Il body artist protagonista di 4 mostre in Italia e all’estero, con nuovi lavori e le serie storiche dalla fine degli anni Settanta, tra performance e scultura.

Giovanni Morbin (Valdagno, Vicenza, 1956), body artist tra i più significativi del panorama italiano contemporaneo, è protagonista di quattro importanti progetti espositivi in spazi istituzionali e gallerie all’estero e in Italia tra la fine del 2023 e l’inizio del 2024. Insieme, questi appuntamenti rappresentano la più ampia ricognizione mai dedicata alla sua ricerca, che dalla fine degli anni Settanta si struttura tra la performance e la scultura.

Si parte con la mostra Ozionismo, manifesto orizzontale alla Galerie Michaela Stock di Vienna, seguita dai progetti espositivi Ibridazioni alla Galerija Vžigalica di Lubiana, Slovenia Campo di ricerca alla Fondazione Bevilacqua La Masa di Venezia e Indispensabile. Non so stare maninmano al Museo Civico Archeologico del Settore Musei Civici Bologna.

Questi progetti avvengono al raggiungimento della pensione per l’artista, dal primo novembre 2023, dall’attività di docente all’Accademia di Belle Arti di Verona, cui fa da contraltare l’intensa attività espositiva.

VIENNA (Austria) Galerie Michaela Stock
Ozionismo, manifesto orizzontale

18 novembre 2023 – 5 gennaio 2024

La mostra, articolata, è costituita da opere di natura oggettuale e una performance in cui Morbin legge un proclama poetico centrato sull’ozione, un atto creativo che si contrappone all’azione e alla retorica del fare. L’ozione è, negli intenti dell’artista, un gesto creativo che mira al superamento dell’obbligo dell’agire che caratterizza la nostra società. È il ribaltamento dell’idea di produzione materiale e suggerisce invece come opzione percorribile l’otium caro agli antichi romani, uno spazio di libertà mentale e ricerca personale distante dagli affanni della vita di tutti i giorni.

Morbin racconta il suo pensionamento in maniera paradossale come (ri)partenza, punto d’inizio di un nuovo atteggiamento, dato che è difficile immagine che un artista visivo vada in pensione. Non sfugga inoltre che Morbin presenta la sua opera nella capitale austriaca, luogo che ha generato negli anni Sessanta il cosiddetto Azionismo viennese, corrente che mirava a criticare la società attraverso performance di forte impatto in opposizione all’oggettualità dell’opera d’arte.
www.galerie-stock.net

LUBIANA (Slovenia) Galerija Vžigalica
Ibridazioni
28 novembre 2023 – 14 gennaio 2024

Una retrospettiva curata da Alenka Pirman e Jani Pirnat in cui sono esposti tutti i lavori che costituiscono la serie Ibridazioni, realizzati a partire dalla fine degli anni Novanta. La mostra è costituita dalle opere oggettuali e dalla documentazione delle performance dell’autore.

Le Ibridazioni sono azioni di estensione e di superamento del proprio limite fisico, in cui Morbin espande e ibrida il proprio corpo con soggetti esterni ed estranei. Ne nascono così dei lavori in cui l’artista si innesta e si fonde con elementi artificiali, naturali o minerali. È il caso di Bodybuilding, performance in cui l’artista cementa una propria mano a un muro di un edificio nello spazio pubblico e rimane in piedi per otto ore (la durata della giornata di lavoro standard), diventando esso stesso elemento costruttivo. O Conversazione con Germano Olivotto, in cui l’artista sta per ore in un albero confondendosi e nascondendosi nel paesaggio.
https://mgml.si/sl/galerija-vzigalica/  

VENEZIA Fondazione Bevilacqua La Masa (sede di Palazzetto Tito)
Campo di ricerca

15 dicembre 2023 – 11 febbraio 2024

Il progetto a cura di Daniele Capra è costituito da una trentina di lavori realizzati a partire dalla fine degli anni Ottanta, da nuove opere site-specific per gli spazi della Fondazione e performance immaginate per la città lagunare. A partire dall’approccio libero e anticonformista dell’artista, la mostra analizza l’ampiezza dei campi di ricerca di Morbin, la cui pratica spazia dall’azione a opere di natura oggettuale.

La mostra mette in luce i cambiamenti e le smagliature del tessuto dell’ordinario attraverso opere come Materia cedevole al tatto, che registra la modificazione plastica del corpo dell’artista in seguito a un incidente, oppure After Szeemann, aspirapolvere che è stato impiegato nello studio del celebre curatore svizzero spesso scambiato dal pubblico come un oggetto abbandonato nello spazio espositivo.

Lavori inediti come Manomissore, un volume in cemento osseo che rappresenta lo spazio vuoto tra le mani dell’artista, testimoniano invece l’interesse verso la postura e le abitudini comportamentali, mentre la serie dei Ritratti cambia l’idea di somiglianza, basandosi non tanto sulle qualità fisiognomiche del soggetto, ma sull’impiego del suo tessuto ematico. Tra le opere in mostra realizzate per Venezia spiccano anche i Bianchi, dei dipinti realizzati strappando l’intonaco nello spazio espositivo (con le modalità tipiche del restauro), che rappresentano a tutti gli effetti il capovolgimento dell’attività pittorica.
https://www.comune.venezia.it/content/fondazionebevilacqua-la-masa  

BOLOGNA Museo Civico Archeologico
Indispensabile. Non so stare maninmano
26 gennaio – 25 marzo 2024

Il progetto a cura di Daniele Capra nasce dal confronto dell’artista con alcuni dei reperti archeologici conservati nel museo, in particolare con gli attrezzi e gli strumenti che l’uomo ha realizzato, sin dalla preistoria, per espletare le necessità pratiche che via via si sono presentate. Indispensabile. Non so stare maninmano raccoglie una cinquantina di opere negli spazi dell’istituzione bolognese, inclusa una parte del percorso espositivo del museo, con un focus sui lavori che nascono con una finalità espressiva “strumentale”.

I lavori selezionati evidenziano una particolare tendenza di Morbin a considerare l’opera come dispositivo dotato di funzioni – reali o concettuali – finalizzate alla manipolazione degli oggetti, al posizionamento del corpo, all’azione diretta. Tra i lavori della mostra Scultura sociale, centrale nella poetica dell’artista, costituito da elementi modulari semisferici in metallo liberamente componibili che si mettono in dialogo con ciò che esiste, accoppiandosi con sedie, tavoli, porte, armadi, o qualsiasi altro oggetto: è uno strumento “sociale” proprio per la sua capacità di introdursi in un contesto e interagire con esso.

Manmano è invece un calco realizzato comprimendo del cemento a presa rapida con le proprie mani per il tempo minimo alla sua solidificazione: è impronta, testimonianza di una forza applicata, un attrezzo non funzionale. Al contrario i Goniometri, strumenti da meccanici in metallo, alludono sottilmente al saluto romano fornendo l’angolo ottimale per l’azione, mentre Strumento a perdifiato è un’opera di ottone, simile al corno che si usa nelle orchestre classiche, a disposizione dello spettatore che è invitato a parlare e ascoltare la propria stessa voce.
www.comune.bologna.it/museoarcheologico/

C.S.m.
Ufficio Stampa, 9 novembre 2023
Immagine di copertina: Giovanni Morbin, Bodybuilding, 1997, performance, Lubiana,

documentazione, ph. Frank Fedler, courtesy dell’artista