Curator; Marine Hugonnier, artist;
Juan Ignacio Vidarte, Director General of the Guggenheim Museum Bilbao
MARINE HUGONNIER: FIELD REPORTS
24 ottobre 2023 – 21 gennaio 2024
Museo Guggenheim Bilbao
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