Triennale Milano e Fondation Cartier pour l’art contemporain presentano la prima personale in Italia dell’artista australiano.
L’opera di Ron Mueck (Melbourne, 1958; dal 1986 vive e lavora nel Regno Unito) evoca temi universali e ha rinnovato profondamente la scultura figurativa contemporanea. Per scolpire i suoi prodigiosi e realistici personaggi, sempre di dimensioni sorprendenti, impiega mesi, a volte anni. In venticinque anni di attività ha dato vita a 48 opere in totale, la più recente delle quali è stata completata poco prima dell’inaugurazione della mostra alla Fondation Cartier pour l’art contemporain a Parigi, nel mese di giugno 2023. L’opera di Ron Mueck, profondamente misteriosa ed estremamente genuina allo stesso tempo, spesso pervasa da un’aura surreale, invita a riflettere sulla propria relazione con il corpo e, più in generale, porta a confrontarsi con l’esistenza stessa.
Triennale Milano e Fondation Cartier pour l’art contemporain presentano la prima personale in Italia dell’artista australiano Ron Mueck, con una selezione di opere mai esposte prima in Italia. La mostra in Triennale, dal 5 dicembre 2023 al 10 marzo 2024, è un’evoluzione del progetto espositivo tenutosi a Parigi nell’estate 2023, concepito da Fondation Cartier in stretta collaborazione con l’artista, terza tappa di un dialogo incessante tra Ron Mueck e l’istituzione francese, avviato nel 2005 e proseguito nel 2013.
Il percorso espositivo si compone di sei sculture e comprende la monumentale installazione Mass, 2017 (proveniente dalla National Gallery of Victoria, Melbourne), esposta per la prima volta fuori dall’Australia in occasione di questo progetto che illustra gli sviluppi più recenti della pratica artistica di Mueck, insieme a lavori iconici realizzati nel corso della sua carriera. In mostra anche due film del fotografo e regista francese Gautier Deblonde.
La personale di Ron Mueck costituisce la settima mostra organizzata nell’ambito del parternariato della durata di otto anni tra Triennale Milano e Fondation Cartier pour l’art contemporain, istituzioni europee caratterizzate da un approccio multidisciplinare, che condividono una medesima visione sulla cultura contemporanea e la creazione artistica.
APPROFONDIMENTI:
ESPLORANDO UN NUOVO PROCESSO CREATIVO
Mass (2017), nella sua dimensione e ambizione monumentale, è l’opera dalla quale si dipana la mostra e rappresenta una pietra miliare nella carriera dell’artista. Commissionata dalla National Gallery of Victoria (Melbourne, Australia), Mass è un’installazione composta da cento gigantesche sculture di teschi umani disposti in mostra dall’artista, in dialogo con lo spazio espositivo. L’installazione offre un’esperienza fisica e psicologica che cattura i visitatori e li incoraggia a riflettere sugli aspetti fondamentali dell’esistenza umana.
Il titolo offre un assaggio delle differenti interpretazioni cui l’opera si presta. La parola inglese “mass” è infatti riconducibile a molteplici significati, da “mucchio disordinato” a “funzione religiosa”, che costituiscono punti di partenza per l’esperienza personale di ciascun osservatore a confronto con l’opera. La stessa iconografia del teschio è ambigua: associata alla brevità della vita umana nella storia dell’arte e onnipresente nella cultura popolare. Per Mueck, “Il teschio umano è un oggetto complesso. Un’icona potente, grafica, che riconosciamo immediatamente. Allo stesso tempo familiare ed esotico, il teschio disgusta e affascina contemporaneamente. È impossibile da ignorare, richiede la nostra attenzione a un livello subconscio.” I teschi vengono mostrati in gruppo, un insieme di individui che si impone sul visitatore. In questo modo, Mass si differenzia dai precedenti lavori dell’artista, che raffiguravano sistematicamente gli esseri umani nella loro individualità.
Mass segna un punto di svolta nella carriera di Mueck, l’espressione del suo desiderio di abbracciare nuovi modi di scolpire. Le opere più recenti esposte in mostra – appunto Mass (2017), En garde (2023) e The little piggy (2023- in corso) – dimostrano come l’artista prosegua nella sua ricerca, allontanandosi progressivamente dalla sua pratica artistica iniziale che consisteva nel riprodurre meticolosamente tutti i dettagli che caratterizzano la pelle, i capelli e i vestiti. Senza trascurare l’attenzione nello scolpire le forme, Mueck avvicina l’osservatore all’essenza del proprio lavoro: l’immediatezza e la risonanza della presenza percepita dell’opera.
En earde (2023) e l’opera dal titolo This little piggy (2023- in corso) dimostrano come questo nuovo approccio permetta all’artista di aprirsi a nuovi soggetti ed esplorare gruppi scultorei più ampi, con pose o movimenti dinamici.
En garde (2023) è uno spettacolare e minaccioso gruppo di cani di quasi tre metri di altezza. Qui la riduzione dei dettagli della superficie, a favore della concentrazione su forma e tensione, permette di mantenere l’immediatezza del primo approccio man mano che l’osservatore si avvicina. La scultura è un vivido riflesso dell’incertezza del presente e di come il futuro potrebbe rivelarsi.
This little piggy (2023-in corso) è una scultura di piccole dimensioni ispirata a un passaggio del romanzo Pig earth (1979) di John Berger ed è la prima volta che Mueck concede al pubblico la possibilità di vedere un lavoro in corso d’opera. This Little Piggy lascia trasparire la presenza della mano dell’artista che manipola l’argilla grezza mentre orchestra i movimenti e le tensioni di questo insolito grande gruppo di persone che lavora assieme per un obiettivo comune.
OPERE ICONICHE DEGLI ANNI 2000
Baby (2000) è una scultura di piccole dimensioni che rappresenta un neonato e trae ispirazione dall’immagine di un libro di medicina che mostra un bambino tenuto per i piedi pochi attimi dopo il parto. In contrasto con il post-mortem Mass, questo piccolo ritratto dei primi momenti di vita focalizza l’attenzione su di un soggetto intenso. Capovolgendo l’immagine originale e fissando la scultura al muro, l’artista crea una forma a croce che invita alla contemplazione come se si trattasse di un’icona religiosa, segnata da quella che sembra essere, da un’analisi più ravvicinata, un’espressione dispettosa.
In bed (2005) è la gigantesca rappresentazione di una donna stesa a letto, con la testa sollevata contro i cuscini. Nonostante la taglia colossale, la scultura appare delicata e intima. Come sempre nelle opere di Ron Mueck, le dimensioni fuori scala sono centrali per l’approccio dell’osservatore. In questo caso le grandi dimensioni alterano la prospettiva, creando una sensazione di vicinanza con una persona i cui pensieri sembrano essere rivolti altrove. In Bed fa parte della Collezione della Fondation Cartier dal 2005.
Woman with sticks (2009) è una donna la cui schiena è piegata sotto lo sforzo di un lavoro non precisato, mentre i suoi piedi sono fermamente ancorati al suolo, creando una posizione dinamica che si contrappone all’elegante irregolarità dei bastoncini trattenuti a fatica tra le sue braccia. La morbidezza della sua pelle viene segnata dai legnetti secchi taglienti e l’espressione sul suo viso sembra indicare concentrazione verso ciò che la circonda. Le dimensioni, volutamente ridotte rispetto al reale, conferiscono alla scultura una stranezza inquietante, come se l’osservatore fronteggiasse un mondo fisicamente presente, ma allo stesso tempo allegorico. Woman with sticks fa parte della Collezione della Fondation Cartier dal 2013.
Still life: Ron Mueck at work (2013) e Three dogs, a pig and a crow (2023) sono due film del fotografo e regista francese Gautier Deblonde, le cui immagini hanno catturato l’atmosfera dello studio di Mueck e il suo metodo di lavoro negli ultimi venticinque anni. Questi film, girati negli studi dell’artista e durante le installazioni delle sculture in occasione di mostre e presentazioni, offrono un raro approfondimento sulla creazione dei lavori e la loro trasformazione nelle opere finite visibili in mostra. Questi film sono stati commissionati nel corso del tempo dalla Fondation Cartier per accompagnare le mostre di Ron Mueck.
In occasione della mostra parigina, la Fondation Cartier ha pubblicato un’edizione ampliata del catalogo ragionato delle opere di Ron Mueck, uscito per la prima volta nel 2013.
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Soirées Nomades Carte Blanche Olivier Saillard | 2 e 3 febbraio 2024
Per la terza Soirée Nomade organizzata a Milano, Triennale Milano e Fondation Cartier hanno dato carte blanche allo storico della moda Olivier Saillard. Ex Direttore del Musée de la Mode – Palais Galliera di Parigi, attuale Direttore della Fondation Alaïa e Direttore artistico del marchio J.M. Weston, ha ideato importanti mostre di moda, installazioni e performance tra cui, più recentemente, quella a Palazzo Pitti a Firenze.
Per Milano, Olivier Saillard immagina una nuova performance-défilé partecipativa in linea con il concetto di “Moda Povera”, che consiste nel trasformare capi d’abbigliamento semplici o usurati in creazioni di alta moda. Presenterà anche due opere importanti del suo repertorio: la più recente, e la prima in assoluto, creata vent’anni fa. Le Soirée Nomade presentate a Milano hanno dato vita a progetti originali, all’insegna della multidisciplinarietà: 20 danzatori per il XX secolo e oltre, una creazione di Boris Charmatz nel 2021, e Voci dal Mondo Reale, ideata da Alexis Paul e Alessandro Sciarroni nel 2022.
C.S.m.
Uffici Stampa, 4 dicembre 2023
RON MUECK
5 dicembre 2023 – 10 marzo 2024
Triennale Milano
viale Alemagna 6
20121 Milano
T. +39 02 724341
Biglietteria: T+39 02 72434239
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