Cinque appuntamenti a Venezia da febbraio a maggio per esplorare il jazz contemporaneo e le sue contaminazioni, con nuovi progetti di artisti italiani ed internazionali. È la terza edizione di “Jazz&”, firmata da Veneto Jazz e ospitata alle Sale Apollinee del Teatro La Fenice, con una tappa al Museo di Palazzo Grimani e una conclusione al T Fondaco dei Tedeschi.
La terza edizione di “Jazz&” rappresenta un viaggio fra omaggi ai grandi della musica fino alle nuove avanguardie vocali e musicali, commenta Giuseppe Mormile, direttore artistico di Veneto Jazz. Una rassegna dedicata alla bellezza di suoni ricercati e raffinati e alla suggestione di mondi musicali diversi.
Nel quarantesimo dalla sua scomparsa, sabato 9 febbraio alle ore 19 alle Sale Apollinee, il progetto Quintorigo Play Mingus propone una rilettura moderna e affascinante di uno dei geni più innovativi del jazz moderno. Charles Mingus (1922-1979) fu un autentico genio del jazz: compositore, direttore d’orchestra, contrabbassista, pianista, ha lasciato un’impronta indelebile nella storia della musica del ‘900. Utilizzando una pluralità contaminata di linguaggi, caratteristica fondante dell’estetica musicale dei Quintorigo, il concerto mira a trasmettere al pubblico il fascino e l’emozione dell’intramontabile opera di Mingus. Nel live infatti vengono suonati gli arrangiamenti in stile Quintorigo dei brani più celebri di Mingus, affiancati dalle letture di alcuni passi significativi della sua autobiografia. In scena Valentino Bianchi (sax), Gionata Costa (violoncello), Andrea Costa (violino) e Stefano Ricci (contrabbasso).
Tra jazz e chanson francese, virtuosa ed euforica la cantante francese Camille Bertault approda in duo sabato 16 febbraio ore 19 alle Sale Apollinee. Il potenziale canoro di Camille, dallo stile dolce, libero e sfrenato, porta con sé note di freschezza nell’universo del jazz in un modo del tutto accattivante: il suo è infatti uno stile musicale personalissimo fatto di ritmi e note frizzanti, ma soprattutto di parole che si riflettono nei suoi testi scanzonati. Camille interpreta con vertiginosa precisione e disinvoltura l’aria delle Variazioni Goldberg di Johann Sebastian Bach, riprende Comment te dire adieu di Serge Gainsbourg o la surreale Conne di Brigitte Fontaine e La Femme coupée en morceaux di Michel Legrand, scrive e canta in brasiliano su alcuni pezzi di Wayne Shorter e in francese su quelli di Bill Evans. Il titolo del suo album, oltre ad essere un omaggio, è già una dichiarazione di intenti: Pas de géant è infatti la traduzione letterale di Giant Sìsteps, leggendario standard di John Coltrane del 1959.
Palazzo Grimani ospita sabato 2 marzo alle ore 17.00 il duo del chitarrista Reinier Baas e del sassofonista Ben van Gelder. Sotto un’apparente veste mainstream, firmano una musica imprevedibile e dal forte impatto, caratterizzata da atmosfere cangianti e da molteplici suggestioni, flirtando con vari generi e allo stesso tempo ricca di humor e cinematografica. I due musicisti hanno infatti sviluppato un vocabolario unico che affonda le radici nella tradizione jazzistica americana, ma inconfondibilmente europeo. L’approccio brioso di Baas alla chitarra è contagioso. Van Gelder è considerato a livello internazionale un’autorità del sassofono contralto. I brani presenti in Smash Hits, il loro ultimo album, provengono dalla collaborazione con la prestigiosa Metropole Orkest, pluripremiata e storica formazione.
Sabato 16 marzo alle ore 19, ancora alle Sale Apollinee, i Gaia Cuatro, gruppo nato dall’incontro tra alcuni dei più talentuosi, creativi e innovativi musicisti della scena jazz giapponese e argentina, esempio di come la musica riesca a creare legami anche tra mondi completamente diversi. Da una parte l’Argentina, un Paese che non è solo tango, ma che ha alle spalle una colorata varietà di ritmi tradizionali dalle appassionate armonie, in cui la poesia si fonde con la musica. Dall’altra il Giappone, dove la tradizione è estetica, eleganza, dove le forme sono ben definite e delicate, il tempo è rarefatto e la calma regna sovrana. Il dialogo che nasce tra i musicisti di questo quartetto è incredibile: un caleidoscopio di colori ed emozioni. Le composizioni, tutte originali, esprimono maturità e spontaneità allo stesso tempo. Sono i giapponesi Aska Kaneko, violinista, e Tomohiro Yahiro, percussionista, e gli argentini Gerardo di Giusto, pianista, e Carlos “El Tero” Buschini, bassista. La band ha realizzato tre album con una etichetta italiana Abeat Records: Udin, Haruka e Vision, che è una riscrittura del loro primo album, Gaia. Haruka e Vision ospitano uno dei più famosi artisti italiani, Paolo Fresu.
La rassegna si conclude al T Fondaco dei Tedeschi, giovedì 23 maggio alle ore 20.30, ingresso libero su prenotazione, con la trombonista israeliana Reut Regev, una grande performer dalla tecnica stupefacente, con un approccio allo strumento allegro e fuori dalle convenzioni. Il suo progetto, Reut Regev’s R*time, è frutto di quindici anni di collaborazione musicale con il marito batterista e co-compositore Igal Foni. Alla ricerca sonora sofisticata unisce un caleidoscopio di suoni, ritmi e sapori musicali, che si inserisce armoniosamente nella rassegna “Incontri di culture” promossa da T Fondaco dei Tedeschi da gennaio 2019. A Venezia si presenta in trio.
I concerti in programma saranno aperti dall’esibizione dei giovani talenti del jazz italiano, del progetto “Tomorrow’s Jazz”.
La rassegna “Jazz&” è organizzata da Veneto Jazz in collaborazione con Teatro La Fenice, Palazzo Grimani, T Fondaco dei Tedeschi, con il supporto di Regione del Veneto e Ministero per i Beni e le Attività Culturali e il patrocinio della Città di Venezia.
C.S.M.
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