Le Stanze della Fotografia: in mostra la più completa esposizione di Helmut Newton e gli scatti inediti di Patrick Mimran mai esposti in Italia.
A Le Stanze della Fotografia, su iniziativa congiunta di Marsilio Arte e Fondazione Giorgio Cini, sono aperte al pubblico sull’Isola di San Giorgio Maggiore a Venezia, le mostre di Helmut Newton e Patrick Mimran, accompagnate da un calendario ricco di eventi, laboratori didattici, visite guidate, incontri sulla fotografia, percorsi in lingua dei segni e per non vedenti.
Newton sbarca a Venezia con la più completa esposizione di opere che ripercorrono la sua intera vita umana e lavorativa. La retrospettiva “Helmut Newton. Legacy”, dal 28 marzo al 24 novembre 2024,è a cura di Matthias Harder, direttore della Helmut Newton Foundation, e Denis Curti, direttore artistico de Le Stanze della Fotografia.
Anche la mostra “Out of focus” con gli ultimi dieci anni di ricerca fotografica dell’artista ecclettico Patrick Mimran, è aperta al pubblico dal 28 marzo e fino all’11 agosto 2024.Per l’occasione è esposta anche una serie di opere inedite, mai viste in Italia. Si possono ammirare infatti le sue trentatré fotografie in bianco e nero di grandi dimensioni, la maggior parte associate a tre più piccole e a colori. L’ambiguità è sempre stata fonte di espressione per Mimran che, anche per questa occasione, ha lavorato sulla mancanza di nitidezza.
I GIOVANI VINCITORI DELLA OPEN CALL
Le due mostre sono accompagnate dall’esposizione delle opere dei vincitori della open call rivolta a giovani fotografi under 30, promossa dalla Fondazione Le Stanze della Fotografia. La partecipazione all’iniziativa, sostenuta da Fondazione di Venezia, è stata gratuita e prevedeva l’invio di tre fotografie che formassero un racconto ispirato alla frase di Helmut Newton: «Il mio lavoro come fotografo è quello di sedurre, divertire e intrattenere».
Su 191 partecipanti e oltre 200 progetti, si sono distinti i lavori deipolacchi Diana Sosnowska con Piccole perversioni (Il viaggio frenetico dell’utero errante)e Wojciech Wójcik con Naked and dressed; e dell’italiano Jo Fetto con Les Odalisques (Oltre la carne).
HELMUT NEWTON. LEGACY
28 marzo – 24 novembre 2024
Isola di San Giorgio Maggiore, Venezia
All’anagrafe di Berlino è Helmut Neustädter, ma il mondo lo conosce come Helmut Newton. Nato il 31 ottobre 1920 in una famiglia ebraica benestante, nel 1938 è costretto a lasciare la Germania per le leggi razziali. Decide di imbarcarsi per Singapore, e nel 1940 arriva poi in Australia, dove apre un piccolo studio di fotografia. A Melbourne nel 1945 conosce June Browne, nome d’arte Alice Springs, attrice e fotografa e musa ispiratrice, con la quale condivide un percorso affettivo e professionale. Sono stati compagni di vita e sposati per più di 55 anni.
Il titolo della mostra, arrivata a Venezia dopo Milano (vedi qui) e Roma (vedi qui), evoca l’immensa eredità lasciata ai posteriche si può ripercorrere, passo dopo passo, nello spazio dell’Isola di San Giorgio Maggiore, affacciata sul Bacino di San Marco. La mostra è stata concepita come un omaggio a cento anni dalla sua nascita (1920 – 2004).
L’esposizione racconta la carriera di un protagonista del Novecento che ha lasciato un segno nella moda – come dimostrano le collaborazioni con la rivista Vogue e con stilisti quali Yves Saint Laurent, Karl Lagerfeld, Anna Molinari (Blumarine), Thierry Mugler e Chanel – ma anche nel nuovo modo di approcciarsi al nudo femminile, testimoniato nel suo celebre Big nudes. Il libro cult del 1981 raccoglie 39 scatti in bianco e nero, molti presenti in mostra, pionieri di una frontiera della fotografia non ancora esplorata, quella della gigantografia e degli scatti a grandezza umana.
Sospesi tra acqua e cielo, gli scatti di Newton a Venezia enfatizzano ancora di più lo stile elegante e audacia del fotografo che per la prima volta arrivò in Laguna per la rivista Queen.
La sua familiarità con la macchina fotografica è evidente già a 12 anni quando è attratto da quell’oggetto capace di immortalare il mondo. A 16 lo troviamo a lavorare come apprendista dalla famosa fotografa Yva. La svolta avviene nel 1961 quando viene contrattualizzato da Vogue Paris per scattare servizi di moda e decide di trasferirsi con la moglie June in Francia.
La novità di Newton che gli consentirà di trovare un suo personale spazio creativo, è quella di introdurre nelle foto di moda lo story telling. In quasi tutte le sue foto il servizio di moda diventa infatti una storia e la storia è un pretesto per raccontare gli abiti, ma non solo. Le sue storie diventano irresistibili perché sono sempre avvolte da un alone di mistero, a volte perché evocano le atmosfere del cinema, altre perché rimandano alla pittura di artisti come Velázquez, Goya o Magritte e altre perché ispirate alla sua passione per la cronaca nera.
Newton diventa celebre anche per la sua capacità di catturare in uno scatto la personalità di chi ha di fronte e lo dimostra immortalando stilisti, musicisti e artisti come Gianni Versace, Andy Warhol, Charlotte Rampling, Romy Schneider, Catherine Deneuve, Mick Jagger, Nastassja Kinski, David Bowie, Elizabeth Taylor, Arthur Miller, solo per citarne alcuni.
È stato un artista visionario, ma anche capace di leggere l’attualità e di rielaborarla.
L’eredità di Helmut Newton viene raccontata in mostra in sei capitoli cronologici: gli esordi degli anni Quaranta e Cinquanta in Australia, gli anni Sessanta in Francia, gli anni Settanta Francia e Stati Uniti, gli Ottanta tra la Costa Azzurra e la California e i numerosi servizi in giro per il mondo degli anni Novanta.
OUT OF FOCUS DI PATRICK MIMRAN
28 marzo – 11 agosto 2024
Isola di San Giorgio Maggiore, Venezia
Inconscio, astrattismo e surrealismo. Sono le suggestioni che offre la fotografia di Patrick Mimran, protagonista della mostra “Out of focus” ospitata nelle Stanze della Fotografia a cura di Denis Curti.
Nato a Parigi nel 1956, Mimran si è da subito imposto nel panorama culturale come artista pluridisciplinare, orientandosi verso la fotografia, la musica, la tecnologia, la multimedialità e le installazioni. Attraverso l’arte Mimran affronta i grandi temi dell’umanità – la morte, la bellezza, la sessualità – con uno sguardo originale e ironico, creando composizioni provocanti e giochi di parole. Non a caso, l’ambiguità è sempre stata fonte d’espressione per lui, come dimostrano i fuori fuoco in mostra.
In Out of focus, l’artista ha infatti lavorato principalmente sulla mancanza di nitidezza, non solo dei contorni, ma dell’intera immagine. L’obiettivo è quello di farne emergere la realtà completa nel suo insieme, attraverso uno sguardo che all’inizio sembra astratto, ma che diventa sempre più realistico man mano che lo si osserva. Questo aspetto contrasta con la nitidezza delle immagini a colori che, con il loro formato più piccolo, accompagnano e definiscono le grandi fotografie.
Se lo strumento fotografico è stato progettato per rappresentare la realtà così com’è, con grande precisione e realismo, Mimran pare utilizzarlo al contrario. Per l’artista il modo migliore per catturare un soggetto, sia esso un essere vivente o un oggetto inanimato, non è quello di rappresentarlo il più fedelmente possibile, ma di allontanarsi il più possibile da esso, fino all’astrazione. «[…] Per quanto mi riguarda, la realtà oggettiva non mi interessa. Non mi piace vedere le cose come sono, ma come le immagino o come vorrei che fossero», spiega Patrick Mimran
Rapportandosi con le opere dell’artista, lo spettatore viene trasportato in un mondo sensoriale e immaginario dove tutto è possibile. Questa esperienza, alle volte profondamente intima ma totalmente universale, è frutto di una fotografia che non vuole sottostare ad alcun ordine realista.
M.F.C.S.
Fonte: comunicato stampa del 27 marzo 2024
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