Alle Scuderie del Quirinale, 250 opere di Degas ‘napoletano’, Fortuny, Gemito, Mancini, Morelli, Palizzi, Sargent, Turner.
Un omaggio significativo a una delle città più vitali nell’ambito della cultura europea contemporanea. La prima rassegna dedicata all’Ottocento napoletano rappresentata fuori Napoli, in una sede di rilievo internazionale. Inaugurazione con la visita del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
A Roma, le Scuderie del Quirinale presentano “Napoli Ottocento. Degas, Fortuny, Gemito, Mancini, Morelli, Palizzi, Sargent, Turner”,una nuova grande esposizione, dal 27 marzo al 16 giugno 2024, curata da Sylvain Bellenger insieme a Jean – Loup Champion, Carmine Romano e Isabella Valente. Un progetto espositivo di grande respiro e di alto rilievo scientifico organizzato dalle Scuderie del Quirinale e dal Museo e Real Bosco di Capodimonte in collaborazione con la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, la Direzione Regionale Musei Campania, l’Accademia di Belle Arti di Napoli e la Stazione Zoologica Anton Dohrn.
LA MOSTRA
Dipinti, sculture, arti decorative, storia e scienza: attraverso 250 capolavori, la mostra rappresenta un omaggio al ruolo centrale di Napoli nell’ambito del dibattito europeo sull’arte. Napoli si propose come un centro di produzione artistica di assoluta centralità europea per tutto l’Ottocento, ovvero quel ‘secolo lungo’ che prese le mosse dagli esiti della cultura illuminista di fine Settecento e si estese fino allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, così strettamente connesso alla nascita dell’Italia moderna eppure ancora non abbastanza conosciuto e per questo ancora da scoprire.
L’esposizione sintetizza l’eccezionale vitalità artistica di una città che ha continuato ad attrarre tutti i più grandi artisti attivi in Europa o provenienti dalle più giovani scuole nordamericane, giunti per vivere l’esperienza ineludibile della scoperta di Pompei ed Ercolano ma poi folgorati dalla bellezza prorompente del paesaggio campano, dalla ricchezza del patrimonio storico e artistico di quei luoghi, dai contrasti di una città dall’incanto unico al mondo.
Il mare, le montagne, il folclore, la terra fangosa del Vesuvio, la lussureggiante vegetazione della Campania, lo splendore e anche il degrado hanno ispirato artisti quali Constantin Hansen, Silvestr Ščedrin, Simon Denis, Karl Böhme, Ludwig Catel, William Turner, Thomas Jones, Thomas Fearnley, Eduard Hildebrandt, Hans von Marées, John Singer Sargent, i pittori naturalisti di Posillipo, Portici e Resina, Anton van Pitloo, Giuseppe De Nittis, Ercole e Giacinto Gigante, Teodoro Duclère e Salvatore Fergola.
IL FOCUS SU EDGAR DEGAS
Il pittore Edgar Degas ha sempre rivendicato la sua appartenenza al movimento realista rifiutando l’etichetta di impressionista. Di origini napoletane per parte paterna, Degas, che parlava correntemente la lingua partenopea imparata durante la sua infanzia e giovinezza a Napoli, è considerato in questa mostra dal punto di vista della sua familiarità con l’ambiente campano, ipotizzando che questa particolarità sia un tassello di lettura in più per capire la sua differenza con la scuola francese.
Grazie alla generosità del Musée d’Orsay, dell’Art Institute di Chicago e del Cleveland Museum of Art i visitatori possono ammirare cinque celebri capolavori del ‘Degas napoletano’, oltre all’emblematica ‘Veduta di Castel Sant’Elmo da Capodimonte’ del Fitzwilliam Museum di Cambridge, rarissimamente esposta.
L’IMMAGINARIO NEO-POMPEIANO, NEO-GRECO E ORIENTALISTA
Seguendo lo svolgersi delle varie correnti culturali ottocentesche, la mostra dedica tre sezioni alla tematica dell’immaginario storicista neo-pompeiano che reinventa temi o diffonde lo stile dei manufatti rinvenuti nelle città sepolte; dell’immaginario idealista neo-greco, intriso di evocazione ed elegia; dell’immaginario orientalista, che tanto fascino suscitò in Domenico Morelli.
Il percorso dall’accademismo al realismo trova, al culmine della sua progressione verista, un approdo a soluzioni di disfacimento dell’esattezza figurativa ottenuto con il prevalere degli aspetti materici della pittura nelle opere di Antonio Mancini.
Nell’ottica di queste “contraddizioni” legate alla realtà, è la materia stessa che diviene oggetto della pittura e della scultura, annullando le differenze tra l’una e l’altra attraverso effetti violentemente materici che trovano un paragone solo nella ricerca di Medardo Rosso e che di fatto anticipano di diversi decenni quelle qualità tipiche della stagione ‘informale’ del dopoguerra, in artisti come Fontana o Burri.
NAPOLI XIX: CAPITALE SCIENTIFICA
Nel XIX secolo Napoli è riconosciuta anche come un’importante capitale scientifica, terza città d’Europa, dopo Londra e Parigi, sede di una delle più antiche università italiane, della prima scuola di lingue orientali in Europa (fondata nel 1732), del primo museo di mineralogia (fondato nel 1801) e di molti altri centri di studio o istituzioni per la ricerca e lo studio. È anche la città dei dibattiti positivisti, delle scienze giuridiche e matematiche, dell’intensa dialettica che lega le nuove scienze a un’estetica sempre fedele alla grande tradizione realista, centrale nella definizione dell’arte napoletana dal periodo barocco riberesco e caravaggesco.
All’interno del percorso espositivo si restituisce al visitatore, attraverso la videoinstallazione Affreschi Digitali dell’artista napoletano Stefano Gargiulo (Kaos Produzioni), la peculiarità della Stazione Zoologica voluta da Anton Dohrn, primo centro di studio oceanografico in Italia, dove raffigurazioni scientifiche della fauna marina si sovrappongono alle decorazioni di Hans Von Marées e Adolf Hildebrandt ancora visibili nell’attuale Biblioteca e ispirate al gusto neo-ellenico caro agli artisti tedeschi dell’epoca.
Nel primo quarto del XX secolo, Antonio Mancini consentì alla materia grezzadi entrare nei suoi dipinti; è la materia, prorompente, invasiva e privata di forma che si fa oggetto stesso dell’opera, sostituendosi al soggetto ritrattato.Una scelta che venne celebrata, con la sua Dama in rosso, alla Biennale di Venezia del 1926.
Anche l’influenza del clima politico ed economico ha avuto un ruolo decisivo sulle forme d’arte di questo periodo storico. La profusione di progetti e programmi di trasformazione urbanistica della città, infatti, la rendono sempre più europea tanto che, alla fine del secolo, Napoli dialoga ancora direttamente con Parigi: in soli tre anni viene eretta la Galleria Umberto I, vengono costruiti i caffè, i grand hotel, i quartieri borghesi e i lunghi viali.
Il percorso “dal Sublime alla materia” diventa in mostra uno schema di lettura della storia dell’arte a Napoli nell’Ottocento. Un ulteriore intervento multimediale dello stesso Gargiulo accoglie il visitatore sullo scalone d’entrata, proponendo le immagini del Vesuvio in eruzione intese come sintesi dei due termini: il sentimento del sublime che deriva dallo spettacolo della forza terribile della natura, e la brutalità materica del paesaggio lavico che si trasforma in bellezza.
Catalogo edito da Electa.
INIZIATIVE COLLATERALI E FILMATI SUL CANALE YOUTUBE
Il programma interdisciplinare offre, nel mese di giugno, due eventi serali sulla magnifica terrazza. Il curatore Sylvain Bellenger conversa con alcuni dei maggiori esperti e studiosi dell’Ottocento. Sono disponibili Audioguide Adulti registrate direttamente dal curatore.
Inoltre, un progetto speciale: Viaggi nello spazio e nel tempo, un ciclo di quattro brevi documentari, sull’inaugurazione della prima linea ferroviaria italiana Napoli -Portici del 1839; sulla direzione artistica di Saverio Mercadante del Teatro San Carlo del 1840; sull’inaugurazione della Stazione Zoologica Anton Dohrn nel 1872; sull’ Esposizione Nazionale di Belle Arti nel 1877. I filmati saranno visibili a partire dal mese di maggio sul canale YouTube dedicato.
M.F.C.S.
Fonte: comunicato stampa del 26 marzo 2024
Foto dell’allestimento fornite da Comin & Partners
Nella locandina: (particolare) Edgar Degas, Thérèse de Gas 1863 circa
Parigi, musée d’Orsay
© Archivio Scala Group, Antella
© 2024. DeAgostini Picture Library/Scala, Firenze
Scuderie del Quirinale
via XXIV Maggio 16 – 00187 – Roma
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