A Palazzo Foscolo, 2 mostre e 4 conferenze sull’eclettico intellettuale cui si deve anche il lascito del libro “K.Z.” che raccoglie 250 disegni di detenuti dei Lager nazisti, con l’introduzione di Primo Levi.
Sarebbe ingiusto celebrare Alberto Martini (Oderzo, 1876 – Milano, 1954) – pittore e visionario magistrale disegnatore dei primi decenni del Novecento e grande interprete del simbolismo europeo, di cui ricorrono nel 2024 i 70 anni dalla morte – senza ricordare la figura intellettuale, come poeta, pittore, fotografo, saggista e promotore culturale, di Arturo Benvenuti (Oderzo 1923 – 2020).
Famoso in particolare per il libro intenso e struggente “K. Z.” pubblicato per la prima volta nel 1983 – in cui il letterato riunisce i disegni di detenuti dei campi di concentramento nazisti rintracciati in tutta Europa – a Benvenuti si deve la nascita a Oderzo della Pinacoteca dedicata ad Alberto Martini, inaugurata nel 1970 e ora il sito più importante per la conoscenza dell’artista.
Nel centenario della sua nascita, Oderzo Cultura in condivisione con il Comune di Oderzo, promuove due mesi di eventi dedicati alla memoria di Benvenuti curati da Roberto Costella – conoscitore e studioso dell’uomo e della sua opera – con l’intento di approfondirne i molteplici interessi e l’eclettica attività, come evidenzia il titolo del programma complessivo: “Arturo Benvenuti 100. Il fondatore della Pinacoteca civica, il pittore di paesaggi ed il poeta civile”.
A Palazzo Foscolo a Oderzo in calendario vi sono due esposizioni temporanee, che si succedono nella Sala del Caminetto, e una serie di conferenze che fanno luce sulle diverse anime dell’opitergino.
Si parte il 2 dicembre 2023 alle ore 18.00 nell’ambito delle giornate martiniane organizzate fin dallo scorso anno dalla Fondazione in vista della ricorrenza del 2024 – con l’inaugurazione dell’esposizione “Arturo Benvenuti pittore e Alberto Martini. La fondazione della Pinacoteca civica e i dipinti dei paesaggi carsici”, cui segue alle 18.30 una conferenza centrata proprio sulla nascita dell’importante istituzione di cui Benvenuti fu fondamentale animatore e primo direttore, riconoscendo l’urgenza di riaccendere studi e interessi su Alberto Martini.
Simbolicamente la Pinacoteca civica, che conta oggi ben 700 opere dell’artista e un immenso archivio, prese vita con la donazione alla Città da parte della vedova di Martini, Maria Petringa, di quello che è stato il primo, emblematico dipinto del pittore simbolista conservato a Oderzo, l’Autoritratto del 1911: una donazione che giunse a conclusione della mostra antologica sull’illustre disegnatore promossa da Benvenuti nel 1967. Nel giro di pochi anni alla prima vennero ad aggiungersi altre 80 opere martiniane e nel 1970 fu già possibile istituire ufficialmente la Pinacoteca inizialmente nella sede municipale di Ca’ Diedo e dal 1974 presso la Biblioteca civica, infine, dal 1995 a Palazzo Foscolo.
Anche Benvenuti pittore tuttavia – cui è dedicata il 21 dicembre la seconda conferenza del ciclo – con le sue opere astratto geometriche, mescolanza di segni “geometromorfici e organomorfici” secondo Costella, è al centro dell’esposizione allestita a Palazzo Foscolo fino al 7 gennaio 2024: a emergere è la pittura di paesaggio, così intrinsecamente legata e ispirata all’aspro e potente mondo carsico della terra istro-dalmata e soprattutto quarnerina e lussignana, da cui proveniva la moglie Marucci e alla quale Benvenuti fu profondamente legato.
Opere dell’artista mai esposte prima a Oderzo sono intrecciate ai suoi versi poetici: linguaggi diversi di uno stesso sentire che in Benvenuti si legano simbioticamente. Egli stesso si definiva del resto «poeta e pittore carsico» laddove il carsismo appare per l’intellettuale veneto esperienza di vita, paesaggio dell’anima più che luogo di rappresentazione.
Giampietro Fattorello ha indagato a fondo la poesia di Benvenuti, anche quella d’impegno civile di cui Arturo ha sentito sempre forte l’esigenza e la spinta morale: la stessa che lo spinse nel suo pellegrinaggio in tutta Europa, lungo “i tanti percorsi della sofferenza umana”, per “ripercorrere le Viae Crucis del Novecento” alla ricerca delle testimonianze d’arte dei prigionieri dei Lager.
L’idealizzazione della bellezza della terra carsica e quarnerina, nella pittura come nella poesia, si accompagna pertanto in Arturo Benvenuti a una vigile coscienza, nella consapevolezza degli orrori della storia che non bisogna dimenticare e che devono invece diventare un monito.
Fattorello ne parla insieme a Lio Gemignani e Fortunato Lorenzon il 13 gennaio 2024 (ore 18.30) nella conferenza “Benvenuti poeta civile: parole in versi per fare memoria” che segue l’inaugurazione (ore 18.00) della seconda esposizione temporanea a Palazzo Foscolo, intitolata “Arturo Benvenuti e l’esperienza di K.Z. Poesie come monito e memoria, e disegni dai campi di concentramento”.
In K.Z. disegni dai campi di concentramento nazifascisti. Arte come testimonianza, pubblicato con un’introduzione di Primo Levi, a parlare e a incidere versi nelle coscienze di ognuno sono i 250 disegni autografi raccolti da Benvenuti dal 1979 al 1983: uno dei più intensi e profondi lasciti di questo poliedrico intellettuale “impastato di storia” come lo aveva definito Fattorello: “uomo da sempre dentro la storia europea del Novecento”. L’ultima conferenza giovedì 25 gennaio (ore 18.30) è proprio su “Benvenuti e Primo Levi: KZ, un libro per non dimenticare”.
C.S.m.
Ufficio Stampa, 24 novembre 2023
Nella locandina: Arturo Benvenuti di fronte all’Autoritratto di Alberto Martini del 1911
Foto R.C. 2012
ARTURO BENVENUTI 100
2 dicembre 2023 – 11 febbraio 2024
Pinacoteca Alberto Martini
Presso Palazzo Foscolo
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