A Palazzo Pisani Revedin, le sculture in bronzo degli anni 30 e 40 e i cartoni colorati e lacerati dal dopoguerra agli anni 90.

I due volti di Umberto Mastroianni (Fontana Liri, 1910 – Marino, 1998): il prima e il dopo lo strappo tragico ed epocale del secondo conflitto Mondiale e della Resistenza. Due universi apparentemente inconciliabili si fronteggiano in un’intensa mostra in programma a Venezia dal 17 novembre 2023 al 18 gennaio 2024 a Palazzo Pisani Revedin: “Umberto Mastroianni. Figure e astrazioni 1931-1996” a cura di Victoria Noel-Johnson e Marco Di Capua.

Da un lato le sculture in bronzo figurative, il richiamo all’antico e la purezza classicheggiante della “preistoria” dell’artista; dall’altro i cartoni incisi, pressati, strappati, traforati che sono tra le più singolari produzioni della fase informale di Mastroianni, sbocciata improvvisa e travolgente dopo l’esperienza della guerra.

Mondi diversi che sembrano agli antipodi ma mostrano entrambi la solida base plastica e forse il sogno di pace da sempre presente nell’artista nato a Fontana Liri nel 1910, prima personale alla Galerie de France di Parigi nel 1951, vincitore del Gran Premio Internazionale per la scultura alla XXIX Biennale di Venezia del 1958, Premio dell’Accademia dei Lincei “Antonio Feltrinelli” nel 1973 e “Premium Imperiale” a Tokio nel 1989.

«Per capire un artista bisogna abbracciare le sue stagioni (…) non ha senso giudicarlo da una sola stagione . (…) L’artista è tutt’uno sempre» diceva lo stesso Mastroianni. Così nella mostra promossa dalla Venice International University e dal Centro Studi dell’Opera di Umberto Mastroianni e organizzata dal Cigno GG Edizione Roma, con la collaborazione della Galleria Stefano Forni, la stagione della giovinezza torna a mostrarsi prepotente con la produzione quasi completa di opere storiche.

Alle primissime “Ragazzo fiorentino” del 1931 e poi “Novizio” del 1934 fanno eco i Nudi, il Mezzo busto arcaicizzante del ‘39, le maschere e le teste, immobili, ieratiche, eterne, fino – con un voluto salto temporale di oltre un decennio – al volto scomposto della Maschera n.1 del 1957, che apre alla modernità e al gesto di rottura degli anni successivi.

Umberto Mastroianni vive con passione la lezione futurista, in particolare quella di Umberto Boccioni, poi evolve in linguaggi nuovi e originali divenendo il primo astrattista della scultura italiana fino all’approdo alla stagione informale, caposcuola della rivoluzione del novecento, artista di assoluto rilievo internazionale.

Nel “salto” da “un’armonica e dolcissima grazia a una brutalità tellurica, irridescente, dal Codice Rinascimento a quello del Futurismo e dell’Informale” s’inseriscono anche i circa 50 Cartoni esposti a Venezia con le originali cornici “a cassetto” ideate dallo stesso Mastroianni, “per contenere gli sbalzi della carta”, e che coprono tutto il periodo astratto dal 1949 al 1992.

Un mondo solo apparentemente bidimensionale – come suggerisce Paola Molinengo Costa del Centro Studi dell’Opera di Umberto Mastroianni – ma in realtà fornito di spessore visto i modi in cui Mastroianni trattava la carta pressandola, incidendola, ondulandola per affrontare l’anarchia del colore, il tripudio di inchiostri, le lacerazioni apportate con tagli, buchi e graffi, che mostrano il suo animo inquieto.

M.C.S.
Ufficio Stampa, 7 novembre 2023

UMBERTO MASTROIANNI. FIGURE E ASTRAZIONI 1931-1996
17 novembre 2023 – 18 gennaio 2024

Palazzo Pisani Revedin
Sestiere San Marco 4013/A, Venezia
Telefono: +39 041 564 9547
Email: info@palazzopisanirevedin.it
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