Alla Galleria Nazionale dell’Umbria, una mostra dossier, in 25 opere, ripercorre la fortuna moderna e contemporanea del pittore.
È ancora l’anno del Perugino! Dopo la grande mostra “Il meglio maestro d’Italia”. Perugino nel suo tempo (vedi notizia DeArtes qui) che gli ha ridato il ruolo di preminenza artistica che il suo pubblico e la sua epoca gli avevano assegnato, la Galleria Nazionale dell’Umbria ospita un altro evento espositivo dedicato al maestro umbro Pietro Vannucci (1450 ca.-1523) detto il Perugino.
La nuova exhibition box della GNU accoglie, dal 28 ottobre 2023 al 14 gennaio 2024, una preziosa mostra dossier, Sguardi su Perugino, curata da Carla Scagliosi e Benedetta Spadaccini, che segue le alterne vicende della sua fortuna in età moderna e contemporanea.
Il percorso si compone di 25 opere, tra incisioni, disegni e un dipinto, provenienti oltre che dalla GNU, da prestigiose istituzioni pubbliche e private, come l’Istituto centrale per la Grafica di Roma, la Biblioteca Marciana di Venezia, la Civica Raccolta delle Stampe Achille Bertarelli – Castello Sforzesco di Milano, l’Ambasciata del Brasile a Roma. Le opere appartengono ad autori quali Tommaso Minardi (1787-1871), artista affascinato dal colorismo veneto e fiammingo e dal disegno quattrocentesco, che divenne promotore del manifesto purista; Giovan Battista Cavalcaselle (1819-1897), fondatore dei moderni studi di storia dell’arte in Italia; il perugino Silvestro Massari (1794 – 1851), allievo di Minardi e docente di scultura all’Accademia di Perugia, che si dedicò alla riproduzione incisoria di monumenti cittadini.
Tre sezioni documentano la fortuna e il tramandarsi del ritratto dell’artista, la diffusione dei suoi capolavori e delle iconografie più note attraverso il medium della stampa di traduzione, gli errori di attribuzione di opere che, per l’adesione al linguaggio figurativo del “meglio maestro d’Italia”, erano considerate di sua mano.
A questi lavori si affianca una sezione virtuale che consta di due filmati: il primo offre la possibilità di sfogliare l’intero album di disegni di Tommaso Minardi esposto in vetrina; l’altro propone una selezione di opere ispirate da Perugino, dall’Ottocento fino ai nostri giorni, dai Preraffaelliti come William Dyce agli autori francesi dell’Ottocento come Ingres o Delacroix, dalle fotografie di Julia Margaret Cameron alle opere astratte di Ian Davenport, per giungere a quegli artisti che sono stati protagonisti negli scorsi anni delle iniziative organizzate dalla Galleria Nazionale dell’Umbria, da Brian Eno a Roberto Paci Dalò ad altri.
Catalogo Aguaplano (serie Quaderni della Galleria Nazionale dell’Umbria n. 8)
APPROFONDIMENTO:
LA FAMA DI PERUGINO NEI SECOLI
A partire dalla fine del primo decennio del Cinquecento, la fama di Perugino si dissolve a favore del suo fin troppo celebre allievo, Raffaello, modello indiscusso per molte generazioni di artisti e per un’intera corrente, il classicismo.
Nel Seicento, attraverso le incisioni e la grafica, le soluzioni e le opere peruginesche sono d’ispirazione per pittori dal personalissimo e particolare classicismo come Barocci, Sassoferrato o Cerrini. Saranno gli artisti e i letterati del Settecento e ancor di più dell’Ottocento a riscoprire Perugino e a dare nuovo impulso alle ricerche e agli studi.
L’onnipresente paragone con Raffaello, al quale vengono attribuite molte delle opere più belle e riuscite del Vannucci, genera comunque un interesse nei confronti di quest’ultimo. Attraverso questa lente, il pittore sarà “riscoperto” dall’Ottocento, sia dai neoclassici-romantici come Ingres o Chasseriau sia dai coloristi come Delacroix.
La corrente nazarena e purista, con Minardi e Overbeck in testa, attingerà all’universo compositivo di Pietro Vannucci, caratterizzato da quell’aura di armonica e astratta devozione che sarà fondamentale anche per i pittori francesi “cristiani” che facevano capo al teorico Alexis-François Rio. Nazareni, puristi e “cristiani” finirono per influenzare anche i pittori inglesi come William Dyce e i Preraffaelliti, i quali però, considerando Perugino troppo vicino a Raffaello, individueranno i loro modelli in altri artisti quattrocenteschi e nei cosiddetti “primitivi”.
Nella seconda metà dell’Ottocento la riscoperta di Perugino avviene grazie ai nuovi studi sulla luce e sul colore; la purezza e l’armonia degli accostamenti cromatici della sua tavolozza sollecitano le sperimentazioni più all’avanguardia di artisti che hanno segnato il passaggio cruciale verso la modernità: dai simbolisti (Moreau) agli impressionisti (Degas), sino ai puntinisti (Seurat, Signac).
Il secondo Ottocento è anche l’epoca nella quale si assiste al definitivo avanzamento degli studi degli storici dell’arte e dei connoisseurs che, con una sistematizzazione del catalogo e le conseguenti nuove attribuzioni, riconoscono finalmente il genio di Perugino e gli restituiscono la paternità di opere fino a quel momento ritenute erroneamente del giovane Raffaello. I taccuini e gli appunti di viaggio di Cavalcaselle, ad esempio, punteggiati da bellissimi disegni, documentano le ricerche che coinvolgono studiosi italiani e stranieri, in una fitta rete di scambi e dialoghi.
La riscoperta di Perugino nel contemporaneo è un fenomeno sorprendente, che ha permesso di intessere dialoghi attualissimi e ricchi di sollecitazioni. L’ultima opera, datata al 2023, dimostra questa continuità e si collega, simbolicamente, alle celebrazioni per il quinto centenario della morte dell’artista, che per la Galleria si conclude con questa rassegna.
C.S.m.
Ufficio Stampa, ottobre 2023
Artista sconosciuto, Ritratto di Perugino, seconda metà XVI secolo
Roma, Ambasciata del Brasile
SGUARDI SU PERUGINO
DALL’ETÀ MODERNA AL CONTEMPORANEO
28 ottobre 2023 – 14 gennaio 2024
Galleria Nazionale dell’Umbria
corso Pietro Vannucci, 19 Perugia
Tel. 075.58668436
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